Il progetto Due Terre è eccezionalmente normale. Visto con gli occhi di oggi appare come un classico del vino italiano capace di realizzare splendide bottiglie, senza bisogno di particolari declinazioni o specifiche. Se invece volgiamo lo sguardo al passato, fino alla genesi, si scoprono tante scelte ancora adesso molto moderne, capaci di definire un’impresa che non è facile ingabbiare in schemi troppo angusti. Un passo indietro, dunque. Le Due Terre nasce nel 1984 per mano di Silvana Forte e Flavio Basilicata. A Prepotto, sui Colli Orientali del Friuli che toccano la Slovenia e col fiume Judrio segnano il confine col Collio goriziano. Un crocevia di terre e culture che ha sempre generato straordinari vignaioli e grandi vini. Dopo aver fatto esperienza in altre cantine, i due decidono che è il momento di impegnarsi in prima persona e mettere in pratica le proprie idee. Riescono a comprare i primi ettari di vigna con un casale e avviano i primi lavori. Il terreno, anzi i diversi tipi di suolo, suggeriscono il nome.
La proprietà si divide infatti in due zone ben distinte: da una parte le marne (il Flysch di Cormons) e dall’altra le argille rosse subacide e ferrose delle fasce pedecollinari. Condizioni importantissime, esaltate però dai metodi di coltivazione delle piante e dalle pratiche di cantina. Eccoci alle scelte di cui parlavamo, molto semplici quanto determinate nel rispettare la natura e la naturalezza espressiva dei vini. Oggi può sembrare scontato, o quasi, ma per una nuova realtà dei primi anni Ottanta non lo era affatto. Mettiamoci la classe dimostrata dalla coppia con le varietà della zona e il gioco è fatto. Per il bianco le uve sono friulano e ribolla gialla, per i rossi schioppettino, refosco, merlot e anche pinot nero (splendidamente vinificato in purezza). In una produzione rimasta contenuta (sotto le 20mila bottiglie), spiccano vini cristallini e dal tratto inconfondibile. Forse oggi ancora più compresi nei tratti profondamente artigiani eppure rigorosi, mai sacrificati a logiche che non siano quelle del risultato più autentico e migliore possibile.
Friuli Colli Orientali Doc Sacrisassi Rosso
Schioppettino e refosco coltivati su terreni marnosi, fermentazioni spontanee con soli lieviti indigeni, macerazioni sulle bucce per circa due settimane e maturazione in barrique per 22 mesi. Vino magnetico e incredibilmente vivo, ha un trito di frutta, china, spezie ed erbe selvatiche nel quadro aromatico.