Siamo tutti d’accordo sul fatto che il caffè sia un gesto universale, un autentico rituale che ha trovato espressioni diverse in un settore che si arricchisce di nuove proposte e tantissimi stimoli, nonostante si vacilli ancora sulla qualità delle proposte. Perché no, il buon caffè non deve bruciare in tazzina, ha sì una sua filiera di qualità ed è un momento che può essere declinato in tanti modi diversi, almeno quanti sono i metodi di estrazione del caffè. Per gli italiani resta l’appuntamento perfetto per ogni momento della giornata: non manca mai a colazione o come fine pasto, e chiamare un “coffee break” in ufficio è sempre un’ottima idea. Un’indagine sui suoi consumi, rivela che sia la bevanda più gettonata a livello globale con le sue 2.23 miliardi di tazzine consumate quotidianamente: nel dettaglio, l’Organizzazione Internazionale del Caffè sostiene che gli europei sono i maggiori appassionati, con una percentuale del 55% sul consumo globale stimato nel 2022.
Numeri e abitudini che non passano inosservati a multinazionali di successo come la Kellogg’s che, in occasione della Giornata Internazionale del Caffè celebrata ogni primo ottobre, lancia sul mercato un nuovo prodotto della linea fit “Extra” proprio al gusto di caffè e cioccolato. La “Barista Edition” oltre a essere un’intelligente mossa di marketing, testimonia l’impatto della pianta originaria del Sud America anche nel mercato italiano: secondo uno studio condotto dall’azienda leader di cereali in collaborazione con YouGov (società britannica di ricerche di mercato e analisi dei dati) la colazione risulta essere il momento ideale per l’87% dei coffee lovers, mentre il 91% degli italiani ne beve almeno una tazzina al dì.
Dati che vanno a favore di una cultura del caffè in continua evoluzione, anche grazie al lavoro di torrefazioni nostrane che stanno promuovendo il tema dello specialty coffee per educare verso un consumo sempre più consapevole e di qualità. E se recente è la notizia della nascita del primo specialty coffe coltivato in Europa, frutto del lavoro di Matteo Borea – terza generazione della torrefazione La Genovese di Albenga – e di Antonio Perez Perez, che hanno unito le loro conoscenze per dar vita alla coltivazione del Cafetales Maspalomas di Gran Canaria, ci sono altre virtuose realtà italiane che lavorano nella giusta direzione già da tempo.
Tra queste, una delle più riconosciute e affermate è sicuramente Ditta Artigianale a Firenze – premiata nella categoria Best Interior Design ai nostri Food&Wine Award del 2021 per il locale di via Carducci –, fondata nel 2013 da Francesco Sanapo, pluripremiato campione barista e assaggiatore e da Patrick Hoffer. A 10 anni dall’apertura l’insegna vanta cinque negozi nel capoluogo fiorentino in uno dei quali sorge anche una Scuola del Caffè (un tempo era un refettorio): si tratta di un’accademia internazionale dedicata alla diffusione della sua cultura che per la giornata del primo di ottobre si trasforma in un luogo d’incontro e confronto dedicato alle migliori pratiche per preparare un buon caffè (anche) a casa. Al termine del corso, il founder Sanapo terrà un workshop didattico con prove d’assaggio per testare le varietà più nobili e interessanti scoperte durante un suo viaggio in Colombia, proposte che si ritroveranno poi nella carta del caffè delle sue insegne. Nella stessa giornata di domenica, in ognuno degli indirizzi di Ditta Artigianale, ci sarà la possibilità di assaggiare gratuitamente alcune delle miscele internazionali selezionate dalla torrefazione: l’Uraga proveniente dall’Etiopia presso il bancone di via dei Neri, l’Almaz Teklu dalla regione etiope di Chelchelie in via dello Sprone, il Finca el Puente Geisha Naturale originario dell’Honduras in via Carducci, il monorigine Daye Bensa in riva d’Arno e infine il purissimo Finca el Puente Geisha Washed nella location di piazza Ferrucci.
