La 69esima edizione della guida Michelin ha premiato l’Umbria con tre nuove insegne stellate (Ada, Elementi e Une) riconoscendo così il prezioso lavoro della regione nell’alta ristorazione. Un territorio che, con la sua ricchezza gastronomica e le sue tradizioni, attrae sempre di più nuovi buongustai. Proprio sulle sponde del Trasimeno c’è un progetto che fa dialogare agricoltura e ospitalità nel segno dell’olio. Si chiama Centumbrie la giovane azienda con 205 ettari coltivati esclusivamente in biologico – tra olivi, legumi, grani, orti, frutteti e pascoli – che ha svelato la nuova collaborazione con lo chef Gennaro Esposito che curerà Evo Bistrot.
Il patron di Torre del Saracino guiderà questo spazio completamente ristrutturato all’interno del frantoio, un polo culinario dove i prodotti dell’azienda della famiglia Cinaglia saranno proposti in chiave pop e contemporanea. Questo spazio diventerà un vero e proprio hub dove si realizzeranno le linee della ristorazione di Centumbrie: dal light lunch da consumare nel bar adiacente, fino al servizio di catering allestito nelle splendide ville messe a disposizione dalla struttura sia nella vicina campagna sia sul lago di origine vulcanica.
«Immagino il progetto Centumbrie come una chiave d’accesso per questo territorio meraviglioso, fatto di persone straordinarie, di artigiani, e soprattutto di visioni, che passa attraverso la ristorazione ma parte dalla terra, dall’olio, dall’agricoltura, dal grano, dai cereali, dai legumi – dichiara Gennaro Esposito –. Stiamo cercando di costruire una struttura concreta, che pesca dal territorio e ha salde radici nei prodotti di quest’area meravigliosa dell’Italia».
L’Evo Bistrot si contraddistingue per la sua teatrale cucina a vista di 150 metri quadri con un menu che unisce la tradizione umbra alle specialità di pesce della Campania: dalle Mazzancolle arrosto con avocado, tapenade e insalata di puntarelle alla Tartare di vitellone con pesto mediterraneo, crescione e limone, dagli Spaghetti al pomodoro del Vesuvio selezione Gennaro Esposito alle Linguine spezzate con brodo di cipolla, terra e croste di parmigiano al tartufo. Tanti anche i piatti con l’orto protagonista come la Zuppa di foglie amare e legumi e non mancherà la carne, cotta nel moderno Josper (un forno alla brace alimentato a carbone vegetale), tra cui la Ribeye di bovino umbro.
A fare le veci dello chef di Vico Equense c’è Raffaele Iasevoli, anche lui campano con un passato nelle cucine di Torre del Saracino. Identitaria e coerente con il luogo è anche la proposta mixology con una drink list che menziona signature all’olio evo della casa.
«Campania e Umbria, due regioni che hanno alla base un forte legame con la terra, s’incontrano qui da Centumbrie e danno vita a qualcosa di veramente nuovo. I nostri valori aziendali sono gli stessi condivisi dallo chef, dunque lavorare insieme è stato quasi naturale. Da questa collaborazione inauguriamo un nuovo corso: una riprogettazione importante non solo della proposta del bistrot, ma anche della cucina intesa come spazio, che diventa oggi un ambiente importante e il fulcro di tutta la ristorazione di Centumbrie, in sinergia con l’osteria, il bar e le ville. Un progetto a 360 gradi che alza ancora di più l’asticella», dichiara Miriam Cinaglia artefice insieme al marito di una realtà che dall’uliveto passa alla tavola.