Una cuvée per domarli tutti. I vitigni, ovviamente. E stavolta non stiamo parlando dell’Alto Adige, decisamente avvezzo a sfornare ottime cuvée, ma del suo vicino, il Trentino, che dalla cantina più alta della regione, Cembra, risuona con questo nuovissimo blend. Muller, riesling renano e chardonnay i tre protagonisti, che si uniscono in un corale omaggio alle altitudini enologiche della zona, dove si spingono fino a 800 metri s.l.m. su tre diverse fasce di livello: «Abbiamo trovato uno Chardonnay di altissima qualità a 450-500 metri s.l.m.; salendo di quota, a 500-600 metri è stato il turno del Riesling, e a 800 metri del Müller -Thurgau», afferma Stefano Rossi, giovane enologo dell’azienda. Una cuvée che ha l’intento di «ritrarre in modo diverso le sfumature e la complessità di Cembra, andando ad arricchire la gamma di altre 5 etichette che raccontano i colori della Val di Cembra».
Cembra, cantina di Montagna
Il payoff dell’azienda già dice tutto. Perché Cembra nasce proprio come l’espressione più nitida della verticalità paesaggistica del Trentino, sviluppandosi, a partire dagli anni 50, come una realtà cooperativa di riferimento per i viticoltori di un territorio difficile (si parla di viticoltura eroica, con terrazzamenti e pendenze oltre il 40%), ma dall’alto potenziale enologico, tanto più oggi, viste le prospettive climatiche. La cooperativa raccoglie 320 famiglie di conferitori, che dedicano alla cura delle vigne oltre 800 ore per ettaro all’anno (in un’azienda “normale” ne bastano 300), al fine di ottenere produzioni contenute ma ad alto livello qualitativo. Tutte le operazioni in vigna vengono svolte manualmente e i viticoltori devono anche fare i conti con le difficoltà meteorologiche, che in valle sono più accentuate e frequenti.
La Val di Cembra
Nonostante la storia della cantina sia piuttosto recente, la valle trentina vanta però una storia enologica decisamente antica, visto che nelle campagne del versante meridionale del Doss Ciaslìr di Cembra è stato rinvenuto, nel 1848, un bacile bronzeo reto-etrusco, risalente al IV secolo a.C., detto Situla di Cembra. Da un punto di vista geografico, la valle si sviluppa ai lati del torrente Avisio, in un complesso insieme di boschi, frutteti e un 30% di vigneti terrazzati, sorretti da ben 708 km di muretti a secco. I suoli, infine, sono caratterizzati dalla presenza del prezioso porfido rosso, le cui cave, nella seconda metà del XX secolo, hanno salvato la zona dai flussi migratori, facendo sì che anche l’attività vitivinicola tradizionale ne beneficiasse.
Zymbra
La cuvée porta il nome dell’antico toponimo della valle, Zymbra e nasce da una selezione dei migliori grappoli di müller-thurgau, chardonnay e riesling renano della vendemmia 2019, una delle più fresche e tardive dell’ultimo decennio. Tutti i vigneti coinvolti si trovano su ripidi versanti terrazzati con esposizioni a sud, sud-ovest e sud-est, su terreni ricchi di porfido e sabbia. In cantina le uve, dopo una pressatura soffice, sono state vinificate separatamente e affinate in acciaio, eccetto una minima parte che è maturata in barrique per circa 24 mesi. All’assemblaggio, in parti uguali, dei tre vini, è seguito un ulteriore riposo di 18 mesi in bottiglia. Zymbra esce come Igt Vigneti delle Dolomiti, solo nelle annate migliori e in tiratura limitata di 3.000 bottiglie, con esordio nell’autunno 2023.
La degustazione
Nel calice si presenta di un bel color oro chiaro e brillante. Al naso, le note fruttate del Müller-Thurgau dialogano con quelle appena affumicate del Riesling, lasciando spazio anche a sfumature di erbe montane, selce e delicata vaniglia. In bocca vince la freschezza, bilanciata dalla struttura e dalla sottile grassezza dello Chardonnay, per una beva bidirezionale che si prolunga in una piacevole salinità. Intriganti le prospettive di invecchiamento.