Il concetto di sostenibilità nonostante sia considerato un principio universale è qualcosa di piuttosto recente. Il termine compare per la prima volta nel corso della conferenza Onu sull’ambiente (1972), ma solo nel 1987 si cominciò a parlare di “sviluppo sostenibile” nel famoso rapporto Brundtland. Oggi questa parola abbraccia tre aspetti fondamentali: la sostenibilità sociale, ambientale e quella economica. Anche nel mondo enogastronomico si sta cercando di sensibilizzare sull’argomento e l’ultima novità riguarda la creazione di un Centro di Studi e Ricerca sul Cibo Sostenibile, progetto presentato lunedì 22 gennaio presso l’aula magna della Cavallerizza Reale di Torino. A essere coinvolti sono l’Università di Torino, il Politecnico di Torino, l’Università del Piemonte Orientale e l’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo che ne ospiterà la sede, mentre il fondatore di Slow Food Carlo Petrini sarà il presidente.
«L’attenzione che l’accademia piemontese, attraverso il lancio di questo nuovo Centro di Studi e Ricerca inter-ateneo sta rivolgendo al mondo del cibo è qualcosa di encomiabile e allo stesso tempo indispensabile – commenta Carlo Petrini –. Dico questo in virtù dell’importanza che l’alimentazione ricopre da sempre per la vita degli esseri umani. Se la pandemia e le atroci guerre degli ultimi anni ci hanno ricordato quanto il cibo sia un punto dirimente anche a livello geopolitico, la crisi climatica che attanaglia il nostro pianeta pone l’accento sulla vulnerabilità degli attuali sistemi alimentari».
Il Centro di Ricerca tratterà il cibo come un bene complessivo e focalizzerà l’attenzione anche su altre tematiche connesse al tema come l’agricoltura, l’ecologia, le politiche alimentari e gli stili di vita consapevoli. Le quattro parole chiave saranno: misurabilità, sostenibilità, circolarità e qualità. È intorno a questi concetti che il Centro incardinerà i propri interventi e le proprie progettualità, con lo scopo di perseguire i seguenti obiettivi: promuovere stagionalità e località, Ridurre la plastica all’interno della filiera alimentare; ridurre gli sprechi; promuovere un utilizzo rigenerativo dei suoli; rafforzare la biodiversità; ridurre gli anelli della filiera di produzione e trasporti delle merci; aumentare l’apporto proteico da fonti alternative alla carne; tracciare e qualificare sempre meglio il cibo; promuovere l’educazione alimentare nelle scuole favorendo il dialogo tra scienza e saperi tradizionali; promuovere la salute attraverso il cambiamento degli stili di vita; supportare e promuovere la costruzione di “politiche del cibo” alle diverse scale e in particolare quella regionale e locale.
«Il nuovo Centro di Studi e Ricerca sul Cibo Sostenibile, realizzato in sinergia con tutti gli atenei piemontesi è un’importante risorsa multidisciplinare per affrontare le sfide globali che il sistema del cibo pone in questi anni – dichiara Stefano Geuna, rettore dell’Università di Torino –. Aumento della popolazione mondiale, malnutrizione, cambiamento climatico, scarsità d’acqua e desertificazione del suolo sono solo alcune delle principali sfide che l’essere umano dovrà affrontare nel prossimo futuro. La sostenibilità si è imposta come un obiettivo inderogabile e i moderni sistemi».
Il nuovo ente coadiuvato dal sistema universitario piemontese si occuperà anche di formazione e terza missione, con una funzione di supporto alle iniziative culturali e turistiche di promozione del territorio e una sensibilizzazione nei confronti della coscienza individuale e collettiva sul tema del futuro della vita umana sul pianeta, grazie all’aiuto di stakeholder e istituzioni che sposeranno e investiranno in questo virtuoso progetto. Il laboratorio diffuso che avrà come fine ultimo quello di garantire l’inserimento dell’educazione alimentare e dell’educazione a stili di vita consapevoli e sostenibili come materie del mondo scolastico, per educare sin dall’infanzia le future generazioni a una transizione ecologica positiva.
Un premio inedito sulla sostenibilità raccontata bene
Non solo il mondo universitario: il tema della sostenibilità conquista sempre più aziende favorevoli a politiche ambientali di lotta agli sprechi. Ha investito in quest’ottica il gruppo EcoEridana, leader nello smaltimento di rifiuti di origine sanitaria, che in primavera presenterà la prima edizione del Premio giornalistico Sviluppo sostenibile 2023, destinato ai giornalisti italiani della carta stampata e del web, per veicolare il messaggio che la sostenibilità è un principio imprescindibile e attraverso una corretta informazione, si può fare del bene. Per i colleghi che ci leggono, le candidature chiuderanno il prossimo 31 gennaio.