Rivendita di vini e liquori sin dagli inizi del Novecento, enoteca con mescita a partire dal 1978: nella Capitale, al civico 313 di via Cavour il vino è protagonista di una storia che dura da più di un secolo. Dopo circa diciotto mesi di lavori di ristrutturazione, è iniziato un nuovo capitolo per questa insegna di Rione Monti, grazie a Josephine Lamunière, proprietaria parigina e figlia di vignaioli della Loira. Trasferitasi a Roma, Josephine ha deciso di affiancare Pulika Calzini, gastronomo e sommelier, già sodale della vecchia compagine di Cavour 313.
Oltre al restyling estetico, anche l’aspetto gastronomico ha subìto una profonda evoluzione. Il locale si divide in due ambienti, ciascuno con una proposta distinta: informale nell’area mescita (con una ventina di posti a sedere), più ambiziosa nella zona ristorante, che conta 35 coperti. Nella cucina a vista, lavorano gomito a gomito Riccardo Bernabei e Antonio Sarnataro. Romano il primo, ischitano il secondo, entrambi rientrano pienamente nel cliché, sempre più apprezzato, degli chef “giovani ma già con importanti esperienze alle spalle”.
L’obiettivo dichiarato è quello di creare commistioni tra il gusto transalpino e quello nostrano. Per intenderci, tra i loro cavalli di battaglia vi è lo Spaghettino “come una zuppa di cipolle”; mentre la tradizionale minestra capitolina di broccoli e arzilla, è stata rimodellata nella forma e nella sostanza attraverso tecniche da “grande cuisine”. Interessante anche il lavoro sui vegetali: il Porro con miso, lenticchie nere, tartufo e melagrana sorprende per i sapori pieni e l’efficacia dei contrasti. Pan di spezie, zucca e nocciole è con tutta probabilità il più goloso dei dolci della carta invernale. A cena il menu degustazione di quattro portate a 60 euro è sicuramente l’opzione più conveniente, ma volendo si può anche ordinare anche alla carta. A pranzo, l’offerta è più snella e vi è una formula con un antipasto, un piatto principale e un dessert a 35 euro.
Al piano inferiore del locale vi è la cantina, dove sono custodite più di 200 etichette di vini naturali, biologici o biodinamici. Sono invece per lo più eredità della precedente gestione le bottiglie di grandi nomi che rappresentano una garanzia per chi preferisce una bevuta più classica.