Mentre l’acquisto di un libro da leggere in prima persona è un auto-regalo, un gesto di cura verso se stessi che implica una scelta ponderata e del tempo da prendersi per la lettura, di solito si pensa al libro come idea di ripiego, qualcosa da regalare quando non si conosce bene la persona in questione o non si ha troppa voglia di scervellarsi su gusti e taglie. Ma quest’anno – in cui, da un lato abbiamo (forse) più tempo per leggere e dall’altro i regali da mettere sotto l’albero o far arrivare con corriere acquistano nuovi significati – i titoli interessanti a tema gastronomico sono diversi, e adatti a soddisfare tutti i gusti. Ecco i nostri consigli di lettura, in ordine sparso.
Lorenzo Sandano, giovane food writer e critico con alle spalle una carriera ormai già decennale e una passione per il cibo pari al suo appetito e alla sua curiosità, firma questo insolito memoir gastronomico (corredato dalle immagini di Alberto Blassetti e dalla prefazione firmata da Gabriele Bonci) in cui racconta gli assaggi e gli incontri più memorabili del suo percorso – dalla cucina di casa, dell’infanzia e adolescenza, ai ristoranti di Roma, d’Italia e anche oltre – nello stile che più gli appartiene: assai poco ingessato, dal linguaggio schietto, molto “di pancia” e rock’n’roll, con tanto di ricette e playlist: una canzone per ogni piatto, anche qui decisamente fuori dai canoni della musica easy listening, ad accompagnare la lettura.
Spesso messa in ombra da quella degli chef, la figura dell’oste è invece sempre più protagonista di un “nuovo corso” (che guarda in parte al passato, ma anche in avanti) della gastronomia italiana, più legata alla sostanza e all’interpretazione autentica del territorio che alle tecnologie e alle tendenze. Così, al centro del nuovo volume edito da Slow Food ci sono 15 storie e indirizzi (e ben 115 ricette) che ruotano intorno al lavoro di altrettanti personaggi in diverse regioni d’Italia: dal piemontese Reis-Cibo libero di montagna al siciliano Nangalarruni, passando per Proloco D.O.L. a Roma e Mezzapagnotta in Puglia, sono vicende diverse con il comune denominatore della caparbietà (oltre che di sostenibilità e resilienza) secondo l’assunto che “Osti si nasce, non si diventa”. A narrarle con parole e immagini, sei autori – Giorgia Cannarella, Tokyo Cervigni, Greta Contardo, Barbara Giglioli, Francesca Mastrovito, Salvatore Spatafora – e sette fotografi: Paolo Angelini, Laura Bianchi, Andrea Di Lorenzo, Gloria Soverini, Benedetto Tarantino, Francesco Torricelli, Marco Varoli.
Nato dall’omonima trasmissione che da oltre due anni lo chef del D’O di Cornaredo conduce su Radio 24 insieme al giornalista sportivo Pierluigi Pardo, il secondo volume di Mangia Come Parli (il primo è uscito a luglio) rappresenta il “viaggio di ritorno” del suo giro d’Italia: Oldani accompagna i lettori/ascoltatori alla scoperta delle 20 tradizioni culinarie e regionali del nostro Paese, innestandovi il concetto di rapsodia (naturalmente in chiave “pop”, come la sua cucina) come interpretazione della diversità e valorizzazione dei singoli elementi che compongono un piatto, o un menu. Il tutto, attraverso 80 ricette spiegate con il linguaggio semplice e comprensibile che caratterizza la trasmissione radiofonica, e accompagnate dai consigli dello chef e dai racconti legati al vino di Pardo.
Tredici capitoli dedicati ad altrettanti ingredienti o piatti che rappresentano i capisaldi della cultura gastronomica meneghina tradizionale, ma di certo non in chiave passatista. A garanzia di ciò i nomi dei due autori: Cesare Battisti, chef del ristorante Ratanà, e Gabriele Zanatta, penna di Identità Golose e attento osservatore di tutto ciò che avviene nel mondo gastronomico in ogni angolo del globo. Tra cassoeula (d’oca) e ossobuco, rane fritte e trippa alla milanese, involtini di verza e ris e erborin (minestra di riso e prezzemolo) e via dicendo, oltre all’immancabile risotto alla milanese, Battisti e Zanatta svelano non solo ricette – spesso riviste in chiave attuale – ma anche curiosità storiche, consigli su stagionalità a qualità delle materie prime, indicazioni sui fornitori di fiducia. Risultato? Anche grazie alle fotografie di Silvia Luppi (e alle illustrazioni di Gianluca Biscalchin) sfogliando sfogliando si è inevitabilmente colti dalla fame.
Giornalista-antropologo e assaggiatore stakanovista – in passato specializzato in cibi estremi e assaggi ai limiti del commestibile – Carlo Spinelli, aka Doctor Gourmeta, dedica il suo ultimo libro alla cucina vintage ma senza andare troppo indietro nel tempo. Al centro del volume c’è infatti il decennio più pop del secolo scorso, quello della Milano da bere, degli yuppie e dei paninari ma anche della Roma godereccia della Prima Repubblica e della scintillante e ammiccante tv commerciale, di Chernobyl e merendine. E di una cucina spesso barocca, sicuramente edonistica, forse non raffinatissima ma con un suo gusto: tra cocktail di scampi, salmone, vol-au-vent e risotto alle fragole, si riscopre una vena di nostalgia – anche – gastronomica per gli anni che hanno gettato le basi di quel che siamo, e quel che mangiamo, adesso.
Tornato in patria dopo diversi anni a Tokyo – al Ristorante Luca Fantin del Bulgari Hotel, dove si è guadagnato il titolo di miglior pastry chef per la classifica degli Asia’s 50 Best Restaurants 2019 –, attualmente responsabile dei dessert del Duomo di Ciccio Sultano a Ragusa e vincitore anche dei Food&Wine Italia Awards 2020 come Best Pastry Chef under 35, il pasticcere romano ha da poco dato alle stampe il suo nuovo libro: ricette di dolci, naturalmente, ma pensate per essere realizzate anche in casa e non necessariamente in un laboratorio super attrezzato, seppur dotandosi degli giusti strumenti indicati da Fiorani nel capitolo di apertura, e seguendone alla lettera indicazioni e passaggi, illustrati dalle foto. Il risultato forse non sarà perfetto come lo sono i suoi dolci ma… quasi!
Utile come un manuale, coinvolgente come un romanzo, pieno di aneddoti, storie ed “emozioni” oltre che di informazioni raccolte e catalogate con un meticoloso lavoro di ricerca e ricostruzione storica: da Nino Bergese, Gualtiero Marchesi, Lidia Alciati, Nadia Santini e Fulvio Pierangelini a Niko Romito, Moreno Cedroni, Massimo Bottura, Antonia Klugmann, Norbert Niederkofler, e altri ancora. Bolasco e Trabucco raccontano il “dietro le quinte dei ristoranti che hanno fatto la storia della cucina italiana”, i protagonisti che oggi sono diventati delle vere e proprie “star” e i loro piatti più famosi, senza mai trascendere nel gossip. La prefazione è firmata da Alessandro Baricco, a sancire la qualità letteraria del libro.
Andrea Perini, chef del ristorante Al 588 all’interno del country relais Borgo I Vicelli a Bagno a Ripoli (Firenze), è tra i cuochi più attenti all’ingrediente toscano, e italiano, per eccellenza che spesso in molti danno per scontato: l’olio extravergine d’oliva. Ora la sua ricerca e conoscenza a riguardo si trovano condensate in questo libro curato da Marco Gemelli, giornalista toscano che ne è anche l’editore, con prefazione di Marco Oreggia e Laura Marinelli e fotografie di Luca Managlia. Vi si trovano non solo le ricette dello chef, con i piatti più rappresentativi realizzati con altrettanti oli extravergine italiani di 11 regioni (Umbria, Puglia, Sicilia, Calabria, Trentino, Lazio, Campania, Marche, Liguria, Sardegna e naturalmente la Toscana) ma anche approfondimenti dedicati a questo prodotto – dalla storia e la produzione fino all’uso nel fine dining e nella mixology – a firma di 15 esperti del settore (tra cui pure chi scrive).
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