Quella tra il Pastificio Di Martino e il packaging è una liason d’amour, racconta Giuseppe Di Martino. E la sua esibizione – sugli scaffali e anche nei locali gestiti in proprio, da Napoli a New York – è una vera ossessione aziendale, oltre che tratto fortemente distintivo. A cominciare dalla “latta”, confezione in metallo di memoria casalinga diventata a tutti gli effetti brand ambassador, portatrice di valori che, a seconda delle partnership che la “vestono”, spaziano dalla cultura e dalla gastronomia nazionali a temi globali come l’inclusione e il pluralismo.
Che significato ha per voi questo premio?
Vuol dire che stiamo andando nella direzione giusta, che la coerenza di brand e la lungimiranza pagano, che essere puntualmente riconosciuti per l’importanza da sempre attribuita al packaging come efficace strumento di marketing è un incentivo a proseguire nella sua progressiva valorizzazione.
Chi si occupa del concept e chi della realizzazione grafica dei vostri packaging?
Il packaging è l’esito di un processo corale che vede l’ufficio marketing dialogare e confrontarsi con il Ceo e la brand manager – ispiratori dello start creativo – nella definizione di progetti all’insegna della coerenza di brand e perfettamente calati nel mercato di riferimento. Una volta stabilito chi è il consumatore a cui vogliamo rivolgerci, definiamo strategia di lancio, posizionamento e aspettative.
Quali sono i punti in comune tra il vostro packaging e i valori aziendali?
Più che di valori aziendali preferiremmo parlare in assoluto di valori. Finché rimaniamo nell’ambito della produzione circoscritta alla nostra azienda, i valori sono quelli dell’italianità, del Made in Italy e del nostro lifestyle. Quando, invece, siamo coinvolti in progetti di co-branding, o questi si sovrappongono a quelli dei nostri partner – è il caso della collaborazione con Dolce&Gabbana – o diventano altro – come i connotati fortemente culturali del sodalizio con il Teatro San Carlo – o il respiro si amplia sino a contemplarne di universali. È accaduto con la Barbie Edition, in cui temi come lo spreco alimentare e l’inclusività femminile si sono intrecciati a quelli della solidarietà e del rispetto delle diversità. Accade tutti i giorni con Slow Food, di cui siamo sostenitori ufficiali, tutelando la biodiversità e la sostenibilità ambientale.
Cantina Puiatti
puiatti.com
Semplicità. È questo il mantra che detta la filosofia di Cantina Puiatti – parte del gruppo Angelini Wines & Estates –, storica realtà a Romans d’Isonzo, in Friuli-Venezia Giulia. Un territorio particolarmente vocato per la vite, grazie al suolo ghiaioso e al microclima mediterraneo dove i venti freschi orientali sono mitigati dalla brezza dell’Adriatico e creano le condizioni ideali per uno stile di vinificazione identitario e puro. Il tratto distintivo della cantina? La maturazione rigorosamente in acciaio e l’affinamento direttamente in bottiglia, per sfruttare l’immediatezza dei toni varietali e delineare le variabilità del terroir, al fine di mantenere intatte la fragranza, la freschezza e l’autenticità dei bianchi. Anche l’architettura dell’Head Quarter riflette l’essenzialità della produzione con spazi funzionali e ambienti accoglienti.