Spesso si rimprovera alla politica e alle istituzioni – almeno in Italia, anche se le cose stanno migliorando – di tenere in poco conto il comparto enogastronomico come risorsa economica e culturale. Un esempio di senso opposto viene dalla Norvegia, con un palcoscenico di prestigio come quello del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite. La diplomatica norvegese Mona Juhl, chiamata a presiedere l’organo delle Nazioni Unite preposto alla soluzione dei conflitti per il mese di gennaio – all’inizio di un anno che nasce sotto l’incombenza non solo del Covid ma anche di diverse tensioni e crisi ai vertici – e la sua delegazione hanno pensato di utilizzare proprio una tipicità della propria patria per allentare le tensioni e dare avvio all’incarico sotto buoni auspici.
Juhl (che insieme al marito Terje Rød-Larsen aveva avuto un importante ruolo nel retroscena degli accordi di Oslo, nel 1993, quando Arafat e Rabin si strinsero la mano davanti a Bill Clinton sul prato della Casa Bianca), ha infatti deciso di offrire ai rappresentanti degli altri stati membri un dono simbolico, ma anche molto concreto: il tradizionale brunost , o “brown cheese”, norvegese, formaggio dall’insolito color caramello conosciuto anche come “Ski Queen” dal nome del brand con cui viene commercializzato negli Stati Uniti. Ogni Paese membro, tra cui anche USA e Cina, ne ha ricevuto una “mattonella”, insieme a un tradizionale affetta-formaggio e una tavoletta di cioccolato al latte norvegese, il tutto in una busta raffigurante il celebre Urlo del pittore Edvard Munch.
Chiamato dai norvegesi anche Gubrandsdalsost – “Il formaggio della Valle di Gudbrands”, regione montana della Norvegia meridionale – viene realizzato con latte di vacca e di capra, siero di latte dolce e panna: il risultato è un rettangolo ambrato dal gusto tendenzialmente dolce, solitamente mangiato in fette sottili accompagnato da una fetta di pane e del burro. A crearne la ricetta originale, nel 1863, fu la giovane casara Anne Hov, che si occupava della fattoria di famiglia a Solbråsetra, nella valle di Gudbrands.
Oggi viene prodotto da numerose cooperative agricole locali tra cui la TINE, che unisce oltre 9mila soci allevatori e conferitori. Negli ultimi anni, il prodotto ha conosciuto un buon successo anche sui mercati internazionali, soprattutto negli Stati Uniti, diventando così ambasciatore della gastronomia norvegese: «La Norvegia è sulla buona strada per affermarsi internazionalmente come Paese produttore di cibo dalla grande diversità e qualità. La “Ski Queen” è una parte impostante di questa diversità ed è forse il più tradizionale e caratteristico di tutti i formaggi norvegesi», ha commentato Sandra Borch, a capo del Ministero norvegese per l’Agricoltura e la gastronomia.
E adesso è anche il simbolo di quella che è stata ribattezzata “Brown cheese diplomacy”.