Quando nel 2017 si è deciso di inaugurare la Strada del Vino e dei Sapori l’intento era quello di mostrare l’incredibile varietà del territorio regionale, sulle tracce di un percorso che riallacciasse i fili di tradizioni contadine e consuetudini tramandate nel tempo, custodite con fierezza e grande senso di appartenenza da parte delle comunità locali, e oggi a disposizione di chi voglia scoprire le molte anime del Friuli Venezia Giulia.
Il progetto mirava così, cavalcando il potente legante delle filiere alimentari e dell’enogastronomia, a fornire al turista un bel ventaglio di opportunità per conoscere l’offerta culturale e il patrimonio ambientale e naturalistico della regione, muovendosi dalla costa verso l’entroterra, tra vigneti, paesaggi agricoli e alpeggi di montagna, incrociando sul proprio cammino aziende agricole, cantine, ristoranti e botteghe.
Tutti pronti a spalancare le porte nel segno di un’ospitalità mai invadente – com’è proprio del carattere di questa terra – ma benevola e aperta al dialogo con l’altro (del resto, parte del territorio regionale è stato segnato culturalmente dall’essere zona di frontiera). Sei sono i “volti” individuati da PromoTurismo FVG per raccontare questa storia. Anzi storie, al plurale. Sei gli “ambienti” attraversati dal tracciato dedicato agli amanti del gusto, per vivere in realtà un numero ben più elevato di esperienze legate al food&wine.
Dalla riviera alle Dolomiti Friulane, dal Collio al fiume Tagliamento, dai Magredi al Carso fino alle colline che abbracciano San Daniele del Friuli e Udine, toccando città antiche come Aquileia e Cividale, Gorizia e il suo percorso di rinascita dalle ferite di guerra e la Trieste mitteleuropea. Negli ultimi cinque anni al progetto ha aderito un numero crescente di aziende – oltre 400, di cui la metà legate al circuito vino e affini – tutte segnalate sui percorsi tematici individuati dall’ente turistico per favorire la visita e la partecipazione alle molteplici attività proposte nell’arco dell’anno (a propria volta raggruppate online, sotto il cappello del nuovo sito tastefvg.it). Ognuno, però, può scegliere come meglio affrontare un itinerario su misura. Viaggiare tra le cantine della regione, per esempio, si rivela un esercizio estremamente stimolante non solo per gli enoappassionati, dal momento che molte aziende vinicole oggi sono votate all’ospitalità, propongono pacchetti collaterali per tutta la famiglia e sono spesso “attraversate” da percorsi ciclopedonali ben tracciati.
Partendo dal confine orientale segnato dal Carso, territorio di grande interesse idrogeologico, la visita alla Bajta Fattoria Carsica di Sgonico accontenta il desiderio di gustare i vini custoditi nella suggestiva cantina sotterranea della struttura (terrano, vitovska e malvasia i vitigni coltivati) e insieme la curiosità di sperimentare l’atmosfera di una caratteristica osmiza, osteria popolare qui declinata nei termini di un agriristoro, con salumi di produzione propria da animali allevati allo stato brado; esperienza analoga è offerta, non troppo distante, da Parovel Vigneti Oliveti 1898, che organizza anche picnic in vigna. A Muggia, nell’attraversare la proprietà dell’azienda Vigna sul Mar, si cambia prospettiva e panorama, tra uliveti e filari che digradano verso la costa; qui, la famiglia Urizio accoglie gli ospiti per degustazioni guidate di Malvasia, Sauvignon, Merlot e Refosco. Spostandosi a nord, sul tracciato del confine con la Slovenia e poi verso il centro della regione, si accede all’estesa area vinicola collinare che racchiude ben quattro Doc di pregio (Collio, Friuli Isonzo, Friuli Colli Orientali, Friuli Grave) e tre Docg conosciute in tutto il mondo: Picolit, Ramandolo, Rosazzo. Un paradiso per gli amanti del vino, ma pure per chi è in cerca di piccole produzioni agroalimentari rinomate.
Il percorso tra le numerose cantine che “accudiscono” questo rilassante paesaggio di collina è vario e incredibilmente appagante, con l’opportunità di conoscere da vicino storiche realtà del mondo del vino italiano e approfondire le differenze tra terroir anche molto diversi tra loro, pur confinanti. Pensiamo a Radikon o Gravner, nella regione della Ribolla di Oslavia oggi attraversata dall’originale Percorso delle panchine arancioni: numi tutelari di una viticoltura che ha avuto il coraggio di osare, senza mai tradire il legame con una terra segnata da avvenimenti drammatici.
Nel Collio goriziano, la tenuta Russiz Superiore di Marco Felluga rappresenta un’altra spigolatura di questa storia: a Capriva del Friuli si organizzano visite in cantina e degustazioni delle migliori etichette di una prestigiosa dinastia di viticoltori partiti dall’Istria per approdare sulle colline che circondano Gorizia. Si prosegue a nord, oltre la bella Cividale del Friuli, in direzione Casali Magnis, raggiungibile anche in bici, attraversando una vasta zona rurale di pianura. Con il vino della casa, l’azienda propone anche degustazioni di prodotti tipici locali, e polenta e pane homemade. Altro elemento naturale che caratterizza in modo importante il territorio è il fiume Tagliamento, che ha letteralmente segnato la storia della regione. I terreni di origine alluvionale che attraversa – chiamati Magredi – ospitano il più esteso complesso vivaistico-viticolo del mondo (i Vivai Cooperativi di Rauscedo che producono ogni anno oltre 60 milioni di barbatelle), ma anche numerose cantine, come l’azienda omonima I Magredi, che produce vini di grande freschezza ed eleganza frutto del caratteristico suolo ricco di ciottoli fluviali. Non lontano, in vista di Pordenone, Fossa Mala è ospitata in un edificio a corte chiusa databile al XVI secolo; intorno sono cresciuti numerosi servizi, oltre alla cantina anche ristorante, enoteca, maneggio e agriturismo, con 15 camere per gli ospiti.
E all’insegna del relax, arrivando nuovamente a lambire la costa per chiudere il cerchio – però all’altezza di Lignano Sabbiadoro, all’estremità occidentale della regione – è anche il soggiorno presso Casale ai Prati, che alla produzione di vino frizzante unisce la più recente attività brassicola, e accoglie gli ospiti con una piccola ma curata spa, ricavata nel vecchio fienile.
Certificare la qualità delle filiere alimentari. Nasce Io sono FVG
Non semplicemente un marchio, ma un bollino di qualità, che riconosce il merito di chi lavora con passione e competenza nel rispetto di territori e tradizioni regionali, per raccontare il meglio dell’enogastronomia del Friuli Venezia Giulia. È questo l’obiettivo del progetto Io sono FVG, un brand – voluto dall’amministrazione regionale guidata da Massimo Fedriga – che scommette sul valore delle filiere agroalimentari locali, indicando la provenienza territoriale e la sostenibilità delle produzioni che impegnano non solo chi lavora la terra, ma anche trasformatori e utilizzatori finali – pensiamo soprattutto ai ristoratori – capaci di veicolare l’importanza di impostare un ciclo virtuoso. Il marchio, che si affianca alle già consolidate certificazioni di qualità e di origine, nasce in ambito digitale, e dunque potrà sfruttare le nuove tecnologie per garantire al consumatore finale la massima trasparenza (per esempio, tramite QR code riportato sulle confezioni, per avere accesso a tutte le informazioni specifiche sul prodotto in questione). La procedura di assegnazione del marchio è gratuita, e prevede la valutazione da parte di una commissione tecnica della sostenibilità ambientale, sociale ed economica dell’azienda che la richiede, in base agli Obiettivi per lo sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030 dell’Onu. I prodotti dovranno però avere almeno il 50% di materie prime provenienti dal territorio regionale.
L’Accademia di degustazione tra le vigne dei Colli Orientali
Nel 2020, anno certamente non facile per il mondo del vino, la Doc Friuli Colli Orientali ha celebrato il suo 50esimo anniversario, pur costretta a rallentare molte delle attività previste per i festeggiamenti. Ora il Consorzio torna ad accendere i riflettori sulla denominazione vinicola inaugurando la Friuli Colli Orientali e Ramandolo Tasting Academy. Un luogo, dedicato alla formazione di alto livello dei professionisti, aperto tutti i giorni su prenotazione, con 32 postazioni dispenser per poter degustare in autonomia vini prodotti nell’area, con focus guidati organizzati periodicamente per spiegare differenze e particolarità di ogni singola zona dei Colli Orientali. Il lavoro della nuova Accademia si rivolge principalmente a ristoratori, enotecari, sommelier e giornalisti, offrendo loro una formazione adeguata (e gratuita), perché possano a propria volta farsi promotori dei vini del territorio. Ma dalla sede di Corno di Rosazzo ci si collegherà anche con il mondo, grazie a una postazione multimediale ideata per proporre degustazioni online condotte con la professionalità del Consorzio guidato da Paolo Valle.