Niko Romito

Castel di Sangro

Sulla scia – e grazie alla scuola – dello chef del Reale, la cittadina abruzzese dell’Alto Sangro è diventata una meta gourmet: dal fine dining alla cucina rustica, senza dimenticare pizza e birra, fare tappa qui vuol dire mangiar bene.

In molti conoscono Castel di Sangro, soprattutto tra i napoletani, come base per le sciate invernali sulle piste dell’Aremogna e per le perlustrazioni – anche estive – delle montagne vicine e di deliziosi borghi sparsi tra il Parco Nazionale d’Abruzzo e la Majella, come Pescocostanzo, Villetta Barrea o Pescasseroli. O anche per i corsi estivi alla FIT-Federazione Italiana Tennis, molto frequentati dai ragazzi; mentre chi lo sport perlopiù lo segue, ha ben in mente Castello – come la chiama chi la frequenta abitualmente – per gli ultimi ritiri della Società Sportiva Calcio Napoli. Da quando però, nel 2011, Niko e Cristiana Romito hanno trasferito la sede del ristorante Reale – all’epoca due stelle Michelin – da Rivisondoli a Casadonna, antico monastero su una collina poco fuori dal centro trasformato in una struttura di ospitalità dallo charme raffinato ed essenziale ma caldo, il destino della cittadina è cambiato. Con la consacrazione ufficiale delle tre stelle, arrivata nel 2014, il Reale a Casadonna ha definitivamente piazzato il borgo dell’Alto Sangro sulle mappe internazionali dell’alta cucina, rendendola una meta gourmet tra le più ambite.

A Castel di Sangro tuttavia non c’è solo il Reale; perché Niko Romito, oltre a essere uno chef per il quale l’aggettivo “geniale” non sembra fuori luogo, è un imprenditore di successo come dimostra la costellazione di insegne – da Spazio a Roma e Milano ai ristoranti negli hotel Bulgari di tutto il mondo – che non dimentica le origini. Così, lungo la Statale 17 che corre lungo la piana su cui affaccia Casadonna, nel 2018 è nato Alt-Stazione del Gusto: punto d’incontro tra una stazione di servizio e un diner americano, diventato tappa cult per colazione, merende e cene a base di focacce, bombe dolci e salate e pollo fritto (poi bissato a Montesilvano). E sul retro trova sede il Laboratorio di panificazione e ricerca, da cui escono pane, dolci e lievitati. Ma Romito è anche tra i pochi cuochi italiani ad aver fatto scuola, nel senso letterale del termine: oltre che dalle sue cucine (vedi Cristian Torsiello), anche dall’Accademia Niko Romito – la Scuola di alta formazione culinaria ospitata a Casadonna ma che si trasferirà nel campus in allestimento poco lontano – negli ultimi dodici anni sono usciti numerosi talenti che hanno trovato il proprio posto nel panorama gastronomico di tutta Italia. E non mancano quelli che hanno deciso di intraprendere la propria strada a poca distanza dalla scuola. È il caso di Materia Prima, raffinato ristorante dallo spirito contemporaneo aperto nel 2018 proprio ai piedi della collina dallo chef Gianmarco Dell’Armi: figlio di una cuoca locale, ha frequentato la scuola di Romito – con un’esperienza post corso nella vicina Agnone, alla Locanda Mammì di Stefania Di Pasquo, anche lei ex allieva – prima di intraprendere il suo progetto. Nel menu, che cambia due volte l’anno con “fuori carta” stagionali, piatti come le Animelle di vitello e carota, la Chitarrina gamberi, caprino e lime, e il Filetto con cardoncelli e tartufo. Ma Dell’Armi è anche dietro a Trancio, indirizzo dedicato alla pizza al taglio inaugurato nell’estate 2022 insieme all’amico di sempre Stefano De Cesare. Appassionato di panificazione, dopo aver seguito pure lui il corso all’Accademia Stefano è stato per diversi anni in cucina al Reale e da Spazio, sia a Roma sia a Milano, innamorandosi della pizza al taglio grazie anche alla frequentazione del Pizzarium di Bonci. Quando è tornato nella sua Castel di Sangro nel periodo pandemico, ha deciso di restare, portando qui le sue “merende romane” e trasferendo le sue esperienze sulla pizza. È nato così Trancio, nel cui banco spiccano squisite teglie dall’impasto croccante e leggero – il motto è “scrocchia” – e condimenti curati, dai più semplici a quelli originali e di stagione come finocchio arrosto, Parmigiano Reggiano grattugiato e buccia di limone o l’apprezzatissimo binomio prosciutto e fichi. Si ordina e si porta via, oppure ci si ferma a mangiare sugli sgabelli e ai tavoli all’esterno, accompagnando le pizze con le birre artigianali del Birrificio Abruzzese, bella realtà aperta proprio a Castel di Sangro nel 2014 da Lino Mazzocco (scomparso da poco) e suo figlio Totò: l’acqua purissima di una sorgente locale privata è alla base di birre ben fatte, di stampo moderno – come la West Coast Ipa USA o la Keller Shu, con grano Solina e luppolo abruzzese – che si possono assaggiare anche nella Tap Room del birrificio.

Riguardo alla pizza poi, dal 2021 c’è da segnalare anche la Pizzeria Gastronomica Abate. In un vicoletto privato nel centro della cittadina, il giovane Mirco Abate – molisano della vicina Isernia – propone ottime pizze e focacce contemporanee e altri assaggi dove l’influenza partenopea incontra i prodotti locali: dalla Frittatina di pasta abruzzese (pasta di Gragnano, ragù all’abruzzese, besciamella, fonduta di Parmigiano) alla pizza Terra d’Abruzzo, con crema di melanzane arrosto, fior di latte, provola affumicata, salame aquilano e Pecorino Canestrato di Castel del Monte. Poco distante, affacciata sulla bella piazza Plebiscito, c’è Beccaccino Osteria, accogliente “trattoria moderna” di Luca Marra, altro allievo di Niko Romito: ex calciatore, si è avvicinato alla cucina per caso e ne è stato definitivamente conquistato grazie all’Accademia. Dopo alcune esperienze in regione e fuori, nel 2016 Luca ha aperto l’Osteria insieme alla compagna e alla sorella, applicando gli insegnamenti romitiani a una cucina accessibile a tutti, legata alle tradizioni locali ma basata su tecniche moderne e ingredienti di qualità: dal Caciocavallo fritto e mosto cotto alla Spalletta d’agnello, pere, vino e porro. E ci sono anche le pizze (alcune sere a settimana) e hamburger non banali per chi vuole solo un panino, ma che sia buono. Oltre agli indirizzi gourmet, infatti, Castel di Sangro resta un paese di montagna dove trovare la solida cucina abruzzese basata su prodotti eccellenti e ricette semplici. Un indirizzo per tutti: Il Boscaiolo, rustico ristorantone da grandi numeri che sorprende per qualità degli ingredienti – dagli splendidi formaggi molisani del caseificio Di Nucci alle uova pugliesi di Tuorlo Biancofiore, fino ai salumi di produzione propria – e accuratezza delle preparazioni. Da provare il delizioso caciocavallo al forno, i maccheroni alla chitarra fatti in casa e le carni alla griglia.

Da scoprire: ferratelle

Pizzelle, nevole, neole o nivole cancellate. Sono molti i modi in cui viene chiamato questo semplice e delizioso biscotto inserito nell’elenco dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali d’Abruzzo, ma anche di Lazio e Molise dove si prepara in alcune zone confinanti. A Castel di Sangro e dintorni, però, si chiamano ferratelle e vengono preparate da forni e pasticcerie locali tanto nella versione morbida che in quella croccante e più sottile. Le origini sarebbero molto antiche, da rintracciare nel crustulum degli antichi Romani. La preparazione è piuttosto semplice ma, per ottenere la tipica trama a losanghe che ricorda un waffle (o viceversa), c’è bisogno dell’apposito “ferro” a doppia piastra in cui cuocere la pastella a base di uova, farina, latte, zucchero e aromi naturali come cannella, anice o scorza di limone. C’è anche la variante farcita, con due cialde sottili accoppiate: prende il nome di coperchiola.

Maggiori informazioni

In apertura: La struttura di Casadonna Reale (ph. Andrea Straccini)

Leggi anche: Le nuove città del cibo

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