Pojer e Sandri

Pojer e Sandri

Il primo Chardonnay italiano a essere sbarcato negli Stati Uniti dall'azienda che firma anche distillati di frutta, grappa, brandy, senza tralasciare gli aceti di frutta e di vino.

Istrionico vigneron originario di Salorno, in Alto Adige, Mario Pojer (classe 1954) è una delle figure più intriganti della vitivinicoltura trentina. Contro il volere della famiglia si iscrive all’istituto agrario di San Michele all’Adige e si diploma enotecnico nel 1974 assieme ai compagni del calibro di Silvio Jermann, Roberto Zeni e Domenico Pedrini, ma è durante la leva militare che nasce il sodalizio con l’amico Fiorentino Sandri, metalmeccanico e viticoltore (part time). Passione e fame di sapere fanno crescere la neonata Pojer e Sandri, fondata con due ettari vitati e mezzi di fortuna. Oggi l’azienda vitivinicola può contare su 35 ettari. «Abbiamo sempre cercato di uscire dagli schemi impostati», ammette Mario. E infatti gli inizi sono legati alla tradizionale schiava, da cui nasce un rosato fresco, e al müller-thurgau. Più tardi, il primo Chardonnay italiano sbarcato negli Usa è proprio di Pojer e Sandri, ma contestualmente insiste anche sulla nosiola, storico vitigno trentino.
Da «ladro di vini» come ama definirsi, Mario Pojer è anche un grande sperimentatore: nel 1985 nasce Essenzia, ovvero un vino dolce nello stile tedesco da botritis con bassa gradazione alcolica, e nel 2004 il Merlino che è il primo fortificato in stile Porto. È anche tra i primi a credere nelle varietà resistenti (i piwi), con i primi 4,5 ettari nel 2009 oggi diventati 12 ettari. E da quella sfida nasce il progetto Zero Infinito. «Ho coronato il sogno di fare un vino con la sola uva – sorride – e con zero chimica esogena in vigna e zero in cantina». Non c’è però solo il vino. Perché Pojer e Sandri firmano anche distillati di frutta, grappa, brandy, senza tralasciare gli aceti di frutta e di vino. Infine, deriva dalla perizia di Fiorentino e dalla curiosità di Mario uno speciale “ramo d’azienda” che si potrebbe definire ricerca e innovazione, dato che i due mettono mano anche al processo di trasformazione. Nascono così progetti e brevetti per un follatore su rotaia, una speciale diraspatrice, per la distillazione a bagnomaria e per la pressatura in atmosfera controllata, per una pompa con compattatore e per la tecnologia di separazione di raspi e vinaccioli dalle vinacce destinate alla distilleria.

Zero Infinito Cremisi

Un vino da merenda (per connoisseur), che quando lo apri finisce senza accorgersene. Un metodo ancestrale (bio) da varietà resistenti studiate in Boemia, è succoso e fragrante, porta nel calice fragola e acidità, funziona come aperitivo ma anche in affiancamento a piatti grassi, dai salumi al cotechino.

Maggiori informazioni

Pojer e Sandri
Via Molini, 4, 38010 Faedo (TN)
pojeresandri.com

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