Un rotolo di pasta lievitata e lavorata a mano a base di farine locali, latte, panna, burro di latteria, uova “arcobaleno” e grappa, spennellato con un mix di confetture, accoglie un ripieno di noci, nocciole, amaretti, pangrattato tostato nel burro e pinoli italiani tagliati longitudinalmente e disposti a mano come le uvette per assicurare la distribuzione ottimale perché «nessun ingrediente della gubana deve essere predominante quando la si assapora», come raccomandava la bisnonna Maria. Sono i gesti precisi appresi da lei e tramandati di madre in figlia (e oggi a Giacomo) che assicurano la forma elegante, con la “testa” che resta in superficie a mo’ di fiorellino, e l’interno dalla striatura equilibrata. «Raccomandiamo di scaldarla appena prima di mangiarla mentre non c’è bisogno di bagnarla con la grappa, come si fa solitamente per gubane più secche», specifica Brandolin.
Gubana
- 18 Dicembre 2023
- Luciana Squadrilli