Vogliamo che seduti su questa panchina ci si senta vivi e non ci si dimentichi del passato e dei terribili trascorsi di questo luogo; ma anche di quanta vita, voglia e tenacia servì agli uomini abitanti di Oslavia per ricoltivare la terra, cucendo le ferita di cui è stata vittima».
Tra le vigne della cantina Primosic, il QR Code sulla panchina arancione che guarda verso la chiesetta di Podsabotin invita a decifrare la geografia di una terra di confine che ha sofferto la ferocia di una guerra, ma ha saputo risollevarsi. A fondo valle scorre il torrente Piumizza, che divide quest’ultima porzione d’Italia, identificabile nel Collio Goriziano, dalla Slovenia; sulla destra, il Monte Sabotino si staglia come monito di un passato che non deve tornare, ma non può essere dimenticato. Durante la Grande Guerra, fu teatro di sanguinose battaglie tra l’armata austro-ungarica e quella italiana.
Oggi è diventato Parco della Pace, per stigmatizzare l’assurdità delle armi e invitare alla convivenza tra popoli. Un valore, quello della condivisione d’intenti, che la gente di Oslavia ha interiorizzato, facendone emblema di libertà ed energia vitale. Come quella profusa nel lavoro dei vignaioli riuniti nel circuito Apro, l’Associazione dei Produttori Ribolla di Oslavia che ha da poco festeggiato i suoi primi dieci anni nel segno di una visione comune che tiene però conto dell’identità di ognuna delle sette cantine protagoniste della storia, inno alla bellezza della complessità di un territorio, di una cultura, di un popolo.
Il Percorso delle panchine arancioni, inaugurato nella primavera 2021, mette il sigillo sull’attività di questa realtà vitivinicola composita, ma coesa, che produce vini dalla forte personalità, conosciuti e apprezzati in tutto il mondo. «Quando abbiamo posizionato le panchine arancioni nei luoghi più suggestivi e nascosti di Oslavia sapevamo che queste “macchie arancioni” sarebbero state solo una metafora. Il loro significato è racchiuso nell’invito al visitatore a trovarle, ad ammirare il panorama, a scoprire la storia e il futuro della terra che ha sotto i piedi. A sconfinare (anche in senso letterale, ndr) con lo sguardo».
Ogni cantina ha scelto dove posizionare la sua, arancione come il colore della Ribolla, vino lungamente macerato sulle bucce, e in cemento, «come siamo noi produttori di Oslavia: duri, non facilmente sgretolabili ed eterni», spiegano al Carpino, ultima tappa di un tour che prende le mosse dall’azienda Dario Princic. Il percorso – che tocca anche le cantine Fiegl, Primosic, Gravner, Radikon e La Castellada – è aperto a tutti, e si può percorrere autonomamente a piedi, seguendo il tracciato su Google Maps, in circa due ore di cammino, pause – vivamente consigliate – comprese.
Su ogni panchina, appunto, un QR Code invita a scoprire il punto di vista dei produttori, quasi fossero seduti lì accanto per descrivere ciò che sta intorno, evocando ricordi, suggerendo spunti di riflessione: «Accipicchia, quanto sono stato lungo – si schernisce per la lunghezza del suo racconto sul vecchio villaggio di Oslavia Martin Figelj, della cantina Fiegl – ma amo il mio paese e divento prolisso quando ne parlo». Proprio dove sta la sua panchina, fino al maggio del 1915, sorgeva la chiesa principale di Oslavia. «Tutto venne raso al suolo», e oggi i produttori di Apro si fanno custodi di quella memoria. E al contempo narratori di una grande impresa agricola. Orientata e posizionata proprio come la Ribolla, esposta quindi a Sud-Est e radicata nella dura ponka, per esempio, la panchina di Radikon «offre la possibilità di fingersi vite: nitido sul viso il tepore del primo sole del mattino, a sinistra (da Nord-Est) i freschi refoli della Bora, a destra (Sud-Ovest) il calore dei tramonti».
Lì accanto, un vecchio tino, un salice e un torchio – sotto al cartello marrone che celebra Oslavia come “paese della Ribolla” – identificano una tradizione vitivinicola antica, tramandata da generazioni. Il percorso è fruibile anche tramite visita organizzata, in compagnia di una guida naturalistica, con la possibilità di concludere il tour presso una o più cantine tra quelle interessate, per approfondirne la conoscenza o godere di una degustazione di vini.
Il sito ufficiale: ribolladioslavia.it/il-percorso