Nel quartiere Prati di Roma via Properzio è diventata una strada dove le vetrine gastronomiche dominano stretti e lunghi marciapiedi. Un isolato fortunato per chi è in cerca di un aperitivo e palleggia la scelta tra La Zanzara, Passaguai e Sorpasso. Proprio accanto a quest’ultimo e di fronte il nuovo Mezè Bistrot (locale mediorientale che ha bissato l’insegna di Monteverde) ha sede l’ultima novità di questa food street romana: Triodinamico. Proprio qui, dove fino alla scorsa estate Gianni Ruggiero dava sfogo alla sua fantasia tra piatti liguri – regione di cui è originario – e vini del cuore dietro al bancone del suo Sogno Autarchico, e dove ancor prima c’è stata la seconda sede dello storico forno Colapicchioni, dallo scorso autunno ha aperto questa vineria con oyster bar guidata da quattro esperti del settore: Paul Pansera (proprietario dell’adiacente enoteca e di Trapizzino), il suo socio Fabio Giacomobono, Luca Boccoli, uno dei più famosi e preparati sommelier italiani, e Marco Catena, sommelier AIS nonché referente di spicco nella distribuzione romana per le etichette naturali con l’azienda Meteri.
I quattro soci hanno messo insieme il loro know-how per sviluppare un’offerta vinicola che premia piccoli produttori e realtà interessanti, che lavorano perlopiù in biologico, naturale e biodinamico, ma anche altre etichette nazionali e francesi, con qualche incursione dal resto del mondo. La proposta al calice raccoglie una discreta selezione che, anche grazie all’utilizzo del Coravin, consente di assaggiare grandi vini come il celebre Ribolla Gialla di Gravner o lo Chablis di Pattes Loup. Il plus è lo spazio per le degustazioni al buio seguito da Luca Boccoli (rimasto non vedente dopo un grave incidente nel 2018), le serate di Triodinamico dove agli appassionati vengono bendati e si lasciano guidare in un percorso emozionale e fuori dagli schemi per approcciare il vino con solo il gusto e l’olfatto a disposizione.
Le ostriche sono l’altro focus dell’insegna, selezionate da Corrado Tenace, per una carta che menziona diverse tipologie provenienti da Francia, Irlanda e Italia (in particolare Sardegna e Veneto). Per apprezzare al meglio le diverse qualità del pregiato mollusco, sono stati pensati ben quattro percorsi degustazione: Iodio e Nocciole, Italia, Sensoriale e Merroir (una parola studiata ad hoc per le ostriche in modo da identificare il loro mare di appartenenza, equivalente al termine terroir per il vino). Il mare è protagonista in altri assaggi come caviale, gamberi ed escargots. Se invece l’insegna all’entrata vi evoca sapori più tradizionali, ecco arrivare in tavola mortadella e focaccia, direttamente dal forno Colapicchioni di via Tacito.