Moltivolti

Palermo: il crowdfunding di Moltivolti per aiutare il popolo afghano

L’impresa sociale di Ballarò si mobilita per favorire il ricongiungimento di una famiglia in difficoltà con una raccolta fondi destinata ai parenti di Shapoor Safari, cuoco afghano naturalizzato palermitano.

Nel periodo che ci stiamo lasciando alle spalle, nei mesi del primo lungo, angosciante lockdown, la squadra di Moltivolti si è preoccupata di distribuire pasti gratuiti a chi non poteva permetterseli nei quartieri più popolari di Palermo. Ma l’impresa sociale Moltivolti, che di inclusione e solidarietà è diventata emblema nell’arco di tanti anni di interazione con gli abitanti di Ballarò (dove ha sede anche il bistrot – coworking che l’associazione gestiscem nella foto il team multiculturale) ha sempre operato per favorire la cooperazione e l’integrazione – culturale ed economica – di soggetti svantaggiati. Impegnata, peraltro, anche sotto il profilo puramente gastronomico, a valorizzare un approccio etico alla ristorazione, frutto della selezione di materie prime di piccoli produttori locali (agevolata dalla vicinanza con il mercato di Ballarò) e delle opportunità lavorative riservate a richiedenti asilo e rifugiati politici, integrati tra i dipendenti dell’attività.

Nella cucina di Moltivolti lavora ormai da più di sette anni anche Shapoor Safari, cuoco afghano naturalizzato palermitano, che ora ha bisogno dell’aiuto di tutti per portare in salvo la sua famiglia, rimasta in Afghanistan, e costretta a fuggire per il precipitare degli eventi nel Paese, dopo la riscossa dei talebani. Con lo spirito solidale che gli appartiene, Moltivolti ha deciso di mobilitarsi per aiutare il suo chef, che nelle ultime settimane ha visto interessarsi alla sua causa l’amministrazione cittadina in formazione compatta. Grazie alla mediazione del Comune di Palermo, i dieci profughi afghani – sei donne, due bambini e due uomini in fuga, loro malgrado, dalla propria terra, che con difficoltà hanno varcato il confine pakistano – potrebbero presto raggiungere l’Italia, con visto regolare rilasciato dell’Ambasciata italiana in Pakistan.

Sarà però necessario un esborso economico non indifferente (al costo dei biglietti aerei si sommano le spese minime per provvedere alle esigenze di persone scappate dalle loro case senza poter portare nulla con sé) e per questo Moltivolti ha attivato un crowdfunding volto a finanziare il ricongiungimento di Shapoor con la sua famiglia. «Questo crowdfunding non vuole essere un gesto di beneficenza – precisa Claudio Arestivo, socio fondatore di Moltivolti – ma un segno di giustizia che ci porta al dovere di intervenire concretamente piuttosto che piangere e osservare inermi l’orrore talebano. Quello che rivendichiamo è un corridoio umanitario che possa consentire alla famiglia di Shapoor e a tutti e tutte i cittadini afghani di lasciare il paese in sicurezza».

La campagna è già attiva sulla piattaforma Go Fund Me, con l’obiettivo di raccogliere 10mila euro, necessari a ottenere i visti per viaggiare in sicurezza in Europa, comprare i biglietti e provvedere alle prime necessità dei profughi una volta giunti a Palermo.

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