Era il 1885 quando Robert Trewhella, imprenditore inglese innamoratosi di Taormina – dove, affacciato sulla baia di Mazzarò, fece costruire un’incantevole dimora che sarebbe poi diventata il lussuoso hotel Belmond Villa Sant’Andrea – presentò il progetto della ferrovia Circumetnea al Ministero dei Lavori Pubblici; il primo tratto da Catania Borgo ad Adrano fu inaugurato il 2 febbraio 1895, per raggiungere gli 833 metri di Bronte qualche mese più tardi e infine chiudere (quasi) il cerchio nel 1898 fino all’odierno capolinea di Riposto.
Molto atteso dagli abitanti dei paesi dell’area pedemontana etnea, il treno a vapore – battezzato Cafittera (caffettiera) per il suo penetrante fischio, nomignolo che il treno si è portato dietro nei decenni – fu una novità essenziale per la mobilità delle persone ma anche dei prodotti delle generose terre vulcaniche: uve e vini, mandorle e pistacchi che da qui raggiungevano i due porti.
Una storia, tuttavia, non priva di ostacoli a cominciare dalle numerose colate laviche che ne interruppero e deviarono più volte il tragitto: ne restano come tracce evidenti le linee scure e brulle che interrompono il verde paesaggio etneo fatto di vigne, olivi e alberi da frutto, ravvivate solo dal giallo intenso e profumato della ginestra. È facile individuarle dai finestrini delle moderne vetture della Circumetnea o delle affascinanti “littorine” degli anni ’30, restaurate ed esposte al Museo Ferroviario di Bronte ma anche utilizzate a scopi turistici.
Se infatti la linea normale propone itinerari a tema che vanno dal cicloturismo (con la possibilità di portare a bordo la propria bici e perlustrare le diverse tappe su due ruote) all’enoturismo, fermandosi a visitare le cantine della Strada del Vino dell’Etna con la guida di esperti agronomi ed enologi locali come Valeria Càrastro e Mauro Castorina, ideatori di Etna Wine Lab, si svolgono anche viaggi speciali sui convogli storici.
Tra il 30 settembre e il 3 ottobre 2021, gli ospiti dell’hotel Villa Sant’Andrea hanno potuto vivere un’esperienza esclusiva grazie all’iniziativa del Curiosity Circle – che propone fine settimana all’insegna della conoscenza – ideato da Belmond: in quest’occasione il tragitto da Piedimonte a Randazzo è stato percorso a bordo di una storica littorina rossa, per una giornata dedicata alla scoperta dei vini e della gastronomia dell’Etna. Prima tappa a Rovittello, per visitare le vigne e la cantina della Tenuta di Fessina dove Silvia Maestrelli realizza grandi vini come l’Etna Bianco Doc A’ Puddara (Carricante 100%), e l’Erse Rosso, Nerello Mascalese Etna Rosso Doc prodotto anche nella versione “cru” Moscamento 1911, con le uve che crescono nella vigna impiantata nel 1932 sulla sciara creata dall’eruzione dei primi del Novecento. Poi a Randazzo, in contrada San Lorenzo, dove le sorelle Maria Pia e Cristina Madaudo hanno restaurato la storica tenuta – stazione del treno inclusa – che accolse il Re d’Italia Vittorio Emanuele, il quale l’aveva donata al suo aiutante di campo, il Cavaliere Giovanni Vagliasindi del Castello; oggi l’azienda produce vini – tra cui l’interessante Spumante Brut da uve nerello mascalese in versione bianca e rosé – e ospita eventi e cerimonie, con tanto di cappella privata.
Per la visita del Curiosity Circle sono state Le Mamme del Borgo (associazione di cuoche “casalinghe” di Motta Camastra che tramandano le tradizioni gastronomiche locali) a preparare arancinetti al finocchietto selvatico e altre delizie mentre la granita sarà realizzata sul momento dalla gelatiera Giovanna Musumeci con il metodo tradizionale della “nivarata”. Ad accompagnare gli ospiti, raccontando la storia e i paesaggi del territorio etneo sarà Tom Harrow, uno dei maggiori esperti enologi internazionali, che il giorno seguente ha tenuto in hotel una masterclass sui vini dell’Etna seguita da una cena a cura dello Chef Agostino D’Angelo.