Quando si racconta del Grand Hotel et de Milan ci si riferisce a un’istituzione dell’ospitalità meneghina, icona di lusso dal 1863. La sua vicinanza con il Teatro della Scala ha reso l’albergo nel tempo un luogo di incontro e di convivio di personaggi illustri, come Giuseppe Verdi – a cui è intitolata la suite presidenziale – che soggiornò e compose in questi ambienti per 27 anni; altre 12 suite delle 23 presenti sono dedicate ad altri artisti, come il regista e sceneggiatore Luchino Visconti o Maria Callas, soprano statunitense di origine greca.
Artefice di questo successo è la famiglia Bertazzoni che ai collaudati format di Gerry’s Bar e del fine dining Don Carlos ha voluto affiancare una versione più moderna e trasversale di gastronomia, rinnovando gli spazi e la proposta del Caruso, lo storico bistrot dell’hotel che da metà settembre diventa il Caruso Nuovo. A firmare il nuovo corso dell’insegna c’è Gennaro Esposito, stellato di Vico Equense tra i migliori rappresentanti delle tavole del Sud Italia. A monte di questa scelta, un minimo comun denominatore che lega lo chef campano ai Bertazzoni: la condivisione di valori legati alla tradizione e al territorio, seppur in regioni e contesti differenti.
«Nel mio mestiere dimenticare le proprie origini è un peccato mortale, un gesto di superbia che preclude anche la possibilità di scoperte future». Queste le parole dello chef, confermate anche dai patron del Grand Hotel et de Milan: «Le origini sono il punto di incontro e di appartenenza per sviluppare frutti nuovi e rigogliosi».
Il restyling del locale ha inoltre confermato il sodalizio con lo studio di architettura e design di Dimorestudio, che in passato si è occupato degli interni dell’albergo di lusso. «Lavorare nuovamente con il Grand Hotel et de Milan, con cui abbiamo già collaborato in passato, è un onore per noi – commentano i fondatori Emiliano Salci e Britt Moran –. Il rinnovamento degli interni dell’hotel nel 2010 è forse uno dei progetti che più ha consacrato il nostro studio a livello internazionale. Celebrare il nuovo ristorante Caruso nel 2023, proprio con l’anniversario dei venti anni di Dimorestudio, ci rende particolarmente orgogliosi».
I lavori non hanno però stravolto gli spazi: l’obiettivo è stato quello di mantenere gli arredamenti storici del Caruso, adeguando oggetti, luci e materiali per un format più glamour e contemporaneo, ricreando un’atmosfera mediterranea che prosegue in sala la filosofia della cucina, affidata all’executive chef Francesco Potenza. La carta del Caruso Nuovo avrà una proposta smart per il pranzo, mentre alla cena è dedicato un percorso più articolato. Una commistione di sapori della tradizione partenopea e meneghina volta a comunicare i rispettivi territori grazie a sapori netti ed essenziali, come il Gateaux di patate, lo Spaghetto al pomodoro del Vesuvio selezione Gennaro Esposito o la Zuppetta di olive Nocellara del Belice con pesce spatola “anni 80”. Oltre alla sala interna, a disposizione degli ospiti c’è anche una veranda situata nel verde della piazzetta Croce Rossa da sempre un punto di riferimento per il quadrilatero di via Montenapoleone.