Tra i requisiti per i quali si può essere insigniti dell’onorificenza dell’Ordine “Al merito della Repubblica Italiana” vengono menzionate le attività svolte ai fini sociali, filantropici e umanitari. È con queste premesse che al pastry chef quarantunenne Nicola Di Lena è stato conferito il riconoscimento di Cavaliere dell’Ordine al merito della Repubblica Italiana. Il motivo? Il suo impegno sociale ed etico a favore degli esclusi che ha segnato il suo percorso professionale negli ultimi anni a San Vito dei Normanni, in provincia di Brindisi, grazie a Virgola, pasticceria terapeutica che dal dicembre 2022 accoglie in laboratorio persone con disabilità e donne che hanno subito violenza.
Per chi non lo sapesse Di Lena è il pasticcere che per vent’anni è stato al fianco dello chef Antonio Guida, prima ai tempi de Il Pellicano per poi seguirlo al Mandarin Oriental Milano nelle cucine del Seta dove nel corso di otto anni si è occupato della partita dei dolci e della panificazione sia per il due stelle Michelin che per il comparto food dell’hotel di lusso. «Siamo entrambi pugliesi – afferma Nicola Di Lena ricordando il sodalizio ventennale con lo chef Guida –. Abbiamo lavorato insieme in contesti bellissimi e sono cresciuto davvero molto. A un certo punto della mia vita ho capito di dover cambiare perché quel mondo mi aveva già dato tanto». È con queste premesse che il pastry chef qualche anno fa ha lasciato il fine dining per tornare in Puglia e mettersi in proprio con la moglie Alessia Semeraro, sua partner nella vita privata così come in quella lavorativa. È nel piccolo comune del Salento settentrionale che si è quindi trasferito, inizialmente per seguire XFood, ristorante della Onlus Qualcosa di Diverso che dal 2014 promuove l’inserimento nel mondo del lavoro di persone svantaggiate. Il presidente della stessa cooperativa sociale, Vito Valente, lo ha poi coinvolto per il format di Virgola dove ha costruito il suo dream team. Originario di Ginosa, ma nato in Svizzera, il professionista classe 1981 ha accettato subito il progetto non solo per condividere momenti di leggerezza e gioia, ma per insegnare un mestiere e introdurre questi soggetti fragili al mondo del lavoro grazie a un serio percorso di formazione che fa riflettere sul tema dell’esclusione sociale. «Attualmente con noi lavorano cinque ragazzi, Mimmo e Francesca sono i veterani, ma a breve arriveranno altre due figure dalla scuola alberghiera di Brindisi, entrambe minorenni, che saranno accompagnate da un tutor». Proprio di questo avevamo già parlato con Vittoria Ferdinandi, attualmente ex direttrice culinaria di Numero Zero (si è da poco dimessa per entrare in politica), progetto premiato come Responsabilità sociale nel cibo agli ultimi Food&Wine Italia Awards.
«Stupore. Sì, è questa la parola che mi sono ripetuto più volte dopo aver ricevuto quella chiamata dalla segreteria del Quirinale. Se volete saperla tutto in quel momento ero in laboratorio e non feci in tempo a rispondere al cellulare: dopo aver visto il numero sul display credevo fosse un call center. Poi, contemporaneamente è squillato il telefono fisso in negozio: in quel momento ho realizzato che era tutto vero. Per scherzare ho detto ai miei ragazzi di chiamarmi “Cavaliere”: ci siamo fatti una risata tutti insieme». Questo traguardo si concretizzerà il prossimo 20 marzo, quando Nicola Di Lena sarà ufficialmente premiato dal presidente della Repubblica Italiana Sergio Mattarella in Quirinale insieme ad altri 29 connazionali “per attività volte a contrastare la violenza di genere, per un’imprenditoria etica, per un impegno attivo anche in presenza di disabilità, per l’impegno a favore dei detenuti, per la solidarietà, per la scelta di una vita come volontario, per attività in favore dell’inclusione sociale, della legalità, del diritto alla salute e per atti di eroismo”. Nonostante siano l’altruismo e la nobiltà d’animo a distinguerlo, Nicola però non si sente un eroe: i veri eroi sono i suoi ragazzi che, spatolando panna in mezzo a brioche e sfornando lievitati tipici, insegnano a tutti come essere straordinari in mondo così ordinario. Da Virgola non c’è alcun tipo di barriera, lo dice anche il nome: «Come un segno di interpunzione, affinché la storia continui».