Era l’apertura più attesa dell’estate napoletana (e non solo) dopo quelle nella vicina isola di Capri, come avevamo già annunciato un paio di mesi fa. Adesso, mentre la stagione è ormai definitivamente partita, il sogno gastronomico di molti – a cominciare dai protagonisti, che inseguivano l’idea già da diversi anni – diventa realtà: dall’11 luglio apre le sue porte e la sua spettacolare terrazza Lisola, il progetto che vede finalmente insieme lo chef Nino Di Costanzo, che ha portato le due stelle Michelin sull’isola nel giardino incantato del suo Danì Maison, all’incirca dall’altro lato di Ischia, e Ivano Veccia, pizzaiolo di talento che si è fatto conoscere per le belle imprese romane prima da Quinto e adesso da Allegrìo.
Qui l’atmosfera non è meno suggestiva: siamo a Forio, lungo la strada che costeggia il mare appena fuori dal porticciolo, all’altezza dello Scoglio degli Innamorati, in una struttura di tufo verde rimessa a nuovo con grande cura che resterà aperta anche nei mesi invernali, grazie alla sala interna che affianca la veranda con angolo bar, il bancone della salumeria, la cucina, la pizzeria, la griglia e lo spiedo, mentre una cantina interrata nel tufo ischitano custodisce bottiglie decisamente interessanti, con oltre 300 referenze e le bolle italiane in pole position grazie alla partnership con Ferrari. Il pezzo forte resta comunque l’ampio spazio esterno che vede al centro un albero d’olivo, diviso tra una terrazza con giardino, un pergolato sorrentino e cinque privè dedicati ai percorsi di degustazione più lunghi e a cene conviviali. E poi, il mare del golfo a fare da sfondo per ogni tavolo e la vista impareggiabile che spazia da Ventotene alla sagoma bianca della Chiesa del Soccorso di Forio, con il monte Epomeo alle spalle.
«Siamo davanti a uno dei tramonti più belli del Mediterraneo: un panorama magico», racconta Nino Di Costanzo. Dietro al progetto de Lisola c’è soprattutto una storia di amicizia: quella che lega lui e Ivano Veccia, e quella di entrambi con l’imprenditore veneziano (ma di origini campane, e legatissimo a Ischia) Federico de Majo che, partito dalla vetreria di famiglia a Murano ha creato poi il prestigioso brand Zafferano e lampade come la Poldina, realizzando calici da degustazione, bicchieri, accessori per la tavola e progetti di illuminazione che uniscono design raffinato e grande funzionalità.
Dal rapporto di amicizia e stima è nata l’idea – che nella mente di Di Costanzo e Veccia c’era già da diversi anni – di creare qualcosa insieme, inevitabilmente all’insegna del bello e del buono. Nasce così, dopo circa un anno e mezzo di lavori, l’affascinante struttura che ospita un ristorante e una pizzeria con forti richiami alla cucina tradizionale ischitana, una sorta di buen retiro gastronomico aperto dall’aperitivo alla cena dove rifugiarsi dopo una giornata di fatiche nelle acque del golfo e sulle spiagge dell’isola.
Non bisogna però certo immaginarsi un “ristorante pizzeria” di stampo classico. Né negli ambienti, tra vetrate panoramiche, dettagli che rimandano alle tradizioni isolane e arredi in materiali naturali realizzati in gran parte da artigiani ischitani e dove naturalmente è molto presente il vetro, né tanto meno nella proposta, basata su quello che i tre soci definiscono “un concept molto dinamico che annulla i confini tra cucina, pizza e brace”, basato sulla condivisione, sulla stagionalità delle materie prime – in prevalenza campane, con sconfinamenti tra Calabria e Sicilia – e da una essenzialità di stampo mediterraneo vista però con gli occhi e le mani di una grande chef e un grande pizzaiolo.
Così si potrà scegliere tra alcuni piatti ormai iconici di Di Costanzo – come gli spaghettoni ai cinque pomodori e la cacio e pepe con i gamberi rossi, o la paella napoletana – e le pizze più apprezzate di Veccia, come la Lasagna povera, la Capricciosa e la Pizzaiuolo, in cui reinterpreta un grande classico come la Provola e Pepe, oltre a quella alla pala in versione “Bruschetta” e a quella fritta. Ma ci saranno anche proposte “comfort” che spaziano dalla parmigiana di melanzane e il pan brioche con burro e alici a pesce e carne alla brace. E se pizza e cucina avranno due menu degustazione dedicati – il primo a 50 euro e il secondo, battezzato Giro de Lisola, a 60, vini esclusi – nel privée i due mondi dialogheranno, vedendo alternarsi crudi di pesce, Lasagna Povera, padellino Catalana d’Astice, Ravioli di coniglio all’ischitana e altro ancora. Mentre la chiusura è affidata a dessert a base di frutta lavorata, come il carpaccio d’ananas arrosto. Ma Nino Di Costanzo ha già in mente letture in chiave moderna dei dolci della tradizione campana.