Anche se in passato la vite ha dato prova di poter sopravvivere persino in Scandinavia o in Russia, le principali regioni viticole mondiali sono situate, attualmente e per la maggior parte, fra i 30° e i 50° di latitudine; cioè, la fascia terrestre che si è rivelata ideale dal punto di vista del risultato qualitativo e della resa economica. In tale contesto, occorre però tenere conto di una serie di altre variabili, dal cui intreccio nascono le condizioni che consentono alla vite di produrre uve dai corretti contenuti in zuccheri, acidità, tannini, sali minerali e quant’altro. In altre parole, il vino che riempirà il calice sarà il frutto della complessità tra i fattori biologici (vitigno), geografici, climatici, geologici, ogni volta unico e irripetibile.
Sulla scia di quest’ultimo spirito, ma soprattutto dalla necessità di condurre una riflessione simultanea tra territori accumunati da un semplice quanto fondamentale punto cardinale, nasce la stimolante iniziativa dell’Associazione produttori di San Casciano Classico dal titolo, “Perché Nord!”, che con l’appuntamento del 6 maggio è giunta alla sua terza edizione. Una provocazione? Un monito? Non necessariamente. Anzi, un originale parallelismo che vede il Chianti Classico di San Casciano (non a caso la più settentrionale delle undici Unità Geografiche Aggiuntive della denominazione) “incontrare”, di volta in volta altre superfici vitate. Il turno è toccato in questo caso al Rodano Settentrionale, che ha visto l’ampio approfondimento dell’ingegnoso produttore cortonese Stefano Amerighi, nonché sommo esperto dell’intera zona e del suo vitigno cardine.
Già, per conoscere infatti un territorio viticolo è necessario, in primis, avvicinarsi con la sua configurazione, i suoi punti cardinali, l’assetto e la composizione delle sue ondulazioni, i suoi fiumi (importantissimi!), la sua compagine vegetativo, le sue strade e i suoi percorsi; secondo, poiché bisogna provare a smarcarsi da eventuali luoghi comuni per cui gli areali situati latitudinalmente a Nord (o più a Nord), risulterebbero connotati da situazioni climatiche più fresche. Inoltre, come hanno sottolineato Maddalena Fucile, presidente dell’Associazione e proprietaria della cantina Cigliano di Sopra e Duccio Corsini, produttore della storica cantina Villa Le Corti e padrone di casa del progetto, sempre più donne e uomini che lavorano le terre circostanti non lo fanno cedendo alle lusinghe della facilità e dell’efficienza, ma partendo da un profondo rispetto della terra e del contesto storico, umano e naturalistico entro cui le vigne sono inserite: «Abbiamo a cuore il preservare l’identità dei vigneti sui cui operiamo, per continuare a produrre vini come libera espressione dei rispettivi territori».
San Casciano Classico e i suoi vini
Il suo distretto può essere visto, in larga parte, come un vasto altopiano alluvionale solcato da numerose valli, spesso profonde, la cui parte sommitale si colloca con regolarità attorno ai 300 metri di altitudine. Parte integrante del paesaggio è anche l’olivo, a testimonianza della particolare mitezza del clima che fa di questa UGA una delle zone più precoci dell’intera denominazione. L’uniformità dei suoli, dell’ambiente e del clima fa sì che anche i vini abbiano uno stile piuttosto omogeneo e riconoscibile, distinguendosi in media per un colore meno intenso di altri ma molto fitto, per una struttura tannica bilanciata, oltre che per un’acidità quasi mai aggressiva e per un frutto tendenzialmente rotondo.
La valle del Rodano Settentrionale e i suoi nettari
Il Rodano del Nord è caratterizzato da un clima continentale che ben giova alla varietà del syrah e che trova grande interpretazione in cantine familiari e serissime, come quelle che si incontrano nella Côte Rôtie, divisa a sud nella Côte Blonde, percorsa da terreni ricchi di ardesia, sabbia e calcare e più a nord, nella Côte Brune, pervasa da argilla e ferro. I vini di questa particolare denominazione si caratterizzano, di norma, per l’elegante spezia e la dolcezza del frutto. Saint-Joseph rappresenta invece la denominazione più ambiziosa di questa Valle e si sviluppa per circa 60 chilometri tra i dipartimenti di Ardèche e Loira: un capolavoro architettonico che vanta un panorama eccezionale sulle Alpi di strette terrazze coltivate su terreni granitici e con pendenze alquanto ripidi che elargisce nettari dallo spiccato timbro mediterraneo, giocati sulla freschezza e sui toni floreali. Sulla riva destra del Rodano ha inizio ancora il Crozes Hermitage con l’omonima zona collinare a vertice dell’intera produzione: è da qui, infatti, che proviene il leggendario Syrah più famoso al mondo contraddistinto, spesso e volentieri, da un grande sapidità e da un’altrettanta morbidezza tannica, mentre lievemente più a sud s’incontra infine l’intrigante zona di Cornas, da cui sortiscono Syrah piuttosto saporiti e longevi.