Forse il territorio casertano non sarà tra i più rinomati – o comunque tra i primi che possano venire in mente – per l’enoturismo. Eppure basta poco a distaccarsi da preconcetti e luoghi comuni e lasciarsi incantare dalla bellezza delle zone più incontaminate e bucoliche dell’areale campano, come quella che si estende alle falde del vulcano spento di Roccamonfina, e dalla bontà dei vini che nascono da queste parti. Tra questi, vanno annoverati sicuramente quelli de I Cacciagalli, la bella azienda agricola avviata dalla famiglia Iannaccone acquistando una masseria del Settecento poi ampliata e ammodernata: dai 12 ettari dedicati ai vitigni autoctoni campani coltivati secondo i principi dell’agricoltura biodinamica (cui si affiancano oliveti, noccioleti e bosco) nascono etichette che raccontano in modo nitido e identitario il territorio dell’antica Campania Felix, da Fiano e Falanghina ad Aglianico, Pallagrello nero e Piedirosso. Si deve a Diana Iannaccone e Mario Basco – oggi alla guida dell’azienda – il progetto dedicato all’ospitalità, con il riammodernamento della struttura e la creazione del Wine Resort che resta fedele ai principi della biodinamica e dell’armonia con la natura: 8 belle camere di diversa tipologia, il ristorante Humus che (a pranzo e cena e anche per ospiti esterni) propone un’interessante cucina contemporanea ma saldamente radicata sul territorio e i suoi prodotti secondo il principio del “colto e mangiato” e un biolago balneabile, alimentato dalle acque del vicino ruscello purificate e filtrate con microfibra di cocco, per il relax. L’arrivo del direttore Giovanni Diodato, che sposa pienamente la filosofia dei titolari, ha dato nuovo impulso all’accoglienza, con l’introduzione di un light lunch per gli ospiti del resort o per la clientela business, e la rinnovata proposta dei wine tour dedicati all’assaggio dei vini (e dell’olio extravergine) aziendali accompagnati da “tapas” a base di prodotti locali e presìdi Slow Food come l’hummus di “Cece di Teano” con curry e caprino, la montanarina home made o i bignè con trota salmonata, albicocca Pellecchiella del Vesuvio e stracciata di bufala. La struttura è ideale anche per cerimonie, e sono in programma futuri sviluppi di camere e spazi per eventi.
Da provare
Tra i wine tour proposti, quello dedicato a L’Anfora nel Bicchiere prevede la visita guidata con la spiegazione del processo produttivo dei vini in anfora, appunto, seguita dalla degustazione di tre vini così lavorati accompagnati dalle tapas dello chef. Ma c’è anche la possibilità di visita con pranzo o cena.
Da portare a casa
Roccamonfina Igt Zagreo
Dalle uve di Fiano coltivate in biologico e biodinamico sui suoli di natura vulcanica che circondano Teano, vinificate in anfora (dove il vino poi si affina) con lunghe macerazioni, nasce questo bianco fresco e spavaldo, piacevolissimo da bere.