Nel comune di Altomonte, borgo da cartolina in provincia di Cosenza tra i più belli d’Italia, c’è una cantina dove s’incontrano tre regioni: Calabria, appunto, Friuli Venezia Giulia e Puglia. La storia di Terre di Balbia è stata scritta due volte: la prima a inizio anni 2000, quando Gianni Venica (sì, di Venica & Venica) decise d’investire sulla Punta d’Italia per impiantare i suoi rossi internazionali per imbottigliarli nel Collio; la seconda nel 2014 quando venne rilevata da Giuseppe Chiappetta, ingegnere cosentino che qui ha voluto costruire il sogno enoico di una vita insieme ai figli. Per farlo si è affidato a un amico produttore, il pugliese Gianfranco Fino (la sua cantina è anche tra le nostre 50 top del 2024) che è diventato l’enologo ufficiale di Terre di Balbia.
L’unico vitigno rosso che è stato lasciato rispetto alla precedente proprietà friulana è il Merlot che oggi si esprime attraverso una delle tre etichette dell’azienda che da sempre crede nella produzione biologica (tutte le lavorazioni in vigna avvengono a mano con l’ausilio di due trattorini cingolati): il Blandus. Questa interpretazione “gentile”, come suggerisce il nome stesso, sembra un’eccezione ragionata rispetto al grande lavoro di recupero e valorizzazione dei vitigni autoctoni della regione su cui Chiappetta e Fino hanno scommesso. Lo dimostrano Ligrezza e Fervore, le due altre (e al momento uniche) bottiglie di Terre di Balbia. Rispettivamente Gaglioppo 100% e Magliocco Dolce 100%, danno origine a un rosato e a un rosso che credono nei lunghi affinamenti. È soprattutto con il Magliocco, piantato in terra rosso e sotto riserva idrica di argilla, che la cantina ha rotto gli schemi puntano sulla bassa gradazione e sulla longevità, con tannini importanti ammorbiditi dal tempo (almeno cinque anni tra bottiglia e botte da 10 ettolitri e barrique francesi François Frères).
A questi tre vini, lavorati tutti in purezza, presto si aggiungeranno altre due etichette: se già nel 2024 uscirà il primo bianco di Terre di Balbia, prodotto con uve autoctone di Mantonico Bianco (azzardiamo a dire uno dei vitigni calabresi più interessanti), ci vorrà qualche tempo in più per stappare lo Spumante Rosato di Magliocco.