A un anno dall’apertura di Gabrini, il locale che ha preso il posto della storica rosticceria Franchi, torna “La giostra di Gabrini”, un appuntamento divertente e dinamico che porta nelle cucine del ristorante alcuni degli chef più interessanti del panorama gastronomico italiano. Se lo scorso anno l’insegna aveva accolto cuochi come Salvatore Tassa (Colline Ciociare, una stella Michelin) e Davide Del Duca (Osteria Fernanda e Bianca Trattoria), quest’anno vedrà alternarsi a fianco dello chef di casa, Marco Moroni, altri protagonisti di rilievo, capaci di raccontare l’evoluzione della cucina italiana, dalle tradizioni delle trattorie alle nuove tendenze gourmet.
Il primo appuntamento è stato ieri, lunedì 16 dicembre, con Gennaro D’Ignazio della storica trattoria La Vecchia Marina a Roseto degli Abruzzi, un indirizzo apprezzato per la sua cucina marinara, che racconta la profonda conoscenza del mare di D’Ignazio e del cognato Giovanni Parnanzone, che guida insieme a lui l’insegna. Nel menu i sapori iodati sono stati protagonisti: dal Coccetto di broccoli e arzilla (ricetta della tradizione romana) al Totano ripieno, dall’Oliva fritta ripiena di pesce ai Maltagliati con seppie, lupini e carciofi.
Nel primo mese del 2025, l’indirizzo di via Cola di Rienzo accoglierà Stefano D’Onghia di Osteria Botteghe Antiche. È fissata per lunedì 20 gennaio la cena con lo chef e patron del ristorante di Putignano (Bari) porterà la sua interpretazione della cucina che si esprime specialmente con ricette moderne e creative, in cui i prodotti di terra sono protagonisti. La seconda edizione della “Giostra di Gabrini” si concluderà lunedì 10 febbraio con Cesare Battisti, cuoco e proprietario del ristorante milanese Ratanà, che sta riportando in auge ricette tradizionali della gastronomia lombarda con eleganza e contemporaneità, secondo una filosofia culinaria no waste e stagionale, come lui stesso racconta.
I prossimi appuntamenti del format gastronomico romano torneranno a marzo 2025: sono stati già confermati Marco Martini, dell’omonimo stellato romano all’Aventino, e Antonio Chiodi Latini, “il cuoco delle terre” di Torino, uno degli interpreti più talentuosi della cucina vegetale in Italia.