L’attività spumantistica in Piemonte, che ha portato nel 2011 al riconoscimento della Docg Alta Langa, ha una storia che parte da lontano e risale ai primi decenni dell’Ottocento quando i conti di Sambuy, influenzati dalla vicinanza geografica e culturale con le produzioni vinicole francesi, diedero inizio alla coltivazione di alcuni vitigni francesi – Pinot nero in particolare – per produrre spumanti su modello di quelli della Champagne anche se il reale impulso alla produzione spumantistica si deve soprattutto a Carlo Gancia che nel 1850, di ritorno proprio dalla prestigiosa regione vinicola francese, favorì la diffusione dei Pinot e Chardonnay tra i viticoltori del circondario di Canelli per averne una certa quantità da impiegare nella produzione delle sue referenze prodotte utilizzando le tecniche di lavorazione del Metodo Champenoise.
Nel corso dei decenni successivi la produzione spumantistica piemontese non è mai realmente decollata fino a quando, dopo anni di indagini sul territorio volte a identificare l’area di produzione migliore, si è giunti, nel 2001, alla creazione del Consorzio Alta Langa con il riconoscimento della Doc l’anno successivo. Il disciplinare indica che la zona di produzione delle uve destinate ai vini spumante “Alta Langa” si estende nelle province di Cuneo, Asti e Alessandria, su terreni appartenenti a 149 comuni situati sulla destra del fiume Tanaro. L’Alta Langa Spumante è esclusivamente millesimato ed è prodotto da Pinot nero e Chardonnay presenti in percentuali variabili tra il 90% e il 100%. Il restante 10%, secondo il disciplinare, può arrivare da altri vitigni non aromatici autorizzati. La denominazione comprende quattro indicazioni diverse: Alta Langa Spumante e Alta Langa Spumante Rosato con le rispettive menzioni “Riserva” per i vini con un invecchiamento minimo di 30 mesi (36 per la Riserva).
Recentemente il Consorzio Alta Langa, dopo il successo dello scorso anno, è ritornato di nuovo a Roma per portare nelle sale di Palazzo Brancaccio ben 28 produttori che hanno presentato più di 60 diverse Cuvée: noi ve ne consigliamo cinque.
Ettore Germano – Alta Langa Extra Brut Docg 2020
Da uve Pinot nero (60%) e Chardonnay (40%) piantate a circa 600 metri di altezza, Ettore Germano, carismatico vignaiolo della Langhe, tira fuori un Metodo Classico teso come una corda di violino e decisamente rinfrescante grazie alla sua sferzante acidità.
Enrico Serafino – Alta Langa Pas Dosé Docg Sboccatura Tardiva 2018
Ottenuto da uve Pinot Nero questo Metodo Classico “dosaggio zero”, ovvero privo di liqueur d’expedition, è sapidissimo, quasi salino, decisamente secco e con tutti i fondamentali ben bilanciati e perfettamente fusi in una struttura di livello elevato.
Piero Coppo – Alta Langa Extra Brut Docg “Riserva Coppo” 2019
Azienda storica dell’astigiano, fondata nel 1892, Coppo con questa Riserva prodotta in maggioranza con Pinot nero (80%) emoziona il palato per potenza, finezza e per un finale didascalico caratterizzato da sfumature tostate che si sciolgono in toni minerali.
Gancia – Alta Langa Brut Riserva Docg “Cuvée 60 Mesi” 2013
Lontani, lontanissimi i tempi in cui questa storica cantina piemontese era collegata solo al Natale e all’Asti Spumante da abbinare al panettone. Infatti, da qualche anno, Gancia sta puntando forte sulla qualità e prova ne è questa Cuvée (80% Pinot nero e 20% Chardonnay) che rimane in affinamento 60 mesi nelle storiche cantine per regalare al degustatore une bevuta di volume, intensità ed eleganza in un mix di grande piacevolezza.
Banfi – Alta Langa Rosé Docg “Cuvée Aurora” 2020:
Banfi è stata una delle sette aziende che fondarono il Consorzio Alta Langa e questo godibilissimo rosato, fresco, fruttato e per nulla banale, prodotto esclusivamente da uve Pinot nero, testimonia il grande progresso qualitativo di questa cantina nel contesto della produzione dei grandi metodi classico italiani.