Abbazia di Novacella

Abbazia di Novacella: dopo più di 880 anni di storia la cantina sorprende con due nuovi Single Vineyard

Si chiamano Stiftsgarten e Oberhof le inedite etichette altoatesine legate al concetto di "singola vigna", fiore all'occhiello della collezione.

L’enogastronomia italiana è spesso costellata di piccole grandi realtà che, con il loro carico di cultura e tradizioni ancestrali, sono parte integrante della storia del nostro Paese. L’Abbazia di Novacella, in tale ambito, è sicuramente tra i migliori esempi che possiamo citare visto che, sin dalla sua fondazione (e bisogna tornare indietro al 1142), questo monastero agostiniano a pochi passi da Bressanone in Alto Adige, può essere annoverato come una delle cantine ancora attive più vecchie al mondo e la sua storia, millenaria, ben s’intreccia con lo sviluppo della regione e la produzione enoica di qualità.

Già nel 1177, infatti, il pontefice Alessandro III riconobbe al monastero la proprietà di terreni a vigneto situati nelle immediate vicinanze del complesso monastico. A seguito di acquisti, permute e donazioni, soprattutto a opera del burgravio Reginbert di Säben e di sua moglie Cristina, l’Abbazia è venuta in possesso nel corso dei secoli di un ingente patrimonio di vigneti nel mezzo dei quali è tuttora immersa tanto che oggi il complesso monastico è suddiviso in due aziende agricole: la prima si trova a Novacella e dispone di 6 ettari di vigneti, 12 ettari di frutteti e 0,2 ettari di erbari; la seconda, Tenuta Marklhof, si trova invece a Cornaiano e può contare su 22 ettari a vigneto, 13 ettari a frutteto e 24 ettari a bosco. All’Abbazia fanno inoltre capo 700 ettari di bosco e 400 ettari di pascoli d’altura destinati in parte a riserva di caccia.

In particolare, nella zona storica, all’interno della conca di Bressanone, si trovano i vigneti posizionati più a nord d’Italia, posti ad altitudini che variano tra i 600 e i 900 metri sul livello del mare, con esposizione Sud e Sud-Ovest. Le forti escursioni termiche tra il giorno e la notte e la presenza di terreni particolarmente magri, ciottolosi e sabbiosi, morenici di origine glaciale, fanno di quest’area il luogo d’elezione per vini bianchi pregiati e dai finissimi profumi varietali. A Novacella, infatti, sono coltivati i vitigni a bacca bianca sylvaner, müller-thurgau, kerner, grüner veltliner, pinot grigio, riesling, gewürztraminer e sauvignon blanc. Il clima troppo rigido  ha fatto poi sì che la coltivazione delle uve a bacca rossa fosse rivolta verso zone più idonee come la calda conca di Bolzano, dove troviamo piantato il lagrein, tradizionale uva autoctona altoatesina e, soprattutto, la tenuta Marklhof a Cornaiano, situata su un colle soleggiato a un’altitudine di 420 metri, dove troviamo coltivate varietà come schiava, pinot nero e moscato rosa.

L’amore per il territorio e, al contempo, una visione moderna della viticoltura ha portato ultimamente l’azienda a realizzare due nuove etichette legate al concetto di “singola vigna” o “Cru”, Stiftsgarten a Novacella e Oberhof a Cornaiano, il cui progetto, pochi giorni fa, è stato presentato all’interno di un altro tempio dell’enogastronomia italiana come Checchino dal 1887, un ristorante storico situato nel quartiere Testaccio di Roma. A introdurre l’iniziativa è stato Werner Waldboth, direttore vendite di Abbazia di Novacella, che ha sottolineato come da sempre la filosofia aziendale sia quella di partire dalle specifiche del terroir di riferimento per decidere quali vini inserire all’interno della gamma proposta dalla cantina. 

«Questa volta – spiega Waldboth – ci siamo spinti ancora più in là, avendo a disposizione singoli vigneti, veri e propri Cru, che hanno caratteristiche molto peculiari, in grado di far emergere poi nel bicchiere sfumature uniche nelle due varietà che custodiscono, vale a dire il Sylvaner e il Pinot Nero».

Proprio da un piccolissimo vigneto di sylvaner nasce il Cru “Stiftsgarten” (Giardino dell’Abbazia), un piccolissimo fazzoletto di terra ricco di sedimenti glaciali dove è presente una vigna storica di oltre 50 anni di età che a oggi si estende per nemmeno 0,25 ettari. L’annata 2019 dell’Alto Adige-Südtirol Valle Isarco Doc Sylvaner Stiftsgarten, con rimandi di agrume, mela cotogna e dal gusto morbido e vellutato, effettua una fermentazione e una maturazione in barrique (per metà nuove), prosegue poi con un affinamento di due anni prima dell’imbottigliamento, dove sosta ancora 18 mesi prima della commercializzazione. «La scelta di usare il legno – commenta ancora Waldboth – dipende dal fatto che siamo certi delle potenzialità di questo Cru dove il Sylvaner viene lavorato come i più importati vini bianchi al mondo. Il potenziale di invecchiamento, vedrete, sarà sorprendente».

L’altro Cru presentato è stato l’Alto Adige-Südtirol Doc Pinot Nero Riserva Vigna Oberhof 2019, vino che nasce da un piccolissimo vigneto di 0,49 ettari situato a Cornaiano dove il pinot nero dimora su un terreno ricco di depositi ghiaiosi-morenici, con esposizione a Nord-Ovest e altitudine tra i 445 e i 455 metri. Questo importante rosso, che possiede un ricco olfatto di frutti rossi selvatici e viola mammola, si fa apprezzare al palato per un corpo rilevante ma misurato percorso da vibranti scosse acido-sapide e tannini ben gestiti. «Oberhof – conclude Werner Waldboth – dopo la fermentazione alcolica in acciaio e quella malolattica in barrique, matura in piccole botti, per 1/3 nuove, per due anni e affina in bottiglia per 18 mesi. Questa, secondo noi, è la scelta migliore perché esalta l’espressione più autentica di questo nobile vitigno e di questo Cru in particolare».

Entrambe i vini sono a tiratura limitata e una distribuzione dedicata esclusivamente al canale Horeca: l’Alto Adige-Südtirol Valle Isarco DOC Sylvaner Stiftsgarten 2019 viene prodotto in 1.000 bottiglie, l’Alto Adige-Südtirol DOC Pinot Nero Riserva Vigna Oberhof 2019 in 1-500 bottiglie.

Maggiori informazioni

Abbazia di Novacella
Via Abbazia, 1, 39040 Novacella (BZ)
kloster-neustift.it

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