Aperto nell’aprile 2023, Confine è nato nelle menti di Mario Ventura e Francesco Capece (classe 1990) quattro anni prima. Salernitani, amici di gioventù e con una comune visione imprenditoriale, hanno scommesso su Milano per proporre un modo nuovo di intendere la pizzeria, che accorcia la distanza con la ristorazione di fascia alta. Obiettivo: far vivere il piacere della tavola in pizzeria, dare valore – e farlo percepire agli ospiti – a ogni passaggio, far dialogare cucina e impasti, assicurare un servizio impeccabile e grandi bevute.
Con il vostro progetto, tu e Mario avete “spostato in avanti” il confine tra pizzeria e fine dining. Ti consideri comunque un pizzaiolo?
La figura del pizzaiolo si è spostata in avanti per attitudine, tipologia di lavoro e pensiero. Non è più solo un artigiano, ma ha bisogno di mettere insieme pensieri di cucina che prima non erano necessari. Ragionare su una pizza “di cucina” è diverso che ragionare su una Margherita. Per questo oltre al laboratorio dedicato agli impasti abbiamo una cucina di 150 mq e io dialogo con lo chef, ragioniamo insieme sulla ricetta intesa come un piatto a tutto tondo facendo attenzione a equilibri e strutture, senza lasciare nulla al caso.
In menu proponi diversi tipi di impasto e “forme” di pizza. Quale ti rappresenta di più?
La mia forma di pizza napoletana, fedele alla tradizione ma con la variante di lavorarla con maturazioni lunghissime e farine adatte, solo di tipo 1, ricche di germe di grano e crusca.
Quanto conta il vino da Confine?
Alla base della nostra proposta c’è l’idea di far vivere un’esperienza a tutto tondo in pizzeria, come accade al ristorante “importante”. Ogni dettaglio – dal servizio all’apparecchiatura, alle sale riservate – conta, e in questo sicuramente il vino ha un ruolo importante. Non basta avere in carta bottiglie prestigiose ma vanno servite al meglio, dalla cantina al calice più adatto.
Questo premio è per il tuo talento ma anche il coraggio di aver proposto qualcosa di nuovo. Qual è il tuo bilancio?
Per noi i premi come questo sono un’importante e autorevole certificazione di qualità e professionalità, ci aiutano a trasmettere quelli che sono i nostri obiettivi ai commensali. Pur consapevole di aver lavorato bene, non mi aspettavo un simile riconoscimento.
Peroni Nastro Azzurro
peroninastroazzurro.it
Una lager dal tocco distintamente italiano, grazie alla freschezza arricchita da una leggera nota amara e dal gusto raffinato e rigenerante. Queste caratteristiche catturano l’essenza di Peroni Nastro Azzurro – il cui nome omaggia il premio Nastro Azzurro che un tempo veniva assegnato alla nave che, nel minor tempo possibile, compiva la traversata dell’Atlantico del Nord, vinto nel 1933 dal transatlantico italiano SS Rex –, la storica birra nata con l’obiettivo di esportare oltre confine lo stile unico del Bel Paese. Ma qual è il segreto della “bionda” sinonimo di convivialità e leggerezza? L’utilizzo del mais nostrano, una prestigiosa varietà autoctona coltivata in esclusiva per il brand. Alla linea classica, si aggiunge anche la Peroni Nastro Azzurro 0.0%, una bevanda luppolata senza alcool e la Peroni Nastro Azzurro Stile Capri, un prodotto pensato e creato per la stagione estiva.