Quando pensiamo al Made in Italy cosa ci viene in mente? A leggere sulla Treccani dal 1980 questa espressione viene utilizzata “per indicare la specializzazione internazionale del sistema produttivo italiano nei settori manifatturieri cosiddetti tradizionali: abbigliamento (e beni per la persona), arredamento (e articoli per la casa), automotive (inclusa la meccanica) e agroalimentare”. È partendo da questo concetto che il Ministero delle Imprese e del Made in Italy ha allestito la mostra romana Identitalia, The Iconic Italian Brands a Palazzo Piacentini. Aperta al pubblico dal 13 febbraio e accessibile fino al 6 aprile (la visita è solo su prenotazione dal venerdì alla domenica), questa esposizione celebra i 140 anni dell’Ufficio Italiano Brevetti e Marchi.
La kermesse curata da Carlo Martino e Francesco Zurlo, docenti di design rispettivamente alla Sapienza e al Politecnico di Milano, include 113 aziende e brand di diversi i settori – dall’Alfaromeo e Ferrari a Mediaset e Moleskine, da Dolce & Gabbani a Ducati alla Gazzetta dello Sport alla Fiat–, riconoscibili attraverso disegni originali, pezzi rappresentativi, fotografie, documenti storici, manifesti pubblicitari e proiezioni di spot e video.
«Questa mostra, dal titolo volutamente evocativo, ha il grande pregio di celebrare i marchi di impresa che accompagnano, e hanno accompagnato, la crescita del nostro Paese – ha sottolineato Adolfo Urso, il presidente del Ministero –. Siamo profondamente orgogliosi della capacità creativa del nostro tessuto produttivo perché il successo dei nostri imprenditori e la passione, che mettono nel loro lavoro, sono il fiore all’occhiello del Sistema Italia e il biglietto da visita del nostro Made in Italy nel mondo».
In questo contesto trova ovviamente spazio il contributo dell’industria alimentare al Made in Italy, con numerosi nomi in esposizione che hanno scritto la storia della tavola italiana. Ci sono ad esempio Aia e Negroni (uniche due realtà che rappresentano il mondo della carne e dei salumi), che hanno sempre saputo intercettare i trend dei diversi momenti storici. Tra questi un esempio è il caso di Wudy – scelto come marchio rappresentativo dal Ministero –, il primo wurstel di pollo nato nel 1985 o il Negronetto, il primo salamino brandizzato tascabile in Italia.
Presente all’appello è anche Algida, marchio nato nell’immediato dopoguerra con il cremino e reso famoso dal suo iconico cornetto o dagli spot pubblicitari andati in onda durante la trasmissione Rai “Il Carosello”. «Siamo entusiasti di prendere parte a questa iniziativa voluta dal Ministero – ha commentato Quirino Cipollone, Ice Cream General Manager Italia e Sud Europa –. Algida è uno dei principali “love brand” degli Italiani, che da oltre 70 anni accompagna la storia e le evoluzioni del nostro Paese, affiancando le generazioni nei momenti di gioia e di condivisione».
In rappresentanza del mondo del caffè c’è Bialetti, che creò la prima Moka Express nel lontano 1933, entrata poi di diritto nell’immaginario collettivo del rito mattutino tutto italiano, mentre la storia di San Carlo è poco più giovane. Risale infatti al 1936 la prima busta delle patatine snack “1936 Antica Ricetta” che hanno fatto da apripista alla fortuna dell’azienda, a cui poi sono seguite nuove etichette come la “Rustica”, spopolata grazie alla partnership con lo chef Carlo Cracco.
Tra le bevande selezionate per Identitalia ci sono Aperol, Disaronno, Amarena Fabbri e Tassoni: proprio quest’ultimo soft drink grazie alla bontà della sua cedrata è stato protagonista del suo spot negli anni 70 insieme alla cantante Mina che l’ha resa celebre con il suo jungle; “Quante cose al mondo puoi fare, costruire, inventare, ma trova un minuto per me. Per voi e per gli amici, Tassoni”.
«Siamo onorati della scelta di Tassoni come simbolo per valorizzare il patrimonio industriale, progettuale e materiale del nostro Paese a dimostrazione di come le creazioni più iconiche del Made in Italy rappresentino un valore non solo economico, ma anche culturale», ha dichiarato Matteo Lunelli, amministratore delegato Gruppo Lunelli e presidente Tassoni.
Durante la conferenza stampa di inaugurazione dell’evento è intervenuto anche Massimo Caputi, presidente dell’Associazione Marchi Storici d’Italia. «Siamo onorati di essere stati coinvolti dal Ministero quale partner di questa bellissima esposizione che, partendo dalla valorizzazione del patrimonio economico, industriale e culturale rappresentato dai Marchi Storici, si concretizza oggi in un vero e proprio manifesto celebrativo di una parte del saper fare italiano. I Marchi Storici hanno promosso nel corso dei decenni una cultura d’impresa unica e identitaria che li ha resi l’Albero Madre del Made in Italy».