Spin-off dello storico Rita&Cocktails, il Rita’s Tiki Room porta a Milano le atmosfere americane dagli anni Trenta al Dopoguerra, tra California e Hawaii. A presidiare i 15 metri del bel bancone che accoglie gli ospiti, c’è Andrea Arcaini, bresciano, classe 1987, un percorso formativo iniziato nel 2005 in Franciacorta, passando dal vino al mondo della mixology. Così, a Milano, diversi anni fa, intraprende la strada che lo porterà a militare in alcuni dei locali di successo della città, prima di approdare nella squadra del Rita, ora in qualità di Bar Manager del locale dedicato alla Tiki Culture. La miscelazione, per Andrea, è esaltazione dei singoli ingredienti che contribuiscono a rendere unico un cocktail, attenzione per la materia prima (con il bilanciamento dei sapori per valorizzare il distillato protagonista del drink) e personalità. Ma anche studio e curiosità verso i classici del passato. Con un approccio virtuoso nell’esecuzione, ma anche nel processo di innovazione di ricette e formule di servizio e intrattenimento degli avventori.
Un buon cocktail in tre parole?
Qualità dei prodotti, a partire proprio dall’alcol che usiamo che per noi è un ingrediente importante. Bilanciamento tra gli ingredienti, che devono lavorare in sinergia. Intelligenza nell’esercitare il mestiere; la domanda che dobbiamo sempre porci è: “C’è davvero bisogno di questo drink?”. La creatività dev’essere ben orientata.
Cos’è lo spirito Tiki e come lo interpreti tu?
Ho incontrato “tardi” la miscelazione tiki, lavoravo già in questo mondo da dodici anni. Mi ha folgorato, perché ha una sua logica precisa e una grande storia: è classica. Noi vogliamo essere un baluardo nel riportare in vita le vere ricette del genere, e il contesto di riferimento. È un progetto immersivo, che il cliente può vivere come una fuga momentanea dalla realtà.
Milano ha ancora il suo primato nel mondo della miscelazione?
Qui ho vissuto anni di grande hype, i locali di qualità si sono moltiplicati. Ma oggi le persone sono più pronte, hanno assaggiato di più, sono più curiose. Questo mi fa pensare che ci sia ancora margine per crescere. E l’uscita dalla pandemia potrebbe rappresentare una sorta di dopoguerra per i bar, un momento di rinascita: c’è buona iniezione di capitale, le persone hanno voglia di uscire, la scena è frizzante.
Bonaventura Maschio
Una grande famiglia, oltre un secolo di storia da cinque generazioni. Oggi è Italo, con i suoi figli Anna e Andrea, a portare avanti l’arte della distillazione secondo la tradizione di casa Maschio, nel Veneto di Gaiarine, condividendo con gli altri attori della filiera la voglia di innovazione e di qualità. Azienda leader nella produzione di acquavite d’uva e distillati di alta gamma, prodotto di punta è il Prime Uve, ideato alla fine degli anni Ottanta e oggi espressione di molteplici Cru.