L’ultima novità, sia pure nella forma di una piccola produzione di nicchia, era un Metodo Classico a base Sylvaner che l’Abbazia di Novacella ha proposto sul mercato quest’anno. E proprio questo vitigno antico esprime l’anima mitteleuropea dell’azienda vitivinicola che ancora oggi fa capo all’Abbazia.
«Il Sylvaner è forse la varietà più storica, più tradizionale della nostra zona – chiosa il direttore commerciale di Novacella Werner Waldboth – e proprio per valorizzarla abbiamo deciso di produrre uno spumante. È una strada poco battuta in Alto Adige, ma essendo una cantina che punta su questo vitigno abbiamo provato a farci anche una bollicina». Al momento è ancora un esperimento di sole 2500 bottiglie, con una permanenza di 24 mesi sui lieviti, ma presto arriverà una seconda prova sui 36 mesi. «Nel 2025 entrerà regolarmente a catalogo, probabilmente assestandosi su una sboccatura a 36 mesi, ma rimane un prodotto di nicchia», precisa Waldboth. Il risultato è intrigante, dato che l’aromaticità del Sylvaner viene ingentilita dal perlage fine senza perdere identità. E infatti la risposta degli estimatori è stata estremamente positiva, «piace soprattutto questo concetto di territorialità, anche se magari uno chardonnay potrebbe essere più elegante in sé», conferma il manager.
Single vineyard dal giardino abbaziale
Una scelta precisa, che ora Abbazia di Novacella conferma con il nuovo Alto Adige Valle Isarco Doc Sylvaner Stiftsgarten 2019, un single vineyard che nasce – come dice il nome – dal giardino abbaziale dove filari di oltre cinquant’anni continuano a produrre su un terreno ricco di sedimenti glaciali. «Non abbiamo molte vigne storiche – spiega Waldboth – perché in Valle Isarco si verificavano spesso gelate invernali e nel 1981 una delle più forti ci ha fatto perdere tre quarti delle piante. Questo appezzamento è però in una posizione protetta ed è sopravvissuto».
Posizionato a poco più di 600 metri di altitudine, il vigneto Stiftsgarten ha un’esposizione ideale e naturali rese molto basse, che portano in cantina uve ottime per un vino capace di finezza. Le scelte enologiche sono state la fermentazione e la maturazione per il 70% in barrique e per il 30% in acciaio, con un affinamento di due anni prima dell’imbottigliamento, a cui segue una permanenza in cantina per altri 18 mesi prima della commercializzazione.
Si tratta di una micro-produzione inferiore al migliaio di bottiglie. «Per noi è la massima espressione del Sylvaner», chiosa Waldboth. E l’accuratezza del lavoro in cantina ha come obiettivo la longevità del vino. «Sappiamo che Sylvaner è una varietà che può invecchiare – aggiunge – come conferma qualche assaggio di bottiglie degli anni 70. Questo vino ora è giovanissimo, ma ha un orizzonte di oltre vent’anni».
Vino e vocazione all’export
Oggi l’Abbazia di Novacella – ancora controllata dai monaci – è un punto di riferimento in Alto Adige e ogni anno attira oltre 100mila visitatori tra area monastica, museo e ristorante. Con una produzione complessiva di 850mila bottiglie, sta vivendo un momento d’oro anche sui mercati internazionali. «Negli ultimi tre anni abbiamo registrato una forte crescita, in particolare negli USA – riferisce Waldboth – dove l’Alto Adige è sempre più riconosciuto per i suoi vini di qualità e quindi si vede anche nell’export una richiesta crescente. Anche il mercato italiano, nonostante qualche criticità, apprezza i vini del territorio».