Lignano Sabbiadoro in questo periodo dell’anno non conta neanche 7mila abitanti, un dato incredibilmente basso se si pensa alla stagione estiva, quando questa località balneare si trasforma nel centro abitato più popolato della regione. Tra i buoni motivi per frequentarla anche nei mesi freddi, oltre che per approfittare di lunghe passeggiata lungo la spiaggia dalla sabbia dorata, c’è una storica iniziativa – nel 2024 ricorrono i vent’anni – trasforma la sua pineta in un ristorante di mare sotto il cielo. Per due weekend di marzo consecutivi (sabato e domenica 2-3 e 9-10) piazza Marcello d’Olivo accoglie la Festa delle Cape, come qui chiamano i cannolicchi che si potranno assaggiare insieme ad altri molluschi preparati alla griglia, ma non mancheranno le pevarasse (le vongole in dialetto friulano), e poi le sarde fritte e servite con un condimento di cipolle, le seppie in umido, i calamari, il baccalà, le lasagne con condimento a base di pesce e tante altre specialità locali.
Un assaggio non solo di materie prime freschissime e di qualità, ma soprattutto di storia, cultura e tradizioni. Alcune delle ricette tipiche hanno infatti origini molto antiche, come le sarde in saor, un piatto nato per nobilitare un pesce in realtà povero: il saor, o savor, era infatti una preparazione agrodolce a base di cipolle e aceto che conferiva a questa pietanza una lunga conservazione. Le cape o i cannolicchi, invece, sono sempre stati più versatili, perfetti per realizzare antipasti, primi piatti, secondi e piatti unici da gustare in qualsiasi stagione: in inverno per ricreare l’atmosfera dei mesi più caldi, in estate per portare in tavola tutto il sapore del mare. La partecipazione all’evento ha anche un risvolto benefico. Oltre a stimolare la conoscenza del territorio e dei suoi prodotti ittici, la Festa delle Cape ogni anno devolve il ricavato utile in beneficenza.
