È tornata a svolgersi ad Abu Dhabi la cerimonia – dopo lo stop forzato del 2024 a causa del conflitto in corso a Gaza – per la quarta edizione dei Mena’s 50 Best Restaurant Awards, la classifica che premia i migliori 50 ristoranti del Nord Affrica e del Medio Oriente. Ancora una volta è Dubai a dominare il podio (con molti altri ristoranti presenti in lista) e, per il terzo anno consecutivo, è Orfali Bros Bistro ad aggiudicarsi il primato. «Siamo orgogliosi e fieri di aver raggiunto questo traguardo ancora una volta» commenta Mohammad Orfali, uno dei tre chef patron dell’indirizzo di Jumeirah assieme ai fratelli Wassim e Omar, durante la conferenza stampa di premiazione. Il segreto di questa insegna che continua a vincere e convincere è quello di una bistronomia – come amano chiamarla i tre fratelli – che racchiude la loro comune visione culinaria: una cucina identitaria e contemporanea che, in una città all’avanguardia come Dubai, non dimentica le tradizioni, anzi supporta i produttori locali e le materie prime del territorio degli Emirati Arabi.
Sugli altri gradini del podio dei Mena’s 50 Best troviamo il Trèsind Studio, che conferma il secondo posto ottenuto nel 2024, e Kinoya, l’insegna di ispirazione nipponica che compie un considerevole balzo in classifica considerando l’11esima posizione dello scorso anno.
Delusione Italia
Tra le 11 città rappresentate ai Mena’s 50 Best Marrakech è sicuramente una delle mete più interessanti. Nel lussurioso hotel Royal Mansour la famiglia Alajmo applica il suo “credo gastronomico” con il ristorante Sesamo guidato da Riccardo Barni, l’unica rappresentanza italiana rimasta in classifica alla posizione numero 32. Un successo, considerando il 45esimo posto dell’edizione 2024. Escono invece dalla lista sia il Talea by Antonio Guida di Abu Dhabi sia Alba by Enrico Crippa a Doha. Un’altra nota lieta che inorgoglisce il nostro Paese è la figura di Claudio Bosio, assistant general manager di Ossiano, uno dei migliori indirizzi di Dubai (all’interno dell’hotel Atlantis) che, oltre a piazzarsi in quinta posizione, riceve il premio nella categoria Art of Hospitality Award.
Donne protagoniste
Nonostante le particolari criticità che spesso le donne si trovano ad affrontare in alcuni Paesi del Nord Africa e del Medio Oriente, la cerimonia dei 50 Best ha visto alternarsi sul palco diverse figure femminili che con il loro approccio e talento stanno cambiando la cultura gastronomica di questa regione. Il premio come Best Female Chef ha celebrato la cucina di Yasmina Hayek dell’Em Sherif di Beirut (in nona posizione), mentre il riconoscimento come miglior pastry chef è stato vinto da Carmen Rueda Hernàndez, grazie ai dolci eccezionali serviti al Brix Desserts di Dubai: una pasticcera formidabile – tra le sue esperienze vanta anche un’avventura al mitico El bulli – che di recente ha inaugurato pure il Brix Café, sempre a Dubai, un’insegna dedicata agli appassionati di pasticceria e cultori di caffè.
La talentuosa cuoca del Fusions by Tala di Manama in Bahrain (al sesto posto), Tala Bashmi, ha ricevuto il Chef’s Choice Award, un premio assegnato ai cuochi che hanno avuto un impatto positivo sulla comunità culinaria regionale in base ai voti dei colleghi dei ristoranti presenti nella Mena’s 50 Best. Infine, nella categoria Higest New Entry, a sorprendere è Dara Dining by Sara Aqel che debutta in 18esima posizione. Ad Amman, in Giordania, la chef di origini palestinesi è tornata nella sua terra natale per proporre una cucina di ispirazione mediterranea con ingredienti locali, dove è il pesce a dominare la proposta gastronomica.
Nella gallery fotografica la classifica completa.