Monte-Carlo Société des Bains de Mer

Monte Carlo fa all-in

Il quartiere più noto del Principato di Monaco rilancia la sua vocazione turistica puntando tutto su hôtellerie di lusso e gastronomia di stampo cosmopolita.

I sontuosi lampadari, gli stucchi e gli affreschi che arricchiscono i soffitti e le pareti del Casinò di Monte Carlo – a cominciare da quello raffigurante Le Grazie Fiorentine tra cui ci sarebbe la Bella Otéro, ballerina della Belle Époque e grande giocatrice – guardano ancora, silenziosi e discreti, l’avvicendarsi di persone, puntate e storie che si alternano ai tavoli da gioco e alle iper-moderne e luccicanti slot-machine che hanno ormai sostituito quelle più vintage: da qui sono passati re e statisti, divi di Hollywood e socialite. Su una parete – a quanto pare, caso unico al mondo in un luogo dove la perdita della cognizione del tempo è parte dell’esperienza – c’è perfino un grande orologio ancora in funzione, che ricorda l’origine di questo luogo leggendario: quando, nel 1863, il Principe Charles III di Monaco si rivolse all’imprenditore francese François Blanc e a sua moglie Marie Hensel Blanc per sviluppare il potenziale turistico del Principato, i due partirono proprio dal Casinò, affidandone la progettazione all’architetto Charles Garnier.

All’epoca, tuttavia, non c’erano alberghi sul posto e i giocatori in arrivo dalle città limitrofe non potevano rischiare di perdere l’ultimo treno. Il casinò fu la prima pietra della Monte-Carlo Société des Bains de Mer, sodalizio tra Principato e imprenditoria che – tra alberghi, ristoranti, terme, casinò e l’iconico club Jimmy’z – ancora plasma in maniera importante il turismo monegasco. Un turismo che a lungo si è basato sul binomio tra gioco e mondanità, rendendo la parte più centrale della città-Stato sul Mar Ligure destinazione prediletta dal jet-set internazionale. Una fama alimentata anche dalla casata Grimaldi, tra appassionate love story – prima fra tutte, quella tra Grace Kelly e il principe Ranieri III che ancora oggi aleggia ovunque – e gossip. E che, nonostante l’inevitabile allure un po’ fané dell’aristocrazia, sa stare al passo: se il Principato è oggi molto attento alla tutela dell’ambiente (e all’arte, con sculture e opere di artisti contemporanei disseminate per la città), cercando di trovare un delicato equilibrio con l’espansione immobiliare un po’ sfacciata, anche l’ospitalità monegasca sa rinnovarsi. E oggi scommette non solo sul lusso ma pure su un’offerta gastronomica di alto livello, che vede grandi nomi della cucina internazionale e ristoranti d’hotel esclusivi accanto a formule più accessibili ma non meno curate.

Resta iconica l’esperienza – che, potendo, dovrebbe includere anche il pernotto nelle eleganti camere e la sontuosa prima colazione, oltre agli ampi e attrezzatissimi spazi wellness delle Thermes Marins, affacciate sul porto – presso l’Hôtel de Paris, rinnovato a partire dal 2014 dando nuovo smalto alla facciata d’inizio Novecento su Place du Casino. Costruito nel 1864, fu immaginato dai Blanc proprio per ospitare i giocatori incalliti divenendo ben presto il “place to be” di Monte Carlo. Il graduale restyling ha aggiunto due piani, che oggi ospitano le grandiose suite Princesse Grace e Prince Rainier III, un ulteriore spazio wellness e Le Grill, il ristorante panoramico dove si può cenare sotto le stelle grazie al soffitto apribile godendosi la raffinata cucina mediterranea tra terra e mare – ma pure il delizioso soufflé – degli chef Dominique Lory e Patrick Laine. In una delle sfarzose sale al piano terra, con la terrazza estiva affacciata sulla piazza, c’è il tre stelle Michelin Le Louis XV, con cui Alain Ducasse porta qui la sua ricercata proposta culinaria, e dall’altro lato il fascinoso Bar Américain, dove sosrseggiare ottimi cocktail con sottofondo musicale. Mentre nella bella stagione l’offerta gastronomica è completata dalla raffinata cucina libanese di Em Sherif, a cura della chef Yasmina Hayek. E se i sotterranei dell’Hôtel de Paris celano le stupefacenti cantine volute da Marie Blanc, che si estendono per un chilometro e mezzo ospitando oltre 350mila bottiglie, un nuovo patio interno accoglie rinomate maison di gioielleria, per chi volesse far shopping senza limiti di budget.

Da qui si accede direttamente a uno degli sviluppi più recenti dell’urbanistica locale: il quartiere One Monte-Carlo e la sua promenade costellata di boutique d’alta moda. Ma anche all’Hôtel Hermitage, più defilato e discreto ma non meno lussuoso albergo del gruppo SBM, dove il nome di punta dell’offerta culinaria è quello di Yannick Alléno. Da luglio 2024, oltre al ristorante Pavyllon Monte-Carlo, l’albergo ospita una seconda insegna che lo stellatissimo chef ha creato – come già a Parigi, all’interno del Pavillon Ledoyen – con il giapponese Yasunari Okazaki, maestro dell’arte del sushi: nello spazio ovattato, minimalista e raffinato de l’Abysse, (firmato da Laurence Bonnel-Alléno), l’antica sapienza nipponica fatta di gesti calibrati e sapori ricondotti all’essenza incontra lo spirito mediterraneo e il freschissimo pescato della Costa Azzurra per un’esperienza davvero unica. Il menu Omakase prevede una sequenza di “emozioni salate” firmate Alléno – come la zuppa di crescione con ostriche e yuzu – e nigiri a cura di Okazaki. Davanti agli ospiti al bancone, lo chef e il suo team modellano il riso Sasanishiki aromatizzato al kombu e condito con una miscela di aceto, sale e zucchero e lo completano con i filetti di pesce appena tagliati, dalla seppia al pregiato otoro (la parte più grassa del tonno), servendo uno alla volta i bocconi da mangiare in modo reverente con le mani.

Affacciato su Place du Casino, proprio di fronte all’Hôtel de Paris c’è l’altrettanto iconico Café de Paris. Aperto nel 1868 come Le Café Divan, e diventato poi “la” brasserie di Monte Carlo, ha visto anch’esso un importante restyling che ha dato nuova vita agli interni in stile Art Nouveau, con il grande bancone in zinco su cui pende un lampadario monumentale, il banco delle ostriche e i tavoli al piano superiore, inclusi quelli sulla terrazza panoramica. Il posto ideale per assaggiare i barbagiuans (onnipresenti e squisiti ravioli fritti farciti con verdure e ricotta) ma anche frutti di mare, sogliola alla mugnaia, croque monsieur al tartufo e l’imperdibile crêpe Suzette: il delizioso dessert flambato dal fascino inossidabile nacque proprio qui, nel 1896, in occasione di una visita del Principe di Galles. Sul tetto ha invece trovato posto Amazonico, concept già presente a Londra e Dubai che con il suo mix di mondanità, ambientazione tropicale e alta cucina meticcia – nel menu lo chef Sandro Silva mescola ispirazioni latinoamericane, asiatiche e mediterranee –, è già un must della nightlife monegasca. Ma le sorprese gastronomiche di Monte Carlo non finiscono qui. Andando verso la spiaggia di Larvotto, s’incontrano “succursali” d’autore come il ristorante di Robuchon e il suo Petit Cafè, o Cipriani, per assaggiare il celebre carpaccio in un ambiente forse ancor più glam di Venezia.

Spingendosi fino all’estremità della lingua di sabbia, il Monte-Carlo Bay Hotel & Resort offre un’ulteriore esperienza culinaria: quella alla tavola di Marcel Ravin, chef della Martinica che firma la proposta gastronomica dell’hotel dall’atmosfera moderna e decontracté. Qui, nel locale due stelle Michelin da poco rinnovato e giocato sui richiami alla natura dell’isola caraibica e ai cinque elementi – tra i tavoli affacciati sul banco della pasticceria, quelli in terrazza e lo chef’s table, con menu dedicato – va in scena un percorso gastronomico avvincente, che si snoda tra rimandi esotici e spirito mediterraneo, in piatti signature come Le Uova alla Monte-Carlo, con tartufo, manioca e maracuja e proposte originali come gli Spaghetti di papaia verde con salsa carbonara, tartufo e polvere di guanciale.

Tra la spiaggia e il poetico giardino giapponese che replica nel cuore della riviera la quiete zen di stampo orientale, l’ultima frontiera dell’espansione monegasca è Mareterra, quartiere extralusso costruito letteralmente sul mare (con garanzie di attenzione e tutela del delicato habitat sottomarino). Questa grande “isola galleggiante” aggiunge 6 ettari alla superficie del Principato, con un piano di sviluppo decennale – affidato a un team di architetti, progettisti e paesaggisti come Renzo Piano, Denis Valode e Michel Desvigne – ormai quasi giunto a conclusione, che ha visto un redesign del lungomare, la nuova promenade Prince Jaques, negozi e residenze di lusso e un porticciolo turistico. E se è ancora in via di ultimazione il complesso residenziale Le Renzo (un bianco edificio massiccio ma arioso, dove luce e acqua trovano riverbero), è già pieno di vita il nuovissimo Marlow, bistrot d’impronta britannica su Place Princesse Gabriella. Liberamente ispirato alla letteratura inglese di fine XIX secolo, il locale pieno di luce e ravvivato da legno chiaro e motivi mediterranei è aperto dal Full English Breakfast ai drink after dinner, con un menu da cui scegliere proposte semplici ma ad alto tasso di soddisfazione come Grilled Cheese, Beef Wellington e la deliziosa Marlow Pie, ricca torta rustica farcita con noci, miele, funghi, rucola e cheddar.

Nel cuore antico di Monaco

Se tanto lusso – non sempre ostentato, ma che di certo non passa inosservato – dovesse annoiarvi, c’è ancora da scoprire il lato più quieto, e autentico, di Monaco. Con una passeggiata lungo Port Hercule, o la più interna Rue Grimaldi, si arriva nell’antico quartiere de La Condamine, che si snoda tra vicoli pittoreschi, interessanti negozi (come Le Dressing, che rivende abiti e accessori d’alta moda di seconda mano) e piazzette. Tra queste, la graziosa Place d’Armes, che si colora ogni mattina di fiori, ortaggi e frutta in vendita ai banchi del mercato (mentre all’interno ci sono piccoli stand gastronomici che propongono specialità locali come socca e pissaladière, formaggi e lievitati artigianali e un curioso ma invitante mix di cibi di altre culture, dal Libano alla Spagna): il luogo perfetto per leggere il giornale e bere un caffè dall’accento italiano al chiosco di Barbiss. Da qui ci si inerpica verso Le Rocher, il più antico quartiere di Monaco Vecchia, dove si trova il Palazzo dei Principi. Non fermatevi alla piazza ma inoltratevi tra i vicoli medievali che riprendono nel nome e nell’aspetto i tipici carruggi liguri, tra crêperie, negozietti di souvenir e luoghi come la cattedrale di Notre-Dame Immaculée, i Giardini Saint Martin e il Museo Oceanografico. Oltre la rocca, l’ultimo lembo del Principato è Fontvieille, altro quartiere costruito sul mare a partire dagli anni Settanta che ospita musei, giardini, imprese hi-tech e ristorantini. Seguite l’esempio dei locals e prenotate per tempo da Les Perles di Monte-Carlo, semplice locale a conduzione familiare sul porticciolo, per godervi sontuosi plateau di ostriche affinate in proprio, pesce fresco, crostacei e altri frutti di mare in un ambiente no-frills. In una giornata di sole – il che capita spesso anche in inverno –, il lusso di Monaco è anche questo.

Weekend a Monaco

DOVE DORMIRE

Hôtel de Paris
Place du Casino Monte Carlo

Hôtel Hermitage
Square Beaumarchais
Monte Carlo

Monte-Carlo Bay Hotel & Resort
Av. Princesse Grâce, 40
Larvotto, Monte Carlo

DOVE MANGIARE

Louis XV Le Grill
presso Hôtel de Paris

L’Abysse Pavyllon Monte-Carlo
presso Hôtel Hermitage

Marcel Ravin Blue Bay
presso Monte-Carlo Bay Hotel & Resort

Café de Paris
Place du Casino
Monte Carlo

Amazonico
Place du Casino
Monte Carlo

Marlow
Place Princesse Gabriella
Mareterra, Monte Carlo

Les Perles di Monte-Carlo
Quai Jean-Charles Rey
Fontvieille

Maggiori informazioni

In apertura: courtesy Monte Carlo Société des Bains de Mer

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