Attira i visitatori come una calamita: il lago di Caldaro, con i suoi vigneti dolci e ondulati e le possenti dimore storiche, rappresenta il cuore della regione vinicola altoatesina. Si colloca nel comprensorio più a sud, quello dell’Oltradige Bassa Atesina (Überetsch-Südtiroler Unterland), il più importante centro vitivinicolo della provincia di Bolzano, attraversato, non a caso, dalla più antica Strada del Vino. Il paese, il cui nome deriva per l’appunto da caldicus o caldera, evidenzia dunque l’influsso dello specchio d’acqua sul clima, a rinforzo dell’escursione termica indispensabile alla cura della vite.
Qui, acqua, vino e montagna sono correttamente “spremuti” anche a scopi turistici, con una miriade di pensioni, trattorie e ristoranti d’hotel: proposte mirate a un tipo di avventore che desidera relax e panorami per alcuni versi simili alle stazioni balneari mediterranee, ma senza turbare la specificità tirolese. Tuttavia, da un po’ di tempo l’Oltradige, interpreta anche la parte di precursore e promotore poiché, per esempio, nelle zone dove nascono i vini di punta, l’allevamento a guyot, ha sostituito il classico sistema a pergola, cercando in questo modo una maggiore coerenza stilistica rispetto ai vitigni che coltiva e vinifica. È proprio il caso di Erste+Neue, cantina creata dalla fusione nel 1986 di Erste Kellerei – prima cantina sociale di Caldaro – nata nel 1900 con Neue Kellerei, altra cantina sociale fondata nel 1925: una parte alquanto considerevole della storia vitivinicola, non solo del territorio di Caldaro, quanto di tutto l’Alto Adige, grazie a un cammino che procede senza sosta da più di 120 anni. Ed è ancora una storia di unione quella che ha contraddistinto il recente passato di Erste+Neue quando, nel 2016, ha scelto di confluire all’interno di Cantina Kaltern, per consolidare e rinnovare al contempo l’identità del marchio, come spiega l’enologo Thomas Scarizuola: «Ottenere vini accattivanti, che si riconoscono per un distintivo carattere e per un timbro alpino di freschezza».
I vini Puntay
È la loro linea di punta che enfatizza con maggior precisione le caratteristiche varietali dei vitigni di provenienza, ovvero vigneti terrazzati e distribuiti in varie parcelle prevalentemente esposte a sud, dislocate a partire dai pendii più bassi della Mendola fino ad arrivare alle pendici delle Dolomiti: una selezione ancora più accurata dei migliori appezzamenti, seguita da una vinificazione delicata e ancora meno invasiva. I vini risultano piuttosto complessi ma verticali, con aromi nitidi e intensi, accomunati da una impressionante abbinabilità ai cibi: un circolo virtuoso che si traduce, senza troppi fronzoli, in complementarità, territorialità ed esclusivismo.
«L’annata 2022 è stata oggettivamente positiva per la qualità delle uve portate in cantina, e segna, tra l’altro, la certificazione biologica della linea Puntay – chiarisce Thomas Scarizuola. – Nonostante le numerose difficoltà legate al clima, che è stato particolarmente caldo e siccitoso, le piante hanno retto bene lo stress idrico dovuto alla scarsità di piogge nel periodo estivo e su questo aspetto ha giovato sicuramente l’altitudine media sulla quale si trovano i vigneti, che in alcuni casi raggiunge gli 800 metri sopra il livello del mare».
Il Puntay Sauvignon Alto Adige Doc 2022, nettare dalla elevata mineralità e verticalità, grazie al terreno porfirico su cui sono presenti i vigneti, è molto deciso nei richiami tipici della varietà, mette in mostra un palato di carattere ed energia con toni deliziosamente più vegetali che maturi. Il Puntay Gewürztraminer Alto Adige Doc 2022, esempio di forza ed equilibrio, caratterizzato da una aromaticità non preponderante, si concede particolarmente speziato, ma sfumato da note di rose lieve fumé. Il Puntay Pinot Bianco Alto Adige Doc 2022, proveniente da vigneti tra i 400 e i 600 metri di altitudine contraddistinti da un suolo calcareo, rivela toni floreali puri innervati da sentori di litchi e camomilla, presentandosi tonico e persistente fino in fondo. Il Puntay Kalterersee Classico Superiore Alto Adige Doc 2022, da uve schiava, è semplicemente un “inno alla bevibilità”, proponendosi con un sapore di ottima pienezza e con un finale sapido e intenso. Infine, il Puntay Chardonnay Alto Adige Doc 2022, appare profondo, finissimo, ricamato nei deliziosi profumi che ricordano l’agrumato e il floreale; netto e profilato al sapore, chiude snello e lunghissimo.