Giunta alla sua 15esima edizione, è stata presentata la nuova lista di The World’s 50 Best Bars, che racchiude i migliori bar al mondo. Lo scenario è stato quello di Madrid: eventi e guest shift, in cui i locali della città hanno ospitato bartender in arrivo da ogni continente, hanno preceduto la cerimonia che si è tenuta nella Madrid Arena. L’elenco per il 2024 comprende bar di 28 città, con 16 nuovi ingressi distribuiti tra Bangkok, Bogotá, Guadalajara, Hong Kong, Lima, Melbourne, Città del Messico, Milano, New York, Parigi, San Paolo, Singapore e Tokio.
A trionfare, per la prima volta, un bar messicano: l’Handshake Speakeasy di Città del Messico. Ispirato all’era del Proibizionismo americano nascondendo la sua preziosa collezione di liquori d’annata dietro una porta segreta, il locale guidato da Eric van Beek ha conquistato i votanti con i suoi cocktail che sembrano all’apparenza minimalisti ma nascondo tecniche assai complicate.
E se i bar italiani nella lista sono quattro (i milanesi 1930 e Moebius, new entry, rispettivamente al 50esimo e al 38esimo posto; Locale Firenze al 36esimo e il romano Drink Kong in 33esima posizione) più altri tre nella lista estesa 51-100 (Camparino in Galleria a Milano, 92esimo; L’Antiquario a Napoli, 78esimo; Freni e Frizioni a Roma, 53esimo), è pur vero che molti locali gestiti da persone italiane sono arrivati molto in alto. Come è il caso di Bar Leone di Hong Kong del romano Lorenzo Antinori, che dopo essersi piazzato primo nella classifica degli Asia’s 50 Best Bars si è posizionato secondo nel ranking mondiale e si è aggiudicato pure il Disaronno Highest New Entry Award (mentre il Superbueno di New York ha ottenuto il riconoscimento London Essence Best New Opening Award).
«L’accessibilità, la semplicità, questo è il futuro del bar», ci ha detto Antinori, che con i suoi “cocktail popolari” – e con il suo avamposto di romanità altrettanto popolare, tra gagliardetti calcistici, manifesti vintage di liquori italiani e l’espresso più conveniente della città – ha, in effetti, spopolato, nella ex colonia britannica. «Sono orgoglioso del risultato, ma soprattutto del team. Portare avanti la bandiera italiana all’estero non è facile, ma la gratificazione di avere un bar per tutti, in una posizione coì alta, è immensa». A seguire , nella top 5, sono il Sips di Barcellona, il Tayēr + Elementary di Londra e il Jigger & Pony di Singapore.
In questa edizione è apparsa chiara anche un’altra questione: se fino all’anno scorso veniva riconosciuto chi osava in termini di sapori e innovazione, adesso a essere premiati sono stati cocktail bar capaci di cogliere l’essenza vera della categoria: semplicità e ospitalità, appunto. «La cosa di cui siamo più felici è il fatto non solo di aver vinto noi», ci ha detto il bar manager di Handshake Speakeasy Eric Van Beek, «ma che l’ospitalità abbia finalmente vinto: in Messico viene prima della tecnica e così dovrebbe essere sempre».
Quella dei 50 Best Bars 2024 è dunque non solo una lista, ma la rappresentazione di cosa desidera il cliente oggi e quanto meno nei mesi a venire: essere coccolato senza troppi orpelli. Un ritorno al passato che è in realtà il futuro, l’essenza vera del bar.