Il Serpico di Feudi di San Gregorio è stato uno dei vini che hanno rivoluzionato il panorama campano: Aglianico in purezza, è un rosso che, pur facendo meno invecchiamento in bottiglia dei classici Taurasi della regione, ha subito mostrato di avere grande stoffa e, a metà degli anni 90, ha indicato una direzione più moderna per i vini della Campania. Questo per dire come Feudi sia stata una cantina pioniera fin dall’inizio. E se l’etichetta di una bottiglia non è certo mai garanzia di qualità, quelle eleganti e innovative dell’azienda irpina – opera di Massimo Vignelli, una leggenda del graphic design che ha anche creato l’iconica mappa della metropolitana di New York tra le altre cose – aiutano a comprendere la filosofia di base di Antonio Capaldo (come di suo padre prima di lui): che una bottiglia di vino e un’opera d’arte condividono lo stesso processo creativo. Ciò è evidente a partire dalla cantina stessa: progettata dagli architetti Hikaru Mori e Maurizio Zito, mantiene una sorta di austera eleganza modernista fondendosi al tempo stesso con il contesto naturale. All’arrivo, si apprezzano le linee essenziali e il tetto d’acciaio a griglia della struttura, che sembra galleggiare sopra i giardini e i canali d’acqua; all’interno, la gran parte della struttura si sviluppa sottoterra. Man mano che si scende diventa più buio e freddo e, una volta in profondità, il cubo di vetro che ospita la sala degustazione è sospeso sulle file di botti, in un nuovo incontro tra materiali naturali e artificiali. Lungo il percorso, una scritta rossa a neon sulla parete riprende una frase rivolta da Vignelli ad Antonio Capaldo: “I tre punti fondamentali nella vita sono: Vision, Courage, Determination. Chi non li possiede si merita di fallire”. Ma architettura e visione (e vino) qui sono solo una parte dell’esperienza, poiché la cantina è parte del più ampio progetto di Borgo San Gregorio. Non fermarsi al notevole ristorante San Gregorio, dove lo chef Danilo Uva utilizza i prodotti dell’orto e del giardino aromatico in piatti come l’agnello Laticauda al barbecue con chutney di gelsi bianchi e rafano, in una sala in cui spiccano un “nido” di rami di castagno che ospita il tavolo del sommelier e una cucina a vetri, sarebbe un peccato.
Da provare
Un soggiorno a Borgo San Gregorio, che accoglie gli ospiti nelle stanze delle Dimore Naturalia
e Botanica Maison, va ben oltre la semplice degustazione. Certo, venite qui per assaggiare i vini; ma godetevi anche lo spettacolo di arte, vino e architettura, cenate al ristorante, fate un picnic nella tenuta, esplorate l’orto e il paesaggio nei dintorni, e molto altro.
Da portare a casa
Irpinia Aglianico Doc Serpico
C’è potenza, senza dubbio, ma anche eleganza in questo vino, e il frutto scuro e polposo è bilanciato dalla freschezza della spina acida. Il Serpico ha la rara qualità di essere adatto all’invecchiamento ma di lasciarsi bere anche appena esce sul mercato. Viene dallo storico vigneto “Dal Re”, dove crescono viti di Aglianico pre-fillossera.