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In Valtellina, sulle tracce dei formaggi

Al via il Cammino del Bitto e del Valtellina Casera: sette percorsi tra borghi e alpeggi dove nascono le produzioni casearie simbolo della regione.

Alzi la mano chi – per lo meno tra i lettori di F&W Italia – non si mette in cammino, scarponcini da trekking ai piedi, con l’obiettivo finale di fermarsi in una malga o in rifugio per concedersi qualche specialità tipica a ricompensa del tragitto compiuto. In Valtellina, regione alpina della provincia di Sondrio famosa – oltre che per le piste da sci – per i verdi pascoli montani da cui ha origine il latte alla base di due prelibati prodotti caseari: il Valtellina Casera e il Bitto Dop, il re dei formaggi di alpeggio estivo, prodotto con latte appena munto e lavorato nelle baite a 1400 metri di altezza.

Adesso, il Consorzio per la Tutela dei due formaggi lancia l’iniziativa dei “Sentieri di gusto”, sette percorsi tra i borghi storici, le latterie e gli alpeggi più caratteristici della zona per conoscere più da vicino (e in maniera slow, con le doverose tappe enogastronomiche e culturali) i luoghi dove nascono questi deliziosi prodotti e i molti altri che compongono il patrimonio locale: sciatt e pizzoccheri, bresaola e tzigoiner (il tipico “spiedo” valtellinese), vini e amari; e tutto il ricco corredo di usanze, luoghi e tradizioni che rende questa zona la meta ideale per una vacanza in ogni stagione.

Sono davvero tante le mete della regione: dai terrazzamenti storici dove crescono le vigne dello Sfursat, ai borghi più caratteristici come Chiuro (con la sua Latteria Sociale), Morbegno – che, oltre alle cantine di stagionatura, ospita a ottobre la Mostra del Bitto – o Teglio – il “paese dei pizzoccheri”, dove dal 26 al 28 luglio è in programma la festa del pizzocchero –, fino ai crotti di Chiavenna (gallerie rocciose naturali formatesi da antiche frane in cui soffia il Sorel, una corrente d’aria fredda naturale proveniente dalle viscere dei monti, garantendo costantemente la temperatura ideale per la stagionatura dei formaggi, come il Bitto e Valtellina Casera).

Senza tralasciare i luoghi della cultura e della spiritualità – come il Parco delle Incisioni Rupestri di Grosio il Santuario della Madonna di Tirano, al confine con la Svizzera –, il fascino signorile di Bormio con le sue terme e il Kuerc, la torre delle ore del XV secolo, o l’incanto di Livigno, detta “il piccolo Tibet lombardo”.
Per non perderne nemmeno una e seguire degli itinerari ragionati (con delle tappe gastronomiche a colpo sicuro), si rivela dunque utile il booklet “Sentieri di gusto”, a disposizione dei turisti nei punti informativi e negli enti turismo locali e scaricabile dal sito del Consorzio.

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