Roma

A tu per tu con gli chef del Presidente Mattarella

Chi cucina per il Presidente della Repubblica? Qual è il menu tipo previsto in occasione di un pranzo di Stato? Esistono cibi tabù? Abbiamo incontrato Fabrizio Boca, executive chef del Quirinale.

L’annuale incontro del club internazionale Chefs des Chefs, che riunisce i cuochi personali dei capi di Stato di tutto il mondo, quest’anno si è tenuto in Italia. Dopo una cerimonia al Quirinale e un’udienza privata dal Papa in Vaticano, la suggestiva Villa Dino sulla via Appia Antica ha ospitato una serata organizzata da La Differenza, storica gastronomia e bistrot del quartiere San Giovanni, in collaborazione con alcune aziende di eccellenze gastronomiche e altre insegne della ristorazione capitolina: Bistrot 64, 180 Gr Pizzeria Romana, Pasticceria D’Antoni. Sono stati circa 30 gli chef da tutto il mondo presenti: dal Canada alla Cina, dal Qatar al Sudafrica, dalla Corea del Sud agli Stati Uniti. Il gruppo, dopo la full immersion romana, ha proseguito il tour lungo la Penisola, alla scoperta del patrimonio enogastronomico nostrano: da Napoli alla Lombardia, passando per l’Umbria, la Toscana e l’Emilia Romagna.

Il club Chefs des Chefs

Il motto è chiaro: “Se la politica divide le persone, una buona tavola le riunisce”. Quello degli Chefs des Chefs è senza dubbio il club gastronomico più esclusivo del mondo, d’altronde possono farne parte solo coloro i quali hanno potere decisionale nelle cucine dei capi di stato. Tutto iniziò il 21 novembre 1977, quando Gilles Bragard, fondatore della Maison Bragard di abbigliamento da cucina, organizzò una cena tra amici a Collonges au Mont d’Or, in Francia. Ai fornelli per l’occasione c’era una leggenda: Paul Bocuse, padre della nouvelle cuisine, mentre tra i commensali vi erano gli chef dei potenti del pianeta. Da quel convivio nacque Il club Chefs des Chefs: una comunità nella quale, ancora oggi, a distanza di quasi mezzo secolo, si scambiano idee, si dialoga, ma soprattutto si fa del bene. Il club, infatti, è attivo nel sostenere associazioni di beneficenza e, anche per l’edizione 2024, ha rinnovato la sua collaborazione con la Onlus Fondazione Francesca Rava.

A tu per tu con gli chef di Mattarella

A fare gli onori di casa, accogliendo i circa 30 colleghi venuti da tutto il mondo, è stato Fabrizio Boca, executive chef del Quirinale, insieme a Massimo Sprega, head chef. Proprio a Fabrizio Boca abbiamo posto alcune domande su quanto accade nelle cucine presidenziali, circa l’organizzazione che c’è dietro i pranzi e le cene, i riti, la scelta dei menu e molto altro. Ecco le curiosità più interessanti.

Pasti veloci
Pranzi e cene sono abbastanza rapidi: il cerimoniale prevede tre portate: primo, secondo e dolce. La pratica viene sbrigata in meno di un’ora, niente a che fare con i lunghi percorsi degustazione dei ristoranti gourmet, insomma.

Pasta sempre presente
Simbolo della nostra tradizione gastronomica, la pasta non può mai mancare. I formati corti sono quelli preferiti, probabilmente per evitare di mettere in difficoltà gli illustri invitati: con la pasta lunga il rischio patacca sulla cravatta è concreto.

L’aglio è bandito
Per ovvie ragioni olfattive (e non solo) l’aglio è assolutamente bandito. Facendo il paio con il diktat di prima: niente spaghetti, aglio e olio al Quirinale.

Mai gli stessi piatti
Ogni ospite viene – ci sia consentito il termine – “schedato”: allergie, intolleranze, sensibilità religiose e etiche, piatti particolarmente graditi. Ma soprattutto, c’è una regola: nel caso dovesse tornare non dovrà mai trovare le stesse portate. A meno che un piatto non sia stato platealmente apprezzato nell’occasione precedente. A tal proposito, esiste un dettagliato archivio con tanto di relazione di ogni pranzo o cena di Stato.

Verdure del proprio orto
Il 30% delle forniture dei prodotti freschi arriva dalla tenuta di Castel Porziano, il resto è selezionato dagli chef che devono rispettare un budget ben preciso.

Solo Made in Italy
Oltre a quello economico, gli incaricati di fare la spesa per il presidente e i suoi ospiti hanno un altro limite ben preciso: tutti gli ingredienti devono essere rigorosamente Made in Italy.

Quirinale Plastic Free
Nel palazzo presidenziale, da qualche tempo non c’è più plastica. Perfino le buste del sottovuoto sono di origine vegetale. Così, l’attenzione nei confronti della sostenibilità, passa anche per una forte presa di posizione anti spreco.

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