Un tempo, Bra era un importante centro vitivinicolo, grazie alla presenza di numerose cantine favorite dalla ferrovia che la collegava a Torino e ad altre regioni, passando per la Liguria. Questo sistema di trasporto garantiva ai produttori un accesso privilegiato alla corte sabauda e a nuovi mercati. Con l’avvento del trasporto su gomma, però, lo scenario cambiò radicalmente e molte cantine scomparvero. A testimonianza di quel passato produttivo, oggi sopravvive solo la cantina della famiglia Ascheri, l’ultima storica cantina urbana ancora attiva.
Le Cantine Ascheri affondano le loro radici a La Morra, nella storica località che porta il nome della famiglia, dove ancora oggi si trovano le vigne storiche. Nel 1880, l’azienda si trasferì a Bra, facendo una scelta consapevole: mantenere dimensioni contenute, evitando un’espansione eccessiva sia delle superfici vitate che della produzione di bottiglie. “Impiantare più vigne significa più occupazione di suolo e maggior impatto ambientale, più problemi di manodopera con rischi di gestione legati all’eticità dei rapporti di lavoro, più circolazione di mezzi e alla fine più prodotto da vendere”, commenta con il suo tipico sarcasmo e grande simpatia, Matteo Ascheri. Già presidente del Consorzio di Tutela del Barolo, Barbaresco, Alba, Langhe e Dogliani con risultati eccellenti, dal 1988 rappresenta la settima generazione alla guida di questa realtà.
In pochi anni Matteo è riuscito infatti a trasformare il nucleo storico in un edificio al contempo contemporaneo e polivalente, al contempo, di grande suggestione ed efficienza, creando poi nel 2005 un moderno ed elegante hotel con una scenografica area per le degustazioni, un’area di affinamento per le vecchie annate. L’albergo in particolare (27 camere, un’ampia sala lounge e una terrazza estiva) è una struttura minimalista che si ispira alla storia post-industriale di Bra, influenzata dalle fabbriche di concia del cuoio che resero la città prospera nel XIX secolo, dove il cuoio e il cemento, utilizzati in varie forme, rievocano questo passato industriale, mentre la malta tradizionale e i frangisole in legno celebrano il legame con la tradizione rurale. Infine, elementi naturali come la quercia da sughero e la vite selvatica colonizzano gli spazi, richiamando i vigneti collinari.
«Il grappolo è il re e in cantina vige il non intervento». Grandissimo appassionato di musica, Matteo Ascheri riesce a mantenere il carattere familiare dell’azienda con un obiettivo chiaro: proporre ai consumatori quelli che lui stesso definisce “vini unplugged” – autentici, non costruiti né gonfiati, in grado di coniugare territorialità e piacevolezza. «Bisogna ridurre al minimo gli interventi in cantina per esaltare la riconoscibilità del vino, proprio come accade nella musica acustica, dove l’assenza di elettronica mette in risalto la voce e il suono».
Per Ascheri, il capitale umano e sociale è una leva fondamentale, nel segno di un’etica che si sposa con il pragmatismo, garantendo certezza, esperienza e professionalità. «Trattoristi, operai agricoli, tecnici e cantinieri: tutti collaboratori assunti, alcuni da oltre 25 anni. Sono gli uomini e le donne che fanno la differenza», sottolinea con orgoglio l’instancabile patron piemontese.
L’agronomo Edoardo Monticelli guida il lavoro nelle vigne di proprietà, applicando tecniche di lotta integrata e puntando a un unico obiettivo: portare in cantina uve sane e perfettamente mature. Nei comuni di La Morra, Serralunga d’Alba e Verduno si coltivano Nebbiolo, Barbera e Dolcetto, mentre a Bra, in località Montalupa, sono state impiantate con successo due varietà tipiche della valle del Rodano, Viognier e Syrah, con risultati eccellenti.
Tra le etichette di punta, il Barolo Coste & Bricco 2021 si distingue per la sua anima floreale e balsamica, mentre il Barolo Pisapola 2021 esprime una notevole eleganza e sottigliezza, con raffinate note di erbe aromatiche percepibili sia al palato che all’olfatto. Il Barolo Sorano 2019 offre deliziosi sentori di viola, sfumature terrose e un frutto nitidissimo, con un finale ben scandito dalle note erbacee. Il Barolo Ascheri 2019, prodotto solo nelle grandi annate, si presenta invece con grande fragranza, struttura solida e una persistenza notevole. I Langhe Bianco e Rosso Montalupa 2021sorprendono per la loro potenza ed eleganza, con un sorso lungo e polposo che lascia presagire, soprattutto per il Viognier, una notevole capacità di evoluzione nel tempo.
L’esperienza Ascheri si completa con l’Osteria Murivecchi, aperta nel 1993 in controtendenza, quando la cucina fine dining sembrava destinata a soppiantare quella tradizionale. Situata negli spazi delle antiche cantine di affinamento del Barolo, l’osteria accoglie gli ospiti in un’atmosfera informale e familiare, con vecchi tavoli di legno e un menu che cambia ogni settimana, proposto sulla lavagna in omaggio alla tradizione piemontese. Tra i piatti più apprezzati spiccano gli gnocchi al Castelmagno e i ravioli, deliziosi ed estremamente equilibrati.
L’ultimo tassello di questa crescita all’insegna della diversificazione è la Spa Gallery, inaugurata nel 2022. Distribuita su tre livelli, offre un’esperienza di benessere esclusiva con saune, un bagno turco, docce emozionali, un solarium con vasca idromassaggio, sale massaggi, angoli dedicati alle tisane, percorsi per il massaggio plantare con temperature alternate e una sala sensoriale dove aromi, suoni e immagini si fondono per un totale relax.