Il Gavi, storico vino bianco piemontese prodotto nella provincia di Alessandria, festeggia nel 2024 i 50 anni dal riconoscimento della sua Doc. Era l’anno 1974 quando il Cortese di Gavi veniva annoverato tra le denominazioni di origine controllata, istituite con l’obiettivo di valorizzare i prodotti di qualità rappresentativi di una specifica area territoriale.
«È un anniversario importante, un traguardo storico: premia il lungo percorso, l’impegno e la dedizione dei produttori che, insieme, hanno costruito la reputazione di un vino oggi presente in oltre 100 Paesi nel mondo», commenta Maurizio Montobbio, presidente del Consorzio Tutela del Gavi, organo che dal 1993 vigila sulla denominazione che ha ottenuto nel 1998 la Docg.
Gli oltre 1600 ettari di cortese compresi negli undici comuni della provincia di Alessandria – Bosio, Carrosio, Capriata d’Orba, Francavilla Bisio, Gavi, Novi Ligure, Parodi Ligure, Pasturana, San Cristoforo, Serravalle Scrivia, Tassarolo – costituiscono l’enclave quasi totale della produzione nazionale dell’uva bianca, vitigno che in questo territorio – l’angolo più orientale a sud del Piemonte e al confine con la Liguria, favorito da un’eccezionale posizione geografica – ha trovato la sua massima espressione: il Gavi, cortese in purezza.
Ciò che risalta all’occhio, analizzando i numeri forniti dallo stesso Consorzio, è che il Gavi Doc in Italia è da considerare, purtroppo, un vino relativamente raro visto che più dell’85% della produzione è destinato all’export, specialmente in Gran Bretagna, dove è diretta quasi la metà dell’esportazione, a cui seguono gli Stati Uniti e la Germania.
Questo successo internazionale è stato raggiunto grazie alla sempre crescente dedizione dei singoli produttori che gestiscono oltre 1.600 ettari di vigneti piantati essenzialmente tra il comune di Novi Ligure e quello di Bosio, in provincia di Alessandria, coltivati spesso attraverso una filosofia agricola non invasiva, rispettosa di una biodiversità unica che è la principale ricchezza, insostituibile, del patrimonio vinicolo del Gavi. Un patrimonio vocato all’eccellenza governato in gran parte da piccoli e medi coltivatori e impiega oltre 500 famiglie locali. È una viticoltura di tipo tradizionale che, attraverso i differenti tipi di suoli e microclimi, esprime l’immensa versatilità del vitigno cortese.
Ciò che caratterizza il Gavi Doc, e che lo rende un esempio nel panorama enologico mondiale, è la sua estrema versatilità, una caratteristica che rende questo vino bianco un vero e proprio jolly capace di accompagnare tutto il pasto e di spiccare per la freschezza e la profondità dei sapori in qualsiasi occasione, dai momenti conviviali a quelli da meditazione. Il disciplinare, infatti, riconosce quattro diverse tipologie di Gavi – Tranquillo, Frizzante, Spumante e Riserva – per altrettante sfumature di un vino dall’identità netta e precisa, la cui naturale poliedricità eccelle nell’espressione della differenza.
Tranquillo
È la tipologia di Gavi che rappresenta circa il 99% della produzione. Secco e fermo, dal colore giallo paglierino più o meno intenso, spesso offre un bouquet aromatico che spazia da note floreali, come la ginestra e il fiore d’arancio, a sentori fruttati di mela verde e di pesca bianca. Viene solitamente bevuto giovane, ma sempre più produttori ne sottolineano la capacità di resistere al tempo, adottando tecniche agronomiche e di cantina capaci di sottolineare la sua naturale vocazione alla longevità.
Frizzante
Presenta una spuma fine ed evanescente. È una tipologia di Gavi tradizionale, fresca e di pronta beva, che tuttavia pochi produttori vinificano a favore di quella ferma.
Riserva
È dedicata ai Gavi da invecchiamento, che escono sul mercato dopo minimo un anno di affinamento, di cui almeno 6 mesi in bottiglia. La Riserva prevede rese più basse in vigna e tecniche di vinificazione che ne esaltano la longevità. Si presenta di colore dorato, grande ampiezza di naso e bocca, nobilitata da aromi terziari di mela cotogna e zenzero e da un’inconfondibile struttura e avvolgenza sul finale.
Riserva Spumante Metodo Classico
La versione spumante è ottenuta principalmente attraverso il Metodo Classico. Presenta una bolla fine e persistente, con profumi floreali delicati e grande complessità e struttura al gusto. Da disciplinare, la permanenza sui lieviti minima è di 6 mesi.
Come abbinare il Gavi
L’abbinamento enogastronomico per eccellenza del Gavi è con i piatti tipici delle sue colline: una cucina di confine, di ispirazione ligure, semplice e gustosa. Dalle farinate e focacce alla pasta fresca come il Raviolo De.Co. gaviese, tradizionalmente preparato con carni bovine e suine, uova, formaggio, borragine e scarola: la storia è legata alla famiglia Raviolo, che a Gavi risiedeva, autrice della ricetta oggi gelosamente tutelata dall’Ordine Obertengo dei Cavalieri del Raviolo e del Gavi che, da oltre 45 anni, si occupa con impegno della sua promozione. L’anima cosmopolita e versatile del Gavi permette a questo grande bianco piemontese il perfetto abbinamento anche con piatti di altre culture, soprattutto asiatici, tanto che ultimamente molti sommelier in Giappone, ma anche a Hong Kong e nelle Filippine stanno inserendo questo bianco nelle cantine di diversi fine dining.