«La nostra non è un’impresa di famiglia, ma più semplicemente una famiglia: la cura della vigna, la produzione del vino sono entrati così prepotentemente nelle nostre esistenze da non riuscire più a tracciare una linea di demarcazione tra vita e lavoro». Non ci sono parole più accurate di quelle scritte da Giulia Monteleone per raccontare quel senso di appartenenza alla terra, al vulcano, alla vigna che si respira in Monteleone, l’azienda creata nella Valle dell’Alcantara. Con Benedetto Alessandro, compagno di vita ed enologo in cantina, e anche con il padre Enrico, Giulia ha infuso entusiasmo e volontà in questa piccola realtà vitivinicola divenuta gioiello e ambasciatrice di una visione internazionale dell’Etna. Eppure le loro radici affondano nella Sicilia occidentale, nel caso di Giulia senza nemmeno avi in vigna. «L’innamoramento per l’Etna ci unisce e ci ha portato a scoprire un territorio che non ci apparteneva, per cui i primi anni sono stati di esplorazione tra suoli e vigne», raccontano Giulia e Benedetto. Lei faceva la giornalista e degustatrice, lui l’enologo in Cile. E hanno deciso di costruire la propria casa-cantina partendo da meno di tre ettari sul versante nord, nelle contrade Cuba e Pontale Palino. «È stata una sfida e abbiamo scoperto assieme il vulcano, un mondo dal fascino potente», aggiunge la coppia enoica. «Abbiamo cercato vini contemporanei fatti di eleganza e struttura e non troppo alcolici, capaci di longevità. Queste sono esattamente le caratteristiche dei vini dell’Etna, che li rendono apprezzati nel mondo. Per questo noi, dopo i primi anni di prove e ricerche, siamo orientati verso finezza, eleganza, ma soprattutto territorialità». L’azienda è giovane, nata nel 2017. «Ma abbiamo vigne molto vecchie in piccoli appezzamenti – concludono i vignaioli. – E per noi è un luna park tutta questa differenza di cloni, di suoli e di versanti. Cerchiamo di esprimere l’identità vigna per vigna, perché questa è l’anima sfaccettata del vulcano». Nascono così vini di slancio e profondità, poco alcolici, con due etichette di rosso da vigne storiche «che ci aiutano a portare in bottiglia il profilo specifico di ogni luogo a cui abbiamo dedicato lavoro e passione».
Italesse
Leader italiano nel mercato dei calici professionali, l’azienda di Muggia (Trieste) si distingue per l’approccio innovativo e il design d’avanguardia. Fondata sulla sinergia tra estetica e funzionalità, ha rivoluzionato il modo di vivere il vino con il Progetto Senses, un sistema che supera il tradizionale concetto di bicchiere varietale: partendo dallo studio e dal rispetto dei diversi terroir, Italesse ha realizzato calici professionali in grado di valorizzare l’unicità di ogni etichetta. I bicchieri sono progettati per esprimere al meglio le caratteristiche organolettiche dei vini combinando intensità, eleganza, struttura e freschezza. Tra le creazioni di punta il T-made 70, calice ufficiale del Brunello di Montalcino, e il T-made 75, dedicato al Barolo, che dimostrano l’impegno nel rappresentare ed esaltare le specificità territoriali. Disponibili in versione Xtreme (perfetti per l’uso quotidiano) e Leggerissimi (soffiati a mano, unici per leggerezza ed eleganza), i prodotti del marchio sono realizzati in vetro cristallino senza piombo, per garantire trasparenza, sicurezza e sostenibilità.
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