Velenosi

Velenosi

Era il 1984 quando due giovanissimi Ercole Velenosi ed Angiolina Piotti, già marito e moglie, decisero di investire tutto il loro tempo, denaro e speranze in un’azienda situata nella storica città di Ascoli Piceno, sulle colline che guardano la valle del Tronto e che sentono l’influenza del mare, lì a soli 20 km di distanza. Trentacinque anni di lavoro che hanno condotto la vulcanica titolare, Angela, a divenire un simbolo delle Marche enoiche, considerando gli oltre cinquanta Paesi in cui i suoi prodotti vengono regolarmente esportati e il possente lavoro d’immagine, di comunicazione e di marketing che da sempre manda avanti e in cui continua a infondere grande forza. Dal 2005 a supporto dell’azienda è entrato nel gruppo Paolo Garbini, con cui viene costituita la Velenosi S.r.l.; Matteo e Marianna (in foto con la mamma), enologo uno e responsabile marketing l’altra, sono invece la seconda generazione di casa, tornati a casa per supportare e seguire, freschi di studio, la produzione aziendale, la cui crescita è stata negli anni esponenziale, come intuibile guardando ai due milioni e mezzo di bottiglie al momento prodotte. “Il vino è un’arte capace di far sognare” è il motto di famiglia oltre che la base della filosofia Velenosi che si ispira alla tradizione, agli antichi insegnamenti per realizzare poi con tecniche e mezzi ultramoderni vini che sappiano conquistare, nel rispetto dei tempi necessari per ottenere un buon risultato. Oltre alle quattro aziende situate tra Ascoli Piceno, Castorano, Monsampolo del Tronto e Castel di Lama – da cui giungono pure etichette votate al biologico –, si sono aggiunti negli anni i vigneti di San Marcello e Castelli di Jesi; anche l’Abruzzo è ormai entrato a far parte della gamma aziendale, per via dei dodici vocatissimi ettari allocati in quel della teramana Controguerra, non troppo distante dal confine marchigiano. Interessi e produzioni variegate e dinamiche, con etichette che muovono da spumanti ottenuti da Metodo Classico o Charmat, per proseguire con bianchi che tengono conto sia di realtà locali felicemente recuperate – verdicchio, passerina e pecorino – sia di vitigni internazionali come lo chardonnay, cuneo imprescindibile per comunicare in modo più diretto con l’estero. Dinamiche e varietà che permeano anche i rossi: ottenuti, nel rispetto dei diversi disciplinari, da montepulciano come da sangiovese, senza dimenticare la lacrima di Morro d’Alba, tornata da alcuni anni a brillare costantemente.

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Foto copertina: Angela e Marianna Velenosi

Velenosi
Ascoli Piceno
velenosivini.com

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