A.VI.TO: l’appello dell’Associazione Vini Toscani DOP e IGP

La Toscana del vino si mobilita chiedendo d’urgenza delle misure per garantire la sopravvivenza delle aziende

toscana AVITO

Ventidue consorzi vitivinicoli della Toscana per un fatturato totale superiore a 1 miliardo (11% del nazionale), di cui oltre la metà all’export, e quasi 100.000 addetti. Questi sono i numeri di A.VI.TO, l’Associazione Vini Toscani DOP e IGP fondata nel 2016 che rappresenta dunque – quantitativamente ma anche per qualità e per prestigio e immagine – una delle punte di diamante della vitivinicoltura italiana, il cui ruolo è strategico per l’agricoltura e l’economia regionale, e non solo. Fin dagli anni 70, infatti, la Toscana è uno dei motori trainanti del settore in Italia, e una vera e propria bandiera a livello mondiale; tuttavia ancora oggi il panorama produttivo è frammentato, composto perlopiù da piccole imprese che dispongono di limitate risorse finanziarie e organizzative, rendendo di fatto il comparto non in grado di fronteggiare la crisi dovuta all’espandersi del Coronavirus in Italia e nel mondo senza interventi di supporto da parte delle istituzioni.

Per questo motivo Francesco Mazzei, Presidente dell’Associazione, ha indirizzato all’Assessore all’Agricoltura della Regione, Marco Remaschi, una lettera in cui si sottolinea la necessità di attuare urgentemente interventi specifici per il settore. «Il decreto Cura Italia e l’ultimo decreto liquidità sulla carta sono positivi ma devono avere i termini dell’urgenza – sia nelle procedure, sia nella dotazione delle risorse – per consentire alle nostre imprese di superare questo momento» afferma Mazzei. Tra gli elementi di rischio causati dalla pandemia e dalle disposizioni di lockdown, indica soprattutto «la chiusura totale del canale Horeca e il conseguente clima di sfiducia e preoccupazione» che hanno portato a un forte e progressivo rallentamento degli ordini di vino, con gravi ripercussioni sul mercato nazionale e su quello internazionale. Intimamente legato al settore vinicolo poi è anche quello del turismo, che negli ultimi anni aveva trovato nel vino e in generale nell’enogastronomia un asset di grande valore: «La situazione è aggravata dal blocco totale dei flussi turistici che sta avendo conseguenze importanti anche sul settore vitivinicolo di una regione fortemente vocata come la Toscana. Le aziende vedono azzerarsi anche gli introiti spesso molto significativi provenienti da attività enoturistiche, agrituristiche e di vendita diretta, con ulteriori evidenti conseguenze nei flussi di cassa e nel deterioramento del quadro economico e finanziario».

Tra le azioni invocate, anche a fronte dell’avanzamento delle e attività in vigna e in cantina che non conoscono pause, ci sono l’immediata e forte immissione di liquidità nel sistema e uno snellimento della burocrazia troppo lenta; ma anche il posticipo delle scadenze fiscali e previdenziali, le moratorie sui mutui, l’accesso alla cassa integrazione in deroga e flessibilità degli investimenti programmati con finanziamenti europei, con un orizzonte temporale più ampio – di almeno 12/18 mesi – perché è più che plausibile che gli effetti della crisi si facciano sentire anche nel medio-lungo periodo. Altra misura auspicata potrebbe essere l’estensione dello strumento del pegno rotativo anche per i prodotti vitivinicoli a DO destinati a lunga maturazione, a fronte di fondi di garanzia nazionali o regionali. Una volta superata l’emergenza poi, verrà il tempo della progettazione a più ampio raggio, lavorando a un rilancio promozionale sul fronte nazionale e internazionale con l’intervento attivo della Regione nei confronti del Ministero e dell’Unione Europea. «Una volta garantita la sopravvivenza delle Aziende con le giuste misure, resta essenziale che le risorse di promozione non utilizzate nel 2020 vengano congelate fornendo la possibilità di destinarle a programmi validi per il 2021, in modo che non vadano perse e così da poter agire al meglio quando l’emergenza sarà finita e arriverà, per il Paese e per il nostro settore che è una delle grandi eccellenze, il momento della meritata ripresa», conclude Mazzei.

foto Carlo Bonazza