FIVI, foto di Mauro Fermariello

FIVI: «L’etichetta racconti e non demonizzi il vino»

L’agenda dei vigneron italiani ruota attorno a tre nodi principali: “vignaiolo” in etichetta, informazioni ambientali e nutrizionali, avvertenze sanitarie. Patto solido con l’Horeca. E nuovo Mercato "indipendente" a Bologna.

«Il vino è cultura e territorio. Non possiamo pensare di mettere in etichetta un avvertimento che contraddica il fondamento del nostro lavoro». Interviene con parole nette e dirette sul tema dell’etichetta con health warning per i consumatori Lorenzo Cesconi, il presidente dei vignaioli FIVI. Sulla questione – balzata in prima pagina dopo la fuga in avanti dell’Irlanda, in qualche maniera assecondata dalla Commissione Europea – Cesconi è recentemente intervenuto a Bruxelles spiegando la differenza tra il vino e gli altri alcolici. «Il vino – rimarca – non deriva da una ricetta, ma nasce in un determinato luogo e in un determinato momento. È un prodotto unico e non riproducibile, che educa il consumatore a indagare sulla sua origine e sulla sua qualità intrinseca. E quando si beve il vino di vignaiolo si conosce un pezzo di territorio e di storia italiana, oltre alla cultura e alla personalità del produttore. Per questo va trattato in modo diverso dalle altre bevande alcoliche e va tutelato il lavoro di chi lo produce prestando attenzione alla qualità e al territorio. Perché dove non ci sono i vignaioli spesso ci sono abbandono e degrado, anzi grazie alla coltura il paesaggio viene valorizzato e si evitano squilibri idrogeologici». I vigneron chiedono dunque regole armonizzate su tutto il territorio europeo, per permettere anche alle aziende più piccole di godere realmente dei benefici del mercato unico. Anzi, l’obiettivo che si sono dati è più ambizioso: portare in etichetta la categoria “Vignaiolo” e integrare informazioni ambientali e nutrizionali. Finalità ultima: «fare dell’etichetta un racconto, per garantire trasparenza ai consumatori e regole chiare e semplici per le aziende vitivinicole».

Patto con l’horeca

Mentre il mercato è stressato dalla spinta inflattiva, che logora i consumi, e l’incremento dei costi di produzione costringe le cantine a ritoccare i listini, c’è un “patto di ferro” tra i vigneron italiani e il canale Horeca. Nonostante la pandemia abbia messo alla prova il legame tra questi due mondi, secondo Cesconi «l’alleanza con l’horeca si è rinforzata e ha dato modo alla grande maggioranza di noi di lavorare serenamente e con soddisfazione». «Abbiamo imparato che questa alleanza è indissolubile – aggiunge il presidente FIVI – ci abbiamo creduto nei momenti più difficili, abbiamo lavorato per mantenerla e ora entrambe le parti stanno raccogliendo i frutti. Questo significa che i ristoratori stanno lavorando con costanza nonostante gli inevitabili ritocchi dei listini, ma parallelamente noi abbiamo fatto grande attenzione a non speculare e abbiamo assorbito parte dei rincari di produzione che ci hanno toccato dalla vigna alla bottiglia». Tracciando un bilancio del 2022, il presidente FIVI parla dunque di un «andamento inaspettato delle vendite, per cui chi non è cresciuto ha comunque mantenuto le posizioni raggiunte». D’altra parte, chiosa: «Il nostro prodotto si posiziona nel segmento medio-alto e dunque ha subito in maniera meno pesante la riduzione del potere acquisto».

Il Mercato dei vini trasloca a Bologna

In questo scenario di transizione, la FIVI sposta il suo più importante evento annuale da Piacenza a Bologna. La dodicesima edizione del Mostra-mercato dei vini artigianali si celebrerà infatti dal 25 al 27 novembre 2023 negli spazi di BolognaFiere. Nessun cambio di vedute, assicurano i vignaioli, ma solo la necessità di spazi più ampi. «Il Mercato dei Vini non è una semplice fiera, ma la festa dei vignaioli e delle vignaiole, un momento di incontro tra produttori, pubblico e operatori, unico nel suo genere – sottolinea Cesconi –. Vogliamo ringraziare Piacenza Expo per aver percorso con noi questo primo importante pezzo di strada, ma con i numeri di espositori e pubblico raggiunti nel 2022 era inevitabile cominciare a immaginare soluzioni nuove e nuovi spazi, mantenendo però la filosofia originale».

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Foto di Mauro Fermariello

fivi.it

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