Braulio

Uno storico amaro di montagna mette in salvo un rifugio

Braulio, in collaborazione con il Cai di Bormio, ha permesso la riapertura al pubblico del bivacco alpino di Capanna Dosdè, preservando la bellezza originale del luogo e il suo profondo legame con il paesaggio valtellinese.

In un paesino della Valtellina di 4mila anime nasce nel 1875 Braulio, l’amaro alpino che dentro la sua bottiglia costudisce profumi e sapori della montagna. Siamo a Bormio dove l’azienda fondata dalla famiglia Peloni (nel 2014 acquistata dal gruppo Campari) da sempre mantiene un legame indissolubile con la sua terra di origine: dopo il restyling di Casa Braulio nel 2017 – con le storiche cantine sotterranee che ospitano più di 300 botti in uno spazio di 1.600 metri quadrati –, la proprietà ha di recente annunciato la riapertura di Capanna Dosdè, il bivacco alpino icona di questo territorio, situato a 2824 metri d’altezza. Dopo il restyling, il progetto sviluppato e condiviso insieme al Cai (Club Alpino Italiano) di Bormio, ha ridato alla popolazione locale un luogo che rappresenta un punto di riferimento imprescindibile per escursionisti e alpinisti, confermando l’impegno del brand a valorizzare il suo amato territorio d’alta quota.

«Braulio è più di un semplice amaro: rappresenta un’eccellenza locale e incarna la bellezza incontaminata della Valtellina, che con un impegno concreto e costante continua a comunicare, promuovere e salvaguardare – dichiara Ludovica Riciputi, responsabile marketing globale Amari –. Il restauro di Capanna Dosdè dimostra il profondo legame tra il marchio e le sue radici, tra Braulio e la comunità locale; un luogo senza tempo, abbandonato troppo a lungo ma ora finalmente agibile e utilizzabile da tutti gli escursionisti. Grazie a una collaborazione straordinaria con il Cai siamo riusciti a restituire alla terra che ha visto nascere Braulio uno dei simboli più preziosi per la comunità montana, un luogo di arrivo e partenza che permette a tutti gli amanti della montagna di vivere esperienze autentiche e indimenticabili».

Oltre al recupero di Capanna Dosdè che ne preserva la storicità e la sua genuina fruizione, l’arrivo al rifugio è stato facilitato anche dal conseguente rinnovamento e adeguamento del sentiero di riferimento, che consente di giungere a destinazione con circa quattro ore di camminata. Ma non solo. Lungo la strada sono stati installati pannelli illustrativi con preziose informazioni sul panorama circostante che, oltre a offrire un contesto storico e culturale, crea un dialogo tra il passato e il presente del territorio, trasformando la scalata verso il bivacco in un’esperienza tanto affascinante quanto educativa.

Maggiori informazioni

In apertura: Capanna Dosdè

 

 

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