Un pub inglese che afferma di essere il più antico della Gran Bretagna sta chiudendo per problemi finanziari aggravati dalla pandemia. La prima pietra dello Ye Olde Fighting Cocks sarebbe stata posta nel 793 d.C., a St. Albans, appena a nord di Londra, ma non è mai stato possibile verificare questa fonte tanto che nel 2000 venne sospeso il suo Guinness World Record di longevità. La struttura, in origine utilizzata come piccionaia, ha assunto il nome attuale solo tra la fine del XIX e l’inizio del XX per via dei combattimenti dei galli che si tenevano là fuori. Tra gli illustri avventori e pellegrini che passarono di qui anche Oliver Cromwell, futuro Lord Protettore che dormì nella locanda presumibilmente durante la guerra civile inglese.
Ad annunciare la sua chiusura, “con il cuore a pezzi”, è stato lo stesso titolare, Christo Tofalli. «Insieme al mio team – ha spiegato su un post Facebook il cinquantenne da dieci anni alla guida del pub – ho provato di tutto per salvarlo, ma gli ultimi due anni sono stati senza precedenti per il settore dell’ospitalità e non possiamo più andare avanti».
Nonostante questo potrebbe essere l’ultimo capitolo del pub, un portavoce di Mitchells & Butlers, proprietari dell’edificio e storici produttori di birra che gestiscono circa 1784 attività in tutto il Regno Unito, ha già annunciato che si sta già lavorando per la riapertura, affidando il locale a un altro gestore. In cerca di un lieto fine, Ye Olde Fighting Cocks potrebbe tornare presto a spillare birra, ma al posto di fish and chips c’è chi avanza addirittura l’ipotesi di un menu a base di tofu e soia.
Dopo la notizia della chiusura, PETA (acronimo di People for the Ethical Treatment of Animals) ha sollevato un’annosa questione suggerendo un rebrandig vegano del pub. Infatti, in sostituzione dell’originale nome che, senza spirito machiavellico, rimanda al combattimento dei galli, sport sanguinario vietato nel Regno Unito dal 1895, è stato suggerito quello di Ye Olde Clever Cocks che incoraggerebbe le persone a ripensare al modo in cui trattiamo i polli. Nella lettera firmata dal Direttore dei progetti aziendali vegani si sottolinea alla Mitchells & Butlers come un menu cruelty-free sarebbe più inclusivo, gentile e rispettoso dell’ambiente, proponendosi persino di fornire gratuitamente pollo vegano per il primo mese.
