Quando a Londra lavorava come barback di Luca Cinalli (oggi suo collega di fama mondiale), Luca Bruni non aveva ancora ben chiaro cosa avrebbe fatto da grande. Del resto, era poco più che ventenne. Dopo quell’esperienza all’estero, una volta rientrato in Italia, il giovane originario di Terni aveva la percezione di arrivare dal futuro. Era pronto a ripartire quando gli consigliarono di andare a Rieti per conoscere la proprietà di Depero. Da quell’incontro sono trascorsi cinque anni: oggi Luca è uno dei talentuosi volti della miscelazione italiana in un premiato cocktail bar di provincia, aperto nel 2012 da Antonio Tittoni, imprenditore che per passione lavora anche dietro al suo bancone, e che si è laureato con una tesi universitaria sulla crisi del mercato dell’arte. Un dettaglio non trascurabile quando scegli di chiamare il tuo locale con il cognome di uno dei firmatari del manifesto futurista. Prima di inaugurare Depero si occupava di eventi e uno degli ultimi l’ha organizzato proprio sui 100 anni del movimento fondato da Marinetti. «Remiamo tutti nella stessa direzione, cercando di inserire il pensiero futurista in mixology. Come? Lo esploriamo dal punto di vista intellettuale e ricreiamo dinamismo nell’esperienza – spiega Luca –. I nostri drink cambiano di sorso in sorso. Per esempio, nei cocktail on the rocks, più il ghiaccio si scioglie e più la ricetta evolve. Nel nostro cubo sotto zero è incorporato un ingrediente attivo che vivacizza la bevanda. Nel signature Negroni Pornostar, ad esempio, l’ice cube al passion fruit rilascia gra- dualmente l’aroma fruttato, bilancian- do il cocktail». L’eclettismo è la cifra distintiva di Depero che, in realtà, è una fucina continua di idee. Merito del “menu solido” firmato da Chiara D’Orazio, compagna di Antonio, con un focus sulle pizze, così come degli altri format del gruppo. Per cinque mesi l’anno, la crew gestisce il Tukana, locale in stile tiki, mentre The Wanderer, situato nei pressi di Depero, è specializzato in spiriti invecchiati, soprattutto whisky. L’ultimo progetto si chiama Studio Futura: «Per ora è un laboratorio di ricerca e sviluppo. Il venerdì e il sabato si trasfor- ma in bar take away, come spin off di Depero quando siamo in overbooking. Vorremmo realizzare una sorta di chef’s table per esperienze immersive tra cocktail, cucina e arte».
Bonaventura Maschio
La famiglia Maschio, con radici nella distillazione a partire dalla fine dell’Ottocento a Cismon del Grappa, ha evoluto la sua attività in un’azienda solida a Gaiarine, nel Trevigiano, grazie a Bonaventura Maschio. A lui è dedicata la Grappa 903, la cui morbidezza segue i dettami della tradizione veneta. Suo figlio Italo ha poi lanciato negli anni 80 il Prime Uve, distillato d’uva che ha rafforzato la notorietà del marchio. Oggi, insieme ai figli Anna e Andrea, la famiglia è impegnata nella ricerca di nuovi metodi di distillazione. A caratterizzare Bonaventura Maschio è la barricaia, dove l’acquavite matura in botti di rovere francese in condizioni climatiche variabili ed esposte diversamente alla luce solare per esaltare la complessità del distillato. Il risultato è un prodotto disponibile in più varianti: dal Prime Uve Bianche (dai vitigni di Glera e Riesling) al Prime Uve Nere (blend di Refosco e Cabernet Franc) fino al Prime Uve Oro, che spicca per l’intensità aromatica delle uve Glera appassite.
primeuve.com