Ci si accorge immantinente quando un progetto architettonico è il risultato di un dialogo fecondo – o per meglio dire “un’alleanza appassionata” – tra designer e committente. È questo il caso della nuova cantina Lunae, situata nella piana alluvionale del comune di Luni, al centro di alcuni vigneti di proprietà della famiglia Bosoni (a breve distanza da Ca’ Lunae, l’antico casale del XVIII secolo ristrutturato e dedicato all’accoglienza, alla cucina e ai tour esperienziali) tra la costa del mar ligure, gli scavi dell’anfiteatro romano di Luni e le ultime propaggini delle Alpi Apuane. I viticoltori Diego e Paolo Bosoni, figlio e padre, hanno affidato al designer Andrea Del Sere e agli architetti di AT Studio la creazione di un luogo che potesse valorizzare ulteriormente gli sforzi produttivi e la qualità dei vini di questa azienda pioniera nella valorizzazione del Vermentino, già dagli anni 70, e che oggi può contare su un parco vitato di oltre 40 parcelle per 65 ettari di proprietà (80 contando anche i conferitori). Il progetto prende forma nel 2010, i lavori cominciano nel 2015 dopo una lunga fase progettuale e la nuova cantina, operativa già nel 2019, viene finalmente inaugurata solo a giugno di quest’anno. «L’obiettivo – spiega Diego Bosoni, quarta generazione della famiglia – era quello di preservare le qualità e i caratteri dei singoli vitigni e delle differenti zone di produzione attraverso vinificazioni attente e rispettose. Le scelte di progettazione delle linee tecniche sono state orientate in modo da ottenere spazi idonei, con flussi operativi organici, in grado di accogliere tecnologie contemporanee ma anche pratiche enologiche tradizionali». Due esempi, in entrambi i sensi, sono la sala a temperatura controllata, dedicata alla realizzazione di uno spumante Metodo Classico che riposa sui propri lieviti almeno trenta mesi, e quella dove sono state introdotte le anfore in ceramica per la fermentazione e l’affinamento.
«Siamo partiti dall’individuazione e dall’analisi del luogo di costruzione del nuovo complesso, un’area già interessata in parte dalla cantina preesistente, dalla natura circostante, dagli edifici in essere, ricercando un dialogo armonico tra vecchio e nuovo e considerando l’inedito complesso come un piccolo prefetto urbanistico che si ponesse come obiettivo il miglioramento della qualità della vita di chi abita il luogo», racconta Andrea Del Sere. Per la realizzazione dell’opera sono state coinvolte imprese specializzate, maestranze e artigiani possibilmente locali. Anche gli uomini di cantina hanno contribuito con osservazioni e consigli per implementare la qualità del lavoro nei diversi cicli produttivi. In superficie il progetto comprende 6 edifici di cui 4 volumi costruiti ex novo e 2 volumi dell’unità produttiva preesistente. L’estensione della nuova costruzione è di circa 3.000 mq tra la parte in superficie e quella ipogea, collegate da un lungo tunnel inclinato che conduce a un suggestivo “bosco” sotterraneo di tronchi d’ontano che custodisce una sala di affinamento e una sorta di library delle etichette Lunae. La visione esterna è priva di volumi architettonici evidenti, si presenta come un totemico spalto verde, un unico piano inclinato lungo tutta l’estensione della nuova cantina. L’ingresso dei visitatori obbliga a un percorso a piedi attraverso il vigneto “didattico” composto dai principali vitigni autoctoni dei Colli di Luni, prima di accedere a un giardino, un “horto concluso” compreso tra mura in pietra, ognuna tagliata e sagomata dallo scalpello e martello di un maestro artigiano.
«Il circolo mimetico e metaforico tra uomo e natura – prosegue il designer – si riflette nella scelta dei materiali, delle texture e dei colori adottati per la costruzione e le finiture architettoniche della nuova cantina: in superficie una palette che appartiene alla gamma delle terre pietre e un’altra agli ossidi e ai minerali di profondità nel sottosuolo. Il legno, la pietra spaccata e lavorata, il sasso lavato, le superfici acidate e il ferro corten sono i materiali utilizzati nei diversi ambienti che ben si relazionano in una visione d’insieme». Diverse le scelte strutturali e attente alla sostenibilità, dall’impianto fotovoltaico da 110 kw/h installato in copertura a quello geotermico con sonde orizzontali nel piano interrato, dal manto verde che ricopre il fronte alle vasche di recupero dell’acqua piovana.
Valorizzare la diversità
È il Vermentino il vitigno principe dell’ampia produzione di Lunae, declinato in cinque etichette che mostrano le sue potenzialità evolutive e valorizzano la diversità di suoli di questo ultimo lembo di Liguria. Sono in particolare tre le referenze da evidenziare, tutte Colli di Luni Doc. Etichetta Nera, dall’annata 1992, nasce dalle parcelle collinari tra 200 e 300 metri s.l.m. Il 2021 è succoso e armonico, con note di erbe mediterranee e un finale amaricante; salino e complesso il 2019, con un bel naso agrumato. Cavagino, dall’omonimo piccolo vigneto di circa un ettaro, viene prodotto dalla fine degli anni 90 cercando il perfetto equilibrio tra legno e acciaio. L’annata 2021 è ampia e complessa, profuma di frutta gialla ed esotica, la bocca è polposa ma sapida e balsamica. Solo nelle migliori annate vengono imbottigliate 2.600 bottiglie (non una di più) di Numero Chiuso, che nasce in due parcelle a circa 250 metri s.l.m. con viti di oltre 30 anni. Affina in botti di rovere per circa 18 mesi e poi in bottiglia per altri 18. Intenso ed elegante il 2019, con bouquet di fiori bianchi ed erbe aromatiche e un sorso tonico e rinfrescante.