Pinot Nero in Toscana

I vignaioli di Pinot Nero dell’Appennino Toscano

In Lunigiana, Garfagnana, Mugello e Casentino, dodici cantine si uniscono attorno a questo vitigno internazionale a bacca rossa, che acquisisce sfumature e caratteristiche uniche a seconda della zona di coltivazione.

Considerati da sempre sinonimi di valichi, scambi e contaminazioni, più che spartiacque o frontiere, gli Appennini riproducono dunque la spina dorsale italiana, non solo per la dimensione strutturale, ma anche e soprattutto per il ruolo di “montagna madre”, generatrice di cultura e civiltà. In particolare, l’Appennino Toscano, oltre a essere caratterizzato da un’indubbia seduzione paesistica e paesaggistica, tratteggia il profilo di una collettività che si differenzia ancora oggi, effettivamente, per la sua sensibilità nei confronti della tutela e della conservazione del territorio. 

Resilienza e adattamento non mancano di certo a queste persone, come per esempio ai Vignaioli di Pinot Nero dell’Appennino Toscano che da tredici edizioni introducono un’iniziativa piuttosto stimolante, Eccopinò, come appuntamento imprescindibile per conoscere una realtà produttiva eterogenea per storia e areali, ma con un denominatore comune: la coltivazione di tale varietà in luoghi fuori dalle comuni rotte enologiche in Toscana.

«Nelle nostre valli (Lunigiana, Garfagnana, Mugello, Casentino, Valtiberina, ndr), che dal confine con la Liguria si susseguono fino ai limiti dell’Umbria, il vino ha fatto parte di un’agricoltura marginale, di sussistenza e tradizione, raramente di cospicui investimenti e pianificazioni. In questo quarto di secolo forse qualcosa è cambiato. Dopo i primi esperimenti, la coltivazione del Pinot Nero è diventata una possibilità d’impresa e di occupazione, tanto che sono nate nuove aziende e alcune già esistenti hanno esteso a questo vitigno la propria attività», commenta il presidente Cipriano Barsanti di Eccopinò. 

Abbiamo individuato le 12 realtà che, animate dalla passione per le loro vigne e montagne, e soprattutto unite dall’amicizia (come recita il loro insolito ma brillante manifesto), considerano fondamentale collaborare per promuovere sia un’agricoltura sostenibile che il recupero del patrimonio rurale.

Casteldelpiano – Licciana Nardi (MS)

Siamo in Lunigiana, a Licciana Nardi, dove Sabina Ruffaldi e Andrea Ghigliazza hanno reimpiantato il vigneto – 2,5 ettari – nel 2004 sull’antico deposito alluvionale del fiume. Sia la coltivazione che la vinificazione vengono condotte in modo naturale, senza aggiunta di lieviti o additivi e con basse dosi di solforosa. Si producono anche olio extravergine e miele. Inoltre, nel piccolo Castello dei Malaspina, sede dell’azienda, sono disponibili otto camere recentemente restaurate, pronte ad accogliere i viaggiatori. casteldelpianolunigiana.it

Macea – Borgo a Mozzano (LU)

Nel comune di Borgo a Mozzano in provincia di Lucca, più precisamente nella valle del Serchio, Antonio, Cipriano e Mauro Barsanti conducono l’azienda di famiglia dal 2004. In cantina vengono utilizzate solo uva e piccole aggiunte di solfiti. Il resto è pura ricerca di tecniche minimaliste che si rifanno ad ancestrali saperi recuperati ed interpretati con le moderne conoscenze in ambito microbiologico e chimico. macea.it

Fattoria di Cortevecchia – Scarperia a San Piero (FI)

La cantina nasce dalla voglia di esprimere le intuizioni che Sandro Bettini già in giovane età aveva: dimostrare che il Mugello fosse terra di bianchi e di spumanti. Così nel 2012, grazie anche all’amicizia con Giuliano Tarchi, viene piantata la prima vigna ad “Alberello Areato” di Pinot Nero nel comune di Scarperia e San Piero a 250 mt-slm. Da quel giorno, l’evoluzione del progetto, arrivato oggi a 1,2 ettari, ha visto nascere altri vini quali Nero Rosé e Rossano, tutti rigorosamente 100% Pinot Nero. fattoriacortevecchia.it

Tenuta Baccanella – Borgo San Lorenzo (FI)

Le sinergie specifiche fra terreno e clima, unite al tempo che giornalmente dedica Giulio Cappetti insieme alla moglie Nicoletta e ai figli Umberto e Guido all’azienda agricola in quel di Borgo San Lorenzo, danno vita a vigneti di pinot nero che, perennemente inerbiti, trasformano la vigna in un giardino “biologico” incantato, suggestivo ed elegante. facebook.com/tenutabaccanella

Terre di Giotto – Vicchio (FI)

La conduzione biodinamica della tenuta, situata nella suggestiva zona di Vicchio, è affidata a Michele Lorenzetti, che oltre a gestire il vigneto e la vinificazione, offre consulenze agronomiche ed enologiche sia in Italia che all’estero. In cantina, le fermentazioni avvengono spontaneamente e l’uso di zolfo è ridotto al minimo. Il Pinot Nero fermenta anche con i raspi, in quantità variabile a seconda delle annate. michelelorenzetti.com/#giotto

Il Rio – Vicchio di Mugello (FI)

Concimazione con letame, terreno costantemente coperto da essenze spontanee, potatura verde mirata a equilibrare chioma e frutto, e trattamenti biologici sono tutti interventi pensati per ridurre al minimo le operazioni in cantina. Paolo Cerrini, insieme alla moglie Manuela, ha scommesso fin dagli anni Novanta sul Pinot Nero, puntando sulle caratteristiche pedoclimatiche di una zona considerata marginale per la viticoltura, a Vicchio di Mugello. ilriocerrini.it

Bacco del Monte – Vicchio (FI)

Nel 1985, la famiglia Bacci si trasferisce al “Monte”, dove decide di piantare una piccola vigna a uso familiare. La passione per il vino cresce nel tempo, tanto che nel 2016 decidono di dedicare due ettari al Pinot Nero. Il loro impegno per la sostenibilità e il rispetto del territorio si riflette nei loro vini, caratterizzati da bassissime quantità di solfiti aggiunti e dall’assenza di filtrazione. baccodelmonte.com

Fattoria Il Lago – Dicomano (FI)

Un tempo proprietà dei Marchesi Vivai-Bartolini-Salimbeni, una nobile famiglia fiorentina, la tenuta si trova nella rinomata zona viticola del Chianti Rufina. Nel 1962, passa alla famiglia Spagnoli, che intraprende immediatamente un ampio e continuo processo di recupero, sia immobiliare che agronomico, con una particolare attenzione al settore viticolo. È proprio in questo contesto che decidono di puntare sul Pinot Nero, un vino che per loro non è solo una scelta, ma una vera e propria passione e sfida. fattoriaillago.com

Borgo Macereto – Dicomano (FI)

L’azienda si estende su circa 20 ettari, situati sulle colline che sovrastano il territorio tra Mugello e Valdisieve, nel comune di Dicomano. Sei ettari sono destinati a vigneto e sono gestiti da Nicola Foscarini, di cui uno impiantato nel 2006 a Pinot Nero e allevato a Guyot. I sesti di impianto sono progettati per ottenere una bassa produttività, favorendo così la qualità del raccolto. borgomacereto.it

Frascole – Dicomano (FI)

A Dicomano, con vista sulle valli di Mugello e Valdisieve, le vigne dell’azienda si arrampicano su colline molto ripide, raggiungendo i 500 metri di altitudine. I 12 ettari di vigneto sono suddivisi in 9 appezzamenti, ognuno con caratteristiche uniche in termini di composizione e posizione. Dal 1992, l’approccio agronomico ed enologico delle famiglie Lippi e Santoni è improntato a un metodo minimalista, convinti che questa sia la via migliore per creare vini unici e fortemente legati al territorio. frascole.it

Ornina – Castel Focognano (AR)

Il progetto nasce nel 2008, quando Marco Bigioli rileva i due ettari di vigneto piantati dal padre nel 1973 all’interno della storica proprietà di famiglia, situata nel Casentino, a Castel Focognano. Da quel momento, si fa strada la necessità di prendersi cura di una terra particolarmente generosa, intraprendendo prima la via dell’agricoltura biologica e successivamente quella della biodinamica, per arrivare infine all’adozione del metodo naturale in cantina. ornina.it

Fattoria Brena – Cortona (AR)

Nel comune di Cortona, tra la Valdichiana toscana e la Valtiberina umbra, nel 1999 Giancarlo Bucci sceglie di rendere omaggio a questi luoghi con uno dei vitigni più nobili e impegnativi: il Pinot Nero. Oggi gestisce circa un ettaro e mezzo, coltivando 11 cloni di Pinot Nero, con un lavoro interamente manuale e un’attenzione particolare alla qualità, utilizzando esclusivamente prodotti naturali. La produzione annuale è di circa 5mila bottiglie.
facebook.com/brena1951

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