Duecento piante di olivo su una collina dall’atmosfera quasi incantata a poca distanza dalla costa toscana, nel cuore della Maremma: qui, a Gavorrano, nasce Quinta do Carvalho, l’azienda agricola creata da Loredana Fiordalice e Monica Iacozzilli. Il nome rimanda alle querce che qui abbondano e al Portogallo, uno dei tanti viaggi condivisi dalle due amiche di lunga data insieme a diverse passioni; a cominciare da quella per la terra e per i suoi frutti, e in particolare per l’olio.
Filo conduttore delle loro esplorazioni più recenti – dall’Alentejo portoghese, appunto, all’Andalusia e a Creta – è infine diventato un sogno realizzato: da tre annate, Monica e Loredana firmano un olio extravergine d’oliva battezzato MoLo, dall’unione delle loro iniziali ma anche a richiamare l’idea di partenza e di arrivo, come il loro percorso in divenire.
«Io sono molto legata a questa zona della Toscana» racconta Monica, che è anche un’appassionata di cavalli. «Mio marito aveva acquistato questa piccola tenuta con l’idea di farne una seconda casa per la famiglia. Poi in modo spontaneo, contemplando lo spettacolo degli olivi che crescevano sulla collina insieme a Loredana, abbiamo pensato che valesse la pena raccoglierne i frutti e farli lavorare. All’inizio abbiamo fatto tutto da sole, in modo un po’ improvvisato, chiamando una squadra di raccoglitori che però ci ha dato un po’ di filo da torcere».
Le due però non si sono arrese, anzi. Aiutate anche dai rispettivi mariti – perlomeno nella fase “operativa” dei lavori in campo – hanno consolidato la produzione, creando un’azienda agricola e affidandosi a Diego Zuccari (agronomo e titolare dell’azienda Poggio Ulivo) per la cura delle piante che rispetta la natura e non prevede trattamenti, mentre la frangitura delle olive avviene, in tempi brevissimi dalla raccolta, in un frantoio di Massa Marittima.
Ma di certo non hanno delegato tutto: Monica ha seguito in prima persona un corso di potatura mentre Loredana, grafica professionista, ha curato l’immagine aziendale incluso il logo che raffigura una grande quercia, serigrafato sulla bottiglia dall’insolita forma quadrata, scelta con grande attenzione per rappresentare al meglio la loro azienda “bomboniera” (e a tal proposito, l’extravergine MoLo confezionato nelle bottiglie mignon o in quelle da 0,25 o 0,50 lt personalizzate diventa anche un’idea perfetta come dono-ricordo per matrimoni, battesimi o altre occasioni).
Anche se c’è l’idea di un’eventuale espansione acquistando altri oliveti in zona per ora la produzione resta incentrata sulle piante già presenti nella tenuta, di un’età media tra i 25 e i 45 anni delle varietà Leccino, Frantoio e Moraiolo lavorate insieme a creare il classico blend toscano: dalla presenza decisa di amaro e piccante è caratterizzato però da una particolare eleganza, con belle note mandorlate in evidenza che accompagnano il fresco profilo vegetale. Ideale da usare a crudo, riscuote particolare successo anche sulle crudità di pesce e su molluschi e bivalvi, ostriche incluse, come lo propone ad esempio il ristorante Bacchus di Ostia.
Nato un po’ per gioco, il progetto di MoLo è diventato una bella realtà, faticosa ma ricca di soddisfazioni: «L’obiettivo è di migliorare, ma anche di trasferire agli altri la nostra passione per l’extravergine», raccontano. «Il nostro è un progetto che nasce dal cuore: abbiamo deciso di dedicarvi cura e tempo, che è poi la risorsa principale. Ognuna di noi ha la propria attività ma questa avventura insieme ci dà tantissimo. Usare il nostro olio in cucina è una grande emozione, e stare in mezzo alla natura – lo abbiamo visto anche durante i mesi di isolamento dovuti alla pandemia – è un prezioso momento di riflessione: la testa si libera, come una meditazione. Un’esperienza rigenerante».